IN PRIMA NAZIONALE:
Nostra Signora dei Turchi (1972)
Due tempi di Carmelo Bene
- Interpreti: Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Luciana Cante
- Scene: Gino Marotta
- Direttore di scena: Mauro Contini
- Regia: Carmelo Bene
Programma di sala del Teatro Duse di Bo logna(pagine 4)
- Carmelo Bene torna al teatro
- Il prossimo spettacolo
Carmelo Bene torna al teatro
Fra le più interessanti, valide personalità artistiche del teatro italiano dal dopoguerra ad oggi, un posto di assoluta preminenza per quello che riguarda l'avanguardia, la strutturazione e messa in scena di nuove formule, il talento di proporre nuove soluzioni, va certamente riconosciuta a CARMELO BENE. Giovane irruente misconoscitore di ogni verità affermata, inquieto depauperatore del già detto, creatore di spettacoli in molti sensi indimenticabili, CARMELO BENE ha smitizzato l'opinione comune che il teatro, il giovane teatro italiano andasse a rimorchio di sperimentazioni e scuole europee o americane per imporsi come un fatto unico nella asfittica realtà teatrale italiana. Dopo anni di silenzio Carmelo Bene ha deciso di ritornare al teatro riprendendo un suo grande successo cinematografico, quella «Nostra Signora dei Turchi» che al Festival veneziano del 1968 ebbe una trionfale accoglienza di critica e pubblico lasciando contemporaneamente interdetti gli uomini di cultura per la irriverenza della materia trattata, un magma incandescente di idee, di cultura, di nuovi mezzi espressivi che il cinema riscontrava per la prima, e forse unica, volta in un regista di così giovane età. Certamente il «fenomeno» Bene da allora non ha finito di stupire e l'attesa per la versione teatrale di «Nostra Signora dei Turchi» è vivissima. Scriveva Oreste del Buono: - Carmelo Bene, trentaduenne, meridionale, dice di essere un dissacratore. Ed è la pura verità: in questo film convulso e traboccante tutto viene furiosamente vituperato dal sensazionale istrionismo del giovane regista. «Nostra Signora dei Turchi» è un titolo suggestivo ma addirittura slavato per la materia incandescente cui è apposto. Le immagini sopraffanno le immagini, le voci sopraffanno le voci, proliferano, degenerano, esplodono, riempiendo di ammirazione quasi quanto di fastidio gli spettatori -.