Teatro alla Scala di Milano presenta:
Tristano e Isotta (1964)
Dramma musicale in tre atti. Parole e musica di Riccardo Wagner
- Interpreti principali: Birgit Nilsson (Isotta) Wolfgang Windgassen (Tristano) Gustav Neidlinger (Kurvenaldo) Franz Cras (Re Marco) Rita Gorr (Brangania)
- Maestro Concertatore: Lorin Maazel
- Regia: Wieland Wagner
- Maestro del coro: Roberto Benaglio
- Bozzetti e figurini: Wieland Wagner
- Direttore allestimento: Nicola Benois
- 1. Nilsson 2. Windgassen 3. Neidlinger 4. Cras 5 . Gorr 6. Maazel 7. Wagner 8. Benaglio
L'Argomento
Atto primo. Isotta riposa nella tenda eretta sulla nave di Tristano che conduce la principessa d'Irlanda sposa a re Marco. Si ode fuori il canto di un marinaio. All'annuncio di Brangania che la sera approderanno in Cornovaglia, Isotta trasale e invoca la tempesta che coli a picco la nave, quindi manda la fedele ancella a intimare a Tristano di presentarsi a lei. Tristano finora l'ha evitata e ancora rifiuta di acconsentire al suo desiderio con il pretesto che non può abbandonare il governo della rotta. Brangania riferisce la risposta a Isotta, la quale irata le racconta poi come un giorno pietosamente curò e guarì un giovane cavaliere, che le aveva detto di chiamarsi Tantris, anche dopo aver appreso essere egli invece Tristano, l'uccisore del proprio fidanzato Moroldo. Brangania tenta di placare la principessa e le suggerisce d'usare i magici filtri avuti dalla madre: Isotta sceglie per Tristano il filtro della morte e ordina a Kurvenaldo, venuto a dare notizia che la nave sta entrando in porto, di ripetere al suo padrone che vuole vederlo prima di sbarcare. Finalmente Tristano appare. Isotta gli ricorda il debito di sangue che li divide e gli propone tuttavia di bere nella coppa dell'oblio e della riconciliazione, in cui però Brangania anziché il filtro mortale ha versato quello dell'amore. Fuori intanto i marinai preparano festosi l'ormeggio. Tristano beve, ma Isotta gli strappa dalle mani la coppa e beve a sua volta. Dopo un attimo di immobilità, essi si gettano l'uno nelle braccia dell'altra, finché Brangania li separa, porgendo a Isotta il manto regale e riveiandole quale filtro abbiano bevuto. Quando Kurvenaldo entra ad avtertire che re Marco sta per arrivare, Isotta sviene presagendo i futuri lutti e Tristano sente il peso della fatale passione che ormai lo ha travolto.
Atto secondo. Nella notte estiva Brangania ascolta l'allontanarsi dei cacciatori e consiglia prudenza a Isotta: essa dubita che la partita di caccia sia una finzione e teme Melò, cortigiano di re Marco, che sembra sospettare della relazione dei giovani. Ma Isotta è insofferente d'ulteriore attesa, afferra la torcia e la spegne: è il segnale convenuto. Brangania si ritira e giunge Tristano. Abbandonati al loro lungo colloquio d'amore, dimentichi di ogni cosa terrena, Isotta e Tristano quasi neppure odono la voce di Brangania che li awerte che sta per sorgere l'alba. Ad un tratto Brangania lancia un grido d'allarme e subito Kurvenaldo si precipita verso Tristano esortandolo a salvarsi. Nulla serve a scuotere i due amanti dalla loro reciproca contemplazione. Irrompono Marco, Merò e altri cortigiani e il vecchio re rimprovera con accento accorato Tristano, il quale non ha una parola di difesa, ma solo chiede a Isotta se è disposta a seguirlo nella Grande Notte. Isotta risponde che lo seguirà dovunque e Tristano la bacia dolcemente in fronte. Melò allora sguaina la spada e colpisce Tristano che cade gravemente ferito, tra le braccia di Kurverrurdo, mentre Isotta si china su lui disperata e re Marco trattiene Melò che vorrebbe finirlo.
Atto terzo. Kurvenaldo ha trasportato Tristano in un castello diroccato presso il mare. Un pastore, che suona una malinconica melodia, segnalerà l'avvistamento dela invocata vela. Tristano si risveglia, rievoca il passato e chiama Isotta, finché le forze nuovamente gli mancano. Adesso una melodia allegra echeggia: è Isotta che arriva. In preda a una folle esaltazione, Tristano le va incontro ma l'emozione ne affretta la fine. Un'altra nave approda: ne scende Marco che, conosciuta da Brangania Ia storia del filtro, troppo tardi viene a perdonare e unire i due giovani. Kurvenaldo ignorando queste intenzioni si avventa contro Melò uccidendolo, e mortalmente ferito a sua volta cade accanto a Tristano. Isotta è insensibile, estranea a tutto: contempla la spoglia di Tristano e muore come trasfigurata da una gioia suprema, tra la commozione dei presenti.