Da SIPARIO Num. 139 Novembre 1957:
- "Bello di papà" commedia in tre atti - Interprete Nino Taranto.
Autore: Giuseppe Marotta e Belisario Randone (servizio fotografico di Coppini)
BELLO DI PAPA' Commedia in tre atti di Giuseppe Marotta e Belisario Randone. Regia di Mario Ferrero
Rappresentata per la prima volta il 22 ottobre 1957, al Teatro di via Manzoni - Milano
PERSONAGGI: Il Conte Gondrano Gennaro Battiferro D'Aniello - Il Contino Emanuele Concetto Battiferro D'Aniello - Il Maggiordomo Giovanni - La governante Teresa - La cameriera Carmela - La Baronessa De Biase - Il Duca Carlo di Muralta - La Duchessa Emma (Mimina) di Muralta - Graziella di Muralta - il prof. Liverano - Il fattorino delle "raccomandate" - Antonio Autuori - Vincenzo Giaquinto (Diego Inserra-Scognamiglio) - Assunta Cocozza - L'ufficiale giudiziario - Un falegname - Nennillo - L'aiutante dell'Ufficiale giudiziario - Ospiti di Casa Battisferro D'Aniello.
Nel salone terreno della villa Battiferro D'Aniello a Posillipo. Il primo atto, sette anni fa. ll secondo e terzo, oggi.
INTERPRETI: Nino Taranto - Mico Cundari - Amedeo Girard - Vittoria Crispo - Rosita Pisano - Rosetta Pedrani - Mario Laurentino - Clara Bindi - Isa Daniele - Pasquale Martino - Pasquale Fiorante - Lello Grotta - Aldo Bufi Landi - Anna Cammarano - Vittorio Bottone - Ruggero Pignotti - Walter Festari - Aurelio Farace
ATTO PRIMO - Il salone della Villa Battiferro D'Aniello a Posillipo, è un vasto ambiente che si apre su un magnifico parco digradante verso il mare. Da una spaziosa porta-finestra si intravvede l'ombroso giardino. A destra, in secondo piano, si apre la porta che dà nell'anticamera e, in primo piano, quella verso l'appartamento del Conte. A sinistra, in primo piano, c'è la porta che da verso i servizi. in secondo piano quella di un ripostiglio-armadio. Quadri e suppellettili di una ricchezza un po antiquata, ma di autentico valore. (Sono le ore intorno al mezzogiorno di un mattino d'estate. All'alzarsi del sipario Teresa e Carmela, inginocchiate al centro del salone, sgranano il rosario e recitano preghiere, tenendo gli occhi fissi sul monumentale lampadario appeso al centro del soffitto. II Maggiordomo, in piedi accanto a loro, è anch'egli tutto compreso delle preghiere, mentre vari personaggi abbigliati nei modi più strani, entrano ed escono dal giardino e verso le camere interne. Chi ha indosso una coperta, chi è in vestaglìa, chi in pigiama e tutti portano con se pacchi, fagoletti o borse. Uno (il Duca di Moralta non si separa mai da un vecchio quadro incorniciato)
TERESA E CARMELA - Ave Maria, gratia plena...
GIOVANNI - Dominus tecum...
TERESA E CARMELA - Dominus tecum...
GIOVANNI - Come avete detto?
TERESA - Dominus tecum.
TUTTI E TRE - Ave Maria, gratia plena...
GIOVANNI (a Carmela, che guarda fisso lil lampadario) - Che fa? Si muove?
CARMELA - No.
TERESA - Ave Maria, gratia plena.
TUTTI E TRE - Dominus tecum...
BARONESSA - Scusate, dovè il bagno?
GIOVANNI - Ce ne sono cinque. Tutti vicini alle rispettive camere da letto. Da quella parte, Baronessa.
BARONESSA - Ma son protetti anche quelli?
GIOVANNI - Più degli altri locali, Baronessa. Capirete, uno trovandosi là dentro è più svantaggiato.
BARONESSA - Meglio non farlo sapere, Giovanni. In queste circostanze, ognuno dice: purché mi salvi io, quello che succede, succede ...
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