1° Marzo 1936 - Anno XII - Numero 229
IL DRAMMA
Quindicinale di commedie di grande successo diretto da Lucio Ridenti - Editrice "LE GRANDI FIRME" Torino
- In questo numero:
- I VESTITI DELLA DONNA AMATA il testo completo della commedia in tre atti di Enrico Raggio - Ritratti quasi veri: Enrico Gandusio (di Eugenio Bertuetti) - Teatro in volume (di Gigi Micheletti) - ... dice Petrolini - Se non lo sapete - Filodrammatiche - Termocauterio...
- In copertina: Luigi Pirandello
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello ha confezionato «L'abito nuovo» su misura per Edoardo De Filippo, attore che il Maestro considera « il più grande del nostro teatro ». La commedia è stata soltanto “costruita” da Luigi Pirandello; il Maestro ne ha composto lo scenario, ha fissato situazioni, sviluppi e conclusione, ma si è accorto poi di aver creato uno scheletro che non avrebbe saputo come rivestire. Provandosi a tradurre in napoletano ciò che pensava in italiano, non risultava uguale; egli ha capito subito - sono parole sue - « che nella facoltà espressiva il dialetto è molto minore»; diventando sommario, non rispondeva alle intenzioni e tutto si trasformava. Allora si è valso della collaborazione di Edoardo, Peppino e Titina De Filippo: ha ripetuto loro parola per parola, battuta per battuta, il dialogo italiano e i tre attori si esprimevano in napoletano. Dieci, venti, infinite volte hanno cercato nuove espressioni per mettere a fuoco un'intenzione; ma poi trovavano precise, aderenti, insostituibili le parole che dovevano trasformare il canovaccio in commedia. Così è nato il testo dell'«Abito nuovo»: come nella Commedia dell'Arte, sotto la guida di Goldoni, i comici passarono dall'improvvisazione alla disciplina delle parole. Chi avrebbe mai potuto rinnovare quel « segno» se non Pirandello e i De Filippo?