Note di regia
Tra le commedie di Molière, quella che sempre mi ha maggiormente commosso è “Il Signore di Pourceaugnac”: più di tutte si avvicina al nostro Teatro delle Maschere, con il quale Molière venne a contatto anche attraverso Scaramouche. Intorno al solido nucleo centrale scritto dall'autore, si intrecciano battute e lazzi aggiunti alle prove - forse anche in collaborazione con gli altri attori della sua compagnia - che aumentano la vitalità e la validità della “storia” centrale. Naturalmente so bene che questo mio amore non è condiviso da tutti e che per molti il Pourceaugnac è un lavoro da prendere, diciamo così, “sotto gamba”, perchè è una farsa; però mi conforta e mi incoraggia enormemente avere a compagni, nella mia ammirazione per questa pièce, gente come Diderot, per esempio, che scrisse: “Chi crede che vi siano più persone capaci di comporre “Il Signore di Pourceaugnac” che il “Misantropo” si inganna”. O Voltaire: “Il Signore di Pourceaugnac è una farsa; vi sono però, nelle farse di Molière, scene degne di una commedia vera e propria. Gli scherzi di un uomo grande lasciano sempre scorgere il suo genio”. Dobbiamo capire e accettare la bella lezione di umiltà che Molière ci ha dato quando, rimproverato da qualcuno di avvilire troppo spesso il suo genio in opere “frivole”, rispose: “Sono capo comico oltre che autore: il mio compito è divertire la Corte e attirare il popolo, e sono tenuto a rispettare l'interesse dei miei attori non meno che quelli della mia gloria”.
EDUARDO DE FILIPPO