Guigno 1941 - Anno X - Numero 6
SCENARIO lo spettacolo italiano
Rivista mensile delle arti della scena - Direttore Nicola De Pirro - SOC. AN. EDITRICE "CINEMA" - Roma
- In questo numero:
- ORO PURO il testo completo del paradosso in tre atti di Gherardo Gherardi - Chiusura del VII Maggio Musicale Fiorentino (di Mario Labroca) - Massimo Bontempelli nel teatro del 900 (di C.V. Lodovici) - Come si fa uno spettacolo teatrale (di Corrado Pavolini) - Varietà (di Arnaldo Beccaria) - Teatro e radio - La vita delle filodrammatiche
- In copertina: Laura Adani in "Candida"
Chiusura del VII Maggio Musicale Fiorentino
A chiusura del VII Maggio Musicale Fiorentino si può dire pricipalmente: che il programma è stato svolto con regolarità quasi assoluta. Questa constatazione, che ai profani può sembrare di secondaria importanza, noi pensiamo sia la principale. Avevamo detto che questo sarebbe stato un "Maggio" di guerra, e " Maggio" di guerra esso è stato non soltanto per certe assenze, quale ad esempio quella degli spettacoli all'aperto che erano tra le più importanti se non addirittura la più importante caratteristica dei "Maggi" scorsi, ma anche per lo speciale aspetto del pubblico che lo ha frequentato. Questa che era, e tornerà ad esserlo certamente una manifestazione capace di richiamare gli interessati alla musica di tutti i paesi del mondo, che costituiva l'appuntamento più importante deglii affezionati alle manifestazioni eccezionali, che sembrava essere un pasto riservato agli speciali buongustai che venivano a Firenze dopo le esperienze di Salisburgo, Bayreuth, ecc., si è scoperto che è nel cuore sopratutto dei fiorentini e degli italiani. Quest'anno il "Maggio Musicale" può vantare una media di frequenza superiore a quella degli anni precedenti. Se si pensa che la media degli spettatori si è aggirata su circa 3000 persone a recita, noi possiamo trarre la confortante conseguenza che il "Maggio" è stato compreso in pieno nelle sue finalità, nel suo carattere, nelle sue inequivocabili "specializzazioni, da tutto il nostro pubblico. Pubblico fiorentino in primo lnogo, ed è questa un'altra. documentazione dell'altissima sensibilità artistica della popolazione di Firenze, ma anche pubblico accorso da tutte le città, d'Italia, cosa che dimostra che questa nostra annuale fatica è confortata dalla simpatia dei migliori intenditori di musica di tutta Italia. Avevamo anche detto che l'anno di guerra non doveva lasciare che il pubblico conservasse, sia pure in sede nazionale, le stesse caratteristiche degli scorsi anni; ed abbiamo visto infatti scomparire tutto il lato mondano della manifestazione e subentrato ad esso l'interesse del pubblico per l'opera d'arte, alla quale gli ascoltatori si sono avvicinati senza la vanitosa preoccupazione dell'abito. E giacchè parliamo di abito, occorre mettere in luce la nota più caratteristica del pubblico di questo "Maggio", e cioè la numerosissima presenza tra esso dei militari. Noi abbiamo voluto che ad ogni spettacolo i nostri combattenti fossero presenti: e siamo lieti di annunciare che, sia per le facilitazioni concesse, sia per gli inviti che il Comando militare di Firenze si è degnato di accogliere, abbiamo avuto una presenza media di 400 tra ufficiali e soldati per spettacolo. Se si tiene conto, poi, della recita dell' Amico Fritz dedicata alle Forze Armate, dei feriti che hanno assistito, graditissimi ospiti, a tutte le recite diurne, noi arriviamo alla cifra di I2.000 militari che hanno assistito a questo "Maggio". Altri lati interessanti dobbiamo mettere in luce, e cioè a dire come l'interesse del pubblico - se è stato preponderante per le rappresentazioni delle opere più note, di quelle opere che nel nostro gergo teatrale vengono dette di repertorio - è stato anche vivissimo per tutte quelle manifestazioni che comunemente nel nostro ambiente noi qualifichiamo coll'aggettivo di culturali. La Messa solenne di Beethoven ha visto il Teatro completamente esaurito; le tre recite di Tristano e Isotta sono state confortate da una affluenza assolutamente eccezionale, le tre rècite di Arnida e la esecuzione dell'oratorio di Schumann Il Paradiso e la Peri, hanno visto un numero di spettatori e di ascoltatori che non sarebbe stato neanche lontanamete prevedibile, e l'opera nuova di Alfano, il Don Juan de Maara, ha ottenuto un successo trionfale. Questo fatto ci induce a pensare come il rapporto tra opere d'arte non popolari e il pubblico, non è già un rapporto di contrasto, bensì un rapporto di comprensione. Noi avvertiamo cioè che l'azione svolta durante i "Maggi" precedenti, durante tutta l'attività sinfonica e musicale in genere che a Firenze è così viva, hanno valso ad innalzare il livello culturale del nostro pubblico: le opere d'arte già note, amate naturalmente al di sopra di tutto, ma anche amate e comprese le opere alle quali una volta il pubblico si avvicinava colla diffidenza dello scolaro che si avvicina al libro dal quale dovrà apprendere la lezione. Tutto questo ci induce a dichiarare ancora una volta che l'idea dei fondatori del "Maggio Musicale Fiorentino " - e ricordo tra essi in primissimo piano Carlo Delcroix - è stata un'idea felicissima: di fronte alle varie feste musicali che già godevano nel mondo di una fama diffusissima, il "Maggio" ha saputo formarsi un suo carattere, ha saputo imporsi con questo suo carattere. Variati ogni anno i programmi, sempre nuovi gli allestimenti scenici, sempre scelti tra i migliori gli artisti, il Maggio Musicale è ormai una piacevole consuetudine italiana. Il fatto che in quest'anno di guerra il Maggio Musicale ha superato la prova, sta a dimostrare come esso abbia raggiunto la maturità per continuare a vivere e ad affermarsi sempre meglio.