25 Febbraio 1920 - Anno II - Numero 4
COMOEDIA
Fascicolo periodico di commedie e di vita teatrale - Direttore amministrativo Eugenio Gandolfi - Casa Editrice Italia (Milano)
- In questo numero:
- IO PRIMA DI TE il testo completo della commedia in tre atti di Carlo Veneziani rappresentata la prima volta al Teatro Olimpia di Milano il 21 gennaio 1920 dalla Compagnia Di Lorenzo / Falconi - Carlo Veneziani (Lettera al pubblico) - Ruggero Lupi (Medaglione) - Rassegna teatrale (di Gino Rocca )
Carlo Veneziani - Ruggero Lupi LETTERA APERTA AL SIGNOR PUBBLICO
Caro signor Pubblico. Ho scritto una commedia sbagliata. Capita a tanti, è capitato anche a me. Ho rubato? Ho ucciso? Ho detto male di Garibaldi? E scriverò ancora tante altre commedie sbagliate finché ne scaturirà - per caso mettiamo - una indovinata. Credi tu, caro signor Pubblico, che quando la commedia indovinata verrà alla ribalta io non sarò linciato dall'amica critica? Peggio, caro mio, peggio! Per ora credo di battere un record .. quello delle invettive. Non che io ne abbia dette, oh no! Ne ho ricevute. Io sono in Italia lo scrittore più maltrattato, più graffiato, più odiato dai critici. Anche quando ho dato alla scena dei lavori applauditi mi hanno aggredito con molta soddisfazione. Debbo morire per questo? Debbo perdere l'appetito? No! Una scrollata di spalle e si tira via, che la vita è gioconda.... . Dunque, caro signor Pubblico, ho perpretato questa commedia. E’ errata. C'è squilibrio di tecnica non d'invenzione. I due primi atti sono falsamente drammatici. Li ho fatti apposta. Mi servono così per dimostrare l'inconsistenza di alcune posizioni drammatiche nella vita reale. Ed è perciò che nell'ultimo atto ritorno al mio modo di veder gli uomini e gli eventi. Ho continuato - e continuerò s'intende - a svolgere un mio pensiero di cui esposi alcuni lati nei miei lavori precedenti. Ma non è il caso adesso di ragionarci su. lo prima di te si presta a due maniere d'interpretazione. E non regge in nessuna delle due, perchè c'è un difetto iniziale di costruzione. La colpa dunque è mia. Virgilio Talli, a Roma, ha dato la prima interpretazione: comica-grottesca. La compagnia ha recitato in un modo mirabile, e il direttore ha impresso nella recitazione il suo segno d'arte magistrale. Due chiamate al primo atto, cinque al secondo, contrasti al terzo. Allora ho detto: - Vediamo un po' la seconda maniera! Tina Di Lorenzo e Armando Falconi - annuendo al mio desiderio - hanno dato a Milano la seconda interpretazione drammatica. Ed hanno profuso tutte le meravigliose risorse della loro arte personalissima, spontanea, vivificatrice. Una chiamata al primo atto, tre al secondo, un caldissimo generale applauso ad Armando Falconi nel terzo e una chiamata finale contrastata. Le due interpretazioni si equivalevano come studio e bellezza. Non si equivaleva la commedia. Era nata difettosa. Risultò illogica come “grottesca” e artificiosa come “dramma”. Piacque e non piacque. V'erano degli spettatori entusiasti e degli irritati, Gli uni e gli altri me l'hanno detto, me l'hanno perfino scritto. Ho ricevuto delle lettere che sono stupefacenti di raziocinio e di profondità di osservazioni. E' perciò che io ti stimo enormemente, mio caro signor Pubblico. Gli attacchi violentissimi, personali, sferrati dalla critica contro di me mi hanno procurato, in compenso, una grande quantità di simpatie. E in fondo, per questa conseguenza, mi sento un po' grato a chi nello scrivere di me ha mostrato tanto impro¬vocato odio. Scusami, caro signor Pubblico, se ti ho offerto questo lavoro mal costruito. Io sono giovine e scriverò ancora. So che almeno tu mi vuoi bene. E me lo hai dimostrato tante volte, in tanti modi. . E permetti che io ringrazi sinceramente e cordialissimamente Tina Di Lorenzo, Virgilio Talli, Armando Falconi e tutte le altre compagnie – Carini - Gentili, Sainati - Orlandini, D'Amara, ecc… - che con fraterno affetto hanno cercato di mettere la ruota che manca al carro dell' lo prima di te per farlo andare avanti. Caro signor Pubblico a rivederci un'altra volta. E speriamo bene… Milano, Febbraio 1920. Carlo Veneziani
RUGGERO LUPI E' della scuola di Talli. E l'anno venturo tornerà col maestro. Tra i giovani è uno da cui molto si aspetta. Intanto dà molto. L'impeto caldo della sua recitazione, la figura signorile, la voce sicuramente impostata, l'intuito pronto, la larga intelligenza e - ciò che non guasta - un non trascurabile corredo di studi fanno di questo saldo attore uno dei più simpatici e più accetti al pubblico tra quei buoni temperamenti artistici che vanno sempre più scarseggiando su le nostre scene. Ruggero Lupi ha la fortuna d'aver recitato accanto ai grandi, e l'ha avuti maestri. Ha pure una fissazione: che gli artisti debbano studiare. Ed ha infine una malinconica idea assolutamente deplorevole perchè non consona con la giulività dei tempi che volgono: ama lavorare. E lo dichiara apertamente, con un'imprudenza tale da farlo scambiare per un troglodita. E', invece, quanto di più moderno ci sia come linea e come scuola d'arte. In questi ultimi anni è stato primo attore con Tina Di Lorenzo e Armando Falconi. Ora è andato in “ruolo” assoluto con Gemma D'Amora, per un anno. Ed avrà per direttore Ettore Paladini, uno dei rari superstiti della schiera illustre che rese l'arte scenica italiana - fino a un decennio fa - la prima del mondo. Nel prossimo triennio, abbiamo detto, Ruggero Lupi tornerà con Talli.. Ci tiene. Ama il suo vecchio direttore ed amico, la sua maniera, la sua idealità. Volevate sapere quando e dove il Lupi sia nato? Quanti debiti abbia e se gli piacciano le brunette col neo qui? Ebbene, domandateglielo! Noi scriviamo per una rassegna d'arte non per un casellario d'informazioni. Del resto, quando Lupi si librerà nel gran volo e diverrà celeberrimo, saprete anche voi la sua età e forse perfino il suo gusto circa il vostro neo.