GRAND HOTEL FOLLIES in TV con Milena Vukotic, Poli e Mauri.
“Grand Hotel Follies” di Guido Davico Bonino. Interpreti: Milena Vukotic, Glauco Mauri, Paolo Poli. Il danzatore Jean Pierre Martal. Regia di Massimo Scaglione. Scene di Ezio Vincenti. Costumi di Anna Anni. Coreografie di Vittorio Biagi. Luci di Loris Amadori.
Prendete un’attrice spiritosa, intelligente e versatile, affiancatele partners altrettanto validi, cucitele addosso un insieme di testi validi, sistemate il tutto in una cornice di classe ed il risultato è matematico. Questo pensavamo assistendo in Tv al programma “Grand Hotel Follies” che Guido Davico Bonino - da poco divenuto critico teatrale de “La Stampa” di Torino ha ideato per l'attrice Milena Vukotic. Il risultato è stato sorprendente: questo Grand Hotel Follies si è rivelato spettacolo “leggero” di gran classe. Basta fare come Davico Bonino ha fatto: invece degli sketches penosi e tirati in lungo, una serie di brevi brani di autori come Shakespeare (il monologo di Mercuzio che la Vukotic ha interpretato in modo singolarissimo), Jean Tardieu (quel C'era folla al castello ormai entrato nei classici del teatro d’avanguardia), O. Henry con il racconto Nel Parco, finissimo e godibile dialogo per attori che lavorano di cesello come Glauco Mauri e l'instancabile Milena ed infine un garbatissimo e pungente monologo di Silvano Ambrogi sull'applauso, che il regista Massimo Scaglione ha realizzato in un teatro vero, con effetti di indubbia suggestione. Questi i brani di Prosa, alternati a dei “numeri” veramente azzeccati: in coppia con il ballerino francese Jean-Pierre Martal, Milena Vukotic si è ricordata del suo passato non lontano di ballerina e ha danzato un passo a due de Le silfidi di Chopin, preceduto quasi in apertura da una Fantasia di Broadway di gran classe, ideata da un coreografo di spicco come Vittorio Biagi. La parte musicale era completata da una selezione di brani tratti da operette celebri, che il regista ha realizzato come una serie di cartoline del tempo che fu, usando trucchi e trucchetti televisivi di gran resa spettacolare. Ecco dunque che usando tutto materiale di prima mano Grand Hotel Fotlies si è rivelata trasmissione di indubbia validità, tale da poter essere di utile indicazione per programmi che - pur puntando sul divertimento da rivista - ne evitino le banalità e le stanchezze. Qui lo spunto poteva essere convenzionale: una piccola attrice di non grande spicco sogna di incontrare al Grand Hotel un famoso regista, al quale poter mostrare l'intera gamma delle sue interpretazioni. Ecco dunque la trasmissione snodarsi attraverso sogno e realtà, per permettere a Milena Vukotic di recitare, cantare, ballare con grazia e brio instancabili. Che attrice gustosa, sempre misurata, sempre intelligente sia che si avventuri nei toni della farsa sia che si strizzi l’occhio allo spettatore, snocciolando una serie di dive e divette (ed ha ragione un critico come Morando Morandini che ne sottolinea lo spirito e la versatilità) prese a prestito dal cinema americano anni 30 e da certe soubrettes del café-chantant nostrano. Accanto a lei poi due “spalle” di lusso: e se da Paolo Poli ci si aspettava il consueto brio e le doti canore, la sorpresa ci è venuta da un Glauco Mauri insolito ed irresistibile, impegnato come attor comico in una serie di tipi nel testo di Tardieu, misuratissimo nel bozzetto di O. Henry ed infine cantante da operetta dotato di garbata voce tenorile (ma non era sua anche la voce del supposto regista?). Insomma, tutti ingredienti di ottimo livello che la regia di Massimo Scaglione ha saputo bene amalgamare: nessun punto morto, un ritmo sempre sostenuto. Per il quale ci sembra che la TV abbia fatto le cose in grande: una scenografia liberty (Ezio Vincenti), costumi di gran gusto (Anna Anni), luci sapienti (Loris Amadori). Tutto al servizio di questa piccola isola che Grand Hotel Follies ha rappresentato per quel settore che viene definito “leggero”, ma che può riservare più d’una sorpresa, se è fatto con questo impegno. Al punto che ora è giusto pensare che Chopin può fare spettacolo come le gambe della Carrà ed un trio di interpreti come Poli, la Vukotic e Mauri possa decisamente far concorrenza ai più acclamati e talvolta frusti - idoli comici della nostra TV.
GIANFRANCO LAZZARETTO