Teatro Club 51 presenta:
Buonanotte, Patrizia! (1996)
Tre atti di Aldo De Benedetti
- Interpreti principali: Clelia Favetti, Umberto Giusto, Federico Tiberi, Fabio Gaudenzi, Vittorio Gaudenzi, Ilaria Longo
- Musiche a cura di: Carlo Lovesio e Valentina Vergaretti
- Scene: Mario Tafani
- Costumi: Patrizia Severini
- Regia: Giampiero Favetti
Buonanotte, Patrizia! Tre atti di Aldo De Benedetti
Commedia. Dopo tre lavori inclini più o meno apertamente alla farsa, abbiamo sentito l'esigenza spirituale di riavvicinarci ad un genere soft ma più pregno di contenuti, dove prevalgono maggiormente i sentimenti, Ì'introspezione del cuore umano e dove emergono magari anche i vizi o per lo meno gli aspetti meno onorabili dei singoli: manifestazioni usuali in cui ci rispecchiamo noi stessi o che avvertiamo quotidianamente nel dialogo con il nostro prossimo.
Dunque commedia, brillante naturalmente, perché piu vicina alle nostre corde, piu congeniale ad un gruppo che, attraverso questa forma d'arte, il teatro, realizza e sublima l'incontro con tanti amici che ormai da tempo seguono ogni anno con affetto I'evoluzioni di questa navicella che continua ardimentosa e caparbia a navigare in un mare amico, senza pretese di traversate transoceaniche.
E commedia brillante significa riaccostarci deferenti ad Aldo De Benedetti, maestro indiscusso di un certo genere definito leggero, solo in quanto non impegnato a sollevare gravi problematiche esistenziali, ma ad intrattenere con storie garbate che dispongono bene I'animo anche in presenza di avversità o di eventi che preludono ad un non-lieto fine.
Ci piace il suo modo di rappresentare con estrema naturalezza un mondo dorafo, "patinato", profuso di una squisita eleganza di dialogo, di una sottile dialettica di sentimenti disegnati sempre con raffinatezza concettuale, refrattaria alle volgarità del linguaggio e delle situazioni.
In questo caso Ia storia che si va dipanando nei tre atti nasce da uno spunto originaIe: l'improvvisa comparsa di un ladro che viene a sconvolgere l'equilibrio già precario di una coppia, minata da una relazione extraconiugale della donna. I protagonisti, pur ingentiliti dalla rappresentazione borghese e salottiera, mostrano tutti interi i limiti del perbenismo ostentato: il cinismo e la spregiudicatezza del marito, la vacuità e l'opportunismo dell'amante, la fragilità della moglie, mentre il ladro inaspettatamente ribalta i valori tradizionalmente negativi del personaggio, acquisendo agli occhi dello spettatore un senso di rispetto per la coerenza del suo carattere e la serietà dei suoi sentimenti: paradossalmente, unico "normale" in un mondo di mediocri e di cinici. Intorno altri personaggi non meno essenziali contribuiscono a completare il mosaico e tutti insieme mossi con abili mani da fili apparentemente fragili, non scatenano una comicità viscerale, ma piuttosto conducono per mano lo spettatore a senzazioni delicate e piacevoli. Per lo meno questo è lo spirito che ci ha guidato nella scelta del testo ttuale e nella "lettura" dello stesso. E a questo punto vorrei concludere queste note con un pensiero dello stesso Autore: "Quando alla fine dello spettacolo vedo gli spettatori avviarsi all'uscita sorridenti e sereni, ho la sensazione di aver fatto qialcosa d buono. E questo mi appaga pienamente di ogni fatica."
Giampiero Favetti