Da IL DRAMMA Num. 237 - Giugno 1956:
- L'esordio in teatro come protagonista di Monica Vitti
Autore: Cesare Meano (Bella)
L'esordio in teatro di una giovane attrice, Monica Vitti, a cui è stata affidata la parte da protagonista in "Bella". Di fronte ad un compito tanto impegnativo l'attrice ha dimostrato di possedere buone qualità in formazione; il suo volto era già apparso in qualche rubrica televisiva e sulla scena ha avuto apparizioni con Bonucci in "Senza rete" e con Tofano in "La mandragola" due anni fa.
BELLA - Commedia in tre atti di Cesare Meano (dedicata con amicizia e gratitudine a Enzo Ferrieri)
Rappresentata al Teatro del Convegno di Milano il 22 maggio 1956
Interpreti principali: Monica Vitti, Franco Volpi, Silverio Blasi
LE PERSONE: BELLA - GIOVANNI VIERI - VALERIO VIERI - TILLA - IL DOTTOR LANI - UN POLIZIOTTO - UN ALTRO POLIZIOTTO - LA VICINA - IL VICINO - L'INFERMIERA
Oggi, in un sobborgo di una grande città.
ATTO PRIMO. Siamo al piano terreno d'una vecchia villetta, sorta in campagna molti anni or sono e, oggi, raggiunta dalle propaggini della città. Vediamo a sinistra la stanza di soggiorno, che al fondo s'apre nel vestibolo, e, a destra, una camera da letto. Fra i due ambienti, una parete con una porta. Nel vestibolo vediamo la porta d'ingresso, che s'apre sulla strada, e la scala che sale al piano superiore, nella stanza di soggiorno, una tavola rotonda, una credenza, vecchie sedie, una radio, e in prima quinta a sinistra la porta che immette nella cucina. La camera da letto è arredata normalmente: letto matrimoniale, armadio, specchio, cassettone; sul comodino in prima quinta a destra, il telefono. C'è anche una finestra nella parete di destra, che s'apre sulla strada; e, nella parete di fondo, una porta. E' notte. Tutte le luci sono accese. La finestra è spalancata. Bella è sola, in semplice abito da passeggio estivo.
Bella (fuma, seduta sul letto, dando segni d'inquietudine; d'un tratto s'irrigidesce in ascolto, poi accorre alla finestra, si sporge; parla delusa, a qualcuno che passa nella strada) - Buona sera! (Nella voce una leggerezza forzata).
LA VOCE DEL VICINO (Stupita) - Signora!
LA VOCE DELLA VICINA - Come mai così tardi?
BELLA - Aspetto Valerio. Non è ancora rientrato.
LA VOCE DEL VICINO (Scherzosa) - Ah, quel Valerio, quel Valerio!
BELLA - E poi... troppo caldo stanotte!
LA VOCE DEL VICINO - Vento di mare.
BELLA - Sicuro! E a sentirlo dire, pare che il mare debba essere vicino. Invece...
LA VOCE DEL VICINO - Più di cento chilometri!
LA VOCE DELLA VICINA - Noi siamo stati a nozze, sai? Grande pranzo di nozze in casa di Bettina. Magnifico! Eravamo in venti. Anzi: esattamente, ventidue. C'era anche...
LA VOCE DEL VICINO (Interrompendo) - Ehi! Domattina, all'ufficio, chi deve andarci? Io, no? E se cominci i tuoi discorsi...
LA VOCE DELLA VICINA - Hai ragione. Ti racconterò domani, Bella. Buona notte.
BELLA - Buona notte, cara.
LA VOCE DEL VICINO - Buona notte, signora. E mi scusi. Ma se non dormo almeno tre o quattro ore...
BELLA - Vada, vada a dormire. E buon sonno.
LE DUE VOCI (Allontanandosi) - Arrivederci!
BELLA (Si stacca dalla finestra, ma subito vi torna) - Scusate! Che ora è al vostro orologio? Il vento non mi fa sentire il capanile, stanotte, e non sono sicura che il mio...
LA VOCE DEL VICINO (già lontana) - Manca un quarto alle tre.
BELLA - Grazie.
LE DUE VOCI (sempre più lontane) - Arrivederci!
BELLA (rientra; si agita e parla quasi senza voce) - Un quarto alle tre... un quarto alle tre... (Esita; corre al telefono; cerca un numero su un libretto; lo compone; aspetta impazientemente; poi) Pronto! Ghita: sono io Bella. No, no, no non spaventarti. E scusa se ti telefono a quest'ora. E'... è una cattiva azione telefonare a quest'ora. Ma Valerio... è stato da voi stasera? No? (Animata) S'è incontrato con tuo marito forse? (Avvilita) Ah... Niente, niente. (Finta) Sono perfettamente tranquilla. E perché non dovrei essere tranquilla? ...
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