Teatro dell'Opera di Roma presenta:
Mondo tondo (1955)
Divertimento coreografico in un atto. Soggetto e musica di Ennio Porrino
- Interpreti: Alfredo Kollner (Spirito della danza) - Corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma
- Maestro Concertatore: Ottavio Ziino
- Coreografia: Guglielmo Morresi
- Maestro corpo di ballo: Gennaro Corbo
- Bozzetti e figurini: Mario Pompei
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- 1. Kollner 2. Morresi 3. Ziino
Programma di sala (pagine 54)
- Ennio Porrino
- L'argomento
- Nel programma anche i balletti "Bolero" - "Schiaccanoci"
Ennio Porrino - L'argomento
Accademico di S. Cecilia e della Cherubini di Firenze, già titolare della cattedra in armonia, contrappunto e fuga nel Conervatorio di Roma, poi Direttore della Biblioteca del Conservatorio di musica di Napoli; attualmente insegnante di composizione nel Conservatorio di S. Cecilia in Roma. Si è rivelato attraverso numerosi concorsi nazionali da lui vinti, e si è affermato in Italia e all'estero con le sue numerose composizioni da camera, sinfoniche e teatrali. Esordi nel 1933 all'Augusteo di Roma con l'ouverture Tartarin de Tarascon (direttore Bernardino Molinari), vincitrice del Concorso Nazionale bandito dall'Accademia di S. Cecilia in occasione del XXV anniversario dell'Augusteo. Vanno anche segnalati: il poema sinfonico Sardegna, Canti di stagione, La visione di Ezechiele, Sinfonia per una fiaba, Sinfonietta per fanciulli, Tre canzoni italiane, Notturno e danza, per orchestra. Il processo di Cristo, oratorio per soli, coro, orchestra e organo. Canti di schiavitù per trio; liriche, musica per pianoforte (Sonata drammatica) e musica corale. Per il teatro Gli Orazi (La Scala, Milano, 1941); Altair, balletto (S. Carlo di Napoli, 1942), Mondo tondo, divertimento coreografico (Teatro dell'Opera e Terme di Caracalla, 1949). Recentemente ha composto per incarico di Katherine Dunham, il balletto di ambiente sud-africano Il ladro di diamanti, che la danzatrice negra presenterà nelle sue tournées. Il Porrino ha anche terminato un'opera in tre atti dal titolo Hutalabi di ambiente arcaico sardo.
L'ARGOMENTO - All'aprirsi del sipario, appare un'immensa nebulosa, quasi a raffigurare quella da cui nacque il nostro pianeta, questo "mondo tondo" di cui, sparita la primigenia immateriale forma, lo spettatore vedrà riprodotti, in altrettanti pittoreschi "spezzati scenici" i paesaggi e gli elementi ambientali che si riferiscono alle varie categorie degli abitanti che fra poco agiranno: Africani, Nordici, Russi, Asiatici, Spagnuoli, Hawaiani, Viennesi, Toscani e Parigini. Finora, però, è soltanto l'orchestra che ci prepara a questa caricaturale rassegna, diremo così, etnografìca, pur non essendo folkloristica. Tutto il mondo dorme. Nel colmo di questo immenso letargo irrompe, con la veemenza del suo ritmo, lo Spirito della Danza. Con la sua possente e dinamica magia egli risveglia il vecchio mondo tondo, sì che gli uomini d'ogni razza si apprestino a svolgere la propria vita secondo le loro costumanze. Ed ecco gli Africani contrapporsi alla gente del nord; ecco i Russi precedere gli Asiatici; ecco gli Hawayani interporsi fra gli Spagnuoli ed i Viennesi, questi ultimi tutti pervarsi dall'onda del valzer. Ecco i Toscani dare il passo ai Parigini che si abbandonano al loro indiavolato "can-can". Poi ciascun gruppo etnico genera un suo prototipo, esprime il suo "jolly" che è lo Spirito della Stirpe. Tutte codeste sintesi autòctone ballano con lo Spirito della Danza, che ha per patria il mondo, perché il Ritmo è nato con l'uomo e si è andato differenziando ed ha preso un divero espressivo calore a seconda delle stirpi, delle latitudini e delle secolari vicende. Compiuta la sua magìa, giunta daccapo l'ora del sonno degli uomini, lo Spirito della Danza s'invola. Gli Spiriti della Razza rientrano nei loro aggregati etnici; il Mondo, avendo compiuto un altro giro su se stesso - è il suo modo di danzare - si addormenta nuovamente.