IL QUARTO VOLTO DEL TEATRO QUIRINO DI ROMA RIAPERTO IL 13 OTTOBRE 1955
Dopo due anni di “chiusura per restauri” il Teatro Quirino di Roma ha mostrato il suo nuovo volto la sera del 13 ottobre 1955, con una serata ad inviti, di quelle che il cronista mondano definisce senz’altro “memorabile”. L’architetto Piacentini che ha ideato e diretto la nuova costruzione da quel grande maestro che è, ha dotato Roma di uno splendido teatro, adatto a tutti gli spettacoli, ma che sarà particolarmente dedicato alla prosa, poiché l'Ente Teatrale Italiano che lo gestisce ed ha oggi il più importante circuito nazionale di teatri, ha in sommo grado il concetto di valorizzazione della scena di prosa. E' naturale che per dare ossigeno alla prosa occorrono commedie valide (di attori, come sempre, l’Italia ne ha fin troppi e tutti bravi), prima ancora - visto che per il-repertorio si può anche ricorrere a quello di tutti i tempi - teatri, cioè sale. E di queste l'Italia oggi manca notevolmente perché non pochi teatri furono distrutti dalla guerra e moltissimi altri sono stati adibiti anche dai Comuni stessi a cinematografi. Di conseguenza il pubblico di alcune città di provincia è completamente tagliato fuori dalla vita teatrale italiana e le nuove generazioni si imbottiscono il cranio di fumetti cinematografici tipo la più bella donna del mondo. Sia detto per inciso, che noi ci occupiamo soltanto di Arte drammatica, Dio perdoni tutto ciò che è stato fatto sullo schermo col nome e nel nome di Lina Cavalieri, che fu mirabile attrice e grande signora; noi l'abbiamo conosciuta e fummo ammirati dalla sua grande personalità. Ora abbiamo visto il film. Chiusa la parentesi. Al Teatro Quirino l'onore ed il prestigio di inaugurarlo è toccato alla Compagnia che ha per esponenti principali Lilla Brignone e Gianni Santuccio e per l'esordio è stata scelta la commedia di Goldoni “Il ventaglio”: regia di Carlo Lodovici; scenografia di Scandella. Scelta non felice, secondo la critica che è stata molto severa con questa edizione del Ventaglio. Ma bisogna anche tener presente che tale severità di giudizio riaffiora ad ogni nuovo spettacolo goldoniano che non sia nella tradizione degli attori veneti da Baseggio a Micheluzzi, ecc. Per gli attori in lingua ogni opera di Goldoni che ritorna sulla scena solleva la “questione” della impopolarità di Goldoni presso il pubblico, del come si deve recitare Goldoni, del come si mette in scena Goldoni. E le discussioni continuano fino alla recita di altra Compagnia di un'altra opera di Goldoni, per essere riprese il giorno dopo sempre a spese dell'ultimo spettacolo. Perché Lilla Brignone e Santuccio e tutti i loro bravi compagni si possano togliere di dosso la lagna di questo supposto mancato “Ventaglio” bisogna che vada in scena un'altra commedia di Goldoni. Non importa quale; basta che sia un Goldoni recitato da attori in lingua. E così di seguito.