Teatro alla Scala di Milano presenta:
Lohengrin (1965)
Opera romantica in tre atti e quattro quadri. Parole e musica di Richard Wagner
- Interpreti principali: Jess Thomas (Lohengrin) Ingrid Bjoner (Elsa di Brabante) Gustav Neidlinger (Federico di Telramondo) Astrid Varnay (Ortruda) Franz Crass (Enrico) Tom Krause (L'araldo del Re)
- Maestro Concertatore: Wolfgang Sawallisch
- Regia: Peter Lehmann
- Maestro del coro Filarmonico di Praga: Josef Veselka
- Bozzetti e Figurini: Bernard Dayde
- Direttore Allestimento: Nicola Benois
1. Thomas 2. Bjoner 3. Neidlinger 4. Varnay 5. Crass 6. Krause 7. Sawallisch 8. Lehmann
Programma di sala (pagine 24)
- Introduzione (Eugenio Gara)
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
- Prima rappresentazione 18 marzo 1965
L'argomento
Atto primo. Sulle rive della Schelda, nei pressi di Anversa, il re Enrico ha convocato i nobili brabantini: ha bisogno del loro aiuto nella guerra contro i nomadi ungari e vuole conoscere le cause che tengono il loro paese in discordia e senza sovrano. Federico di Telramondo, istigato dall'ambiziosa moglie Ortruda, gli narra come il duca di Brabante morendo avesse affidato alle sue cure i figli Elsa e Goffredo e come questi un giorno fosse misteriosamente scomparso. Egli rinunciò allora a sposare Elsa, che gli era stata promessa, e ora, solennemente accusandola di aver ucciso il fratello per regnare sul Brabante e darsi a un suo segreto amore, sollecita la punizione della colpevole e rivendica per sé la corona. Il Re fa chiamare Elsa che rifiuta di difendersi e invoca il cavaliere che dice di aver visto in sogno. E poiché Telramondo ripete l'accusa e si dichiara pronto a sostenerla con le armi, il Re si appella al giudizio di Dio e invita Elsa a scegliersi il suo campione. Ma essa attende il suo cavaliere e invano l'araldo domanda se c'è chi sia disposto a scendere in campo per lei. Quando dal fiume, su una navicella trainata da un cigno, appare un guerriero. È Lohengrin che, congedato affettuosamente il cigno, saluta il Re e annuncia di essere mandato dal cielo per combattere per l'innocenza di Elsa. Come premio della vittoria Elsa gli concede la propria mano e la corona; Lohengrin pone come condizione che essa non gli chiecla mai né il nome né donde viene. Ha inizio la tenzone e in breve Telramondo è atterrato ma Lohengrin gli fa salva Ia vita perché possa pentirsi. Il Re, i nobili e il popolo inneggiano alla giustizia divina e al vittorioso cavaliere che assieme a Elsa è portato in trionfo.
Atto secondo. Nel castello di Anversa. Telramondo e Ortruda, umiliati, si rimproverano reciprocamente. Il pensiero delle prossime nozze di Elsa li esaspera. La perfida Ortruda però coltiva la speranza di una rivincita: non ignora le arti magiche ed è sicura che il potere dell'ignoto cavaliere è di origine sovrumana e che lo perderebbe se rivelasse la propria identità; bisogna riavvicinare Elsa e persuaderla a questa impresa, scuotendo la sua fiducia e insinuando nel suo animo il dubbio. Elsa stessa inconsapevolmente favorisce l'odioso disegno di Ortruda: si è affacciata al balcone per confidare alla brezza notturna tutta la sua felicità e Ortruda riesce a impietosirla della propria sorte e a farsi accogliere, perdonata, nel palazzo. Sorge il giorno e si raduna folla per assistere alle nozze. L'araldo proclama il bando contro Telramondo e la nomina di Lohengrin a protettore del Brabante. Mentre si forma il corteo nuziale Ortruda getta lo scompiglio chiedendo riparazione dei pretesi torti patiti e tentando di suscitare diffidenza verso lo straniero ignoto, ma Elsa tronca il mormorio della gente ribadendo la sua fede in colui che tra poco sarà suo sposo e il Re si incarica di scacciare la disturbatrice. Non appena il corteo si è ricomposto si fa largo a sua volta Telramondo che taccia Lohengrin di sortilegio. Lohengrin respinge con sdegno l'insinuazione e allontana poi Telramondo che irriducibile si era avvicinato a Elsa offrendosi di vegliare la notte presso il suo appartamento pronto ad accorrere a un suo richiamo. Elsa conferma a Lohengrin di credere ciecamente in lui e insieme si avviano all'altare.
Atto terzo. Primo quadro. Nobili e dame accompagnano gli sposi nella camera nuziale. Elsa e Lohengrin rimangono soli. Ma Elsa è turbata, inquieta. Il veleno di Ortruda ha incominciato ad agire: vuole sapere. Inutilmente Lohengrin cerca di rassicurarla e di eludere le domande che diventano sempre più insistenti. A un tratto irrompe nella stanza Telramondo, con quattro nobili brabantini che gli si sono alleati, per assassinare Lohengrin: ma questi con fulminea mossa lo stende morto, mentre i quattro complici gli si prostrano ai piedi. Elsa sviene. Lohengrin, infinitamente triste e oramai rassegnato al destino, la affida alle dame accorse e ordina ai nobili di portare il corpo di Telramondo davanti al Re.