Da SIPARIO Num. 247 - Novembre 1966:
- "Direzione Memorie"atto unico in scena a Roma
Autore: Corrado Augias
Roma Teatro del Centouno – 31 Ottobre 1966
DIREZIONE MEMORIE Atto unico di Corrado Augias
Attori e Personaggi: (Primo) GIGI PROIETTI – (Secondo) VIRGINIO GAZZOLO – (Terzo) ALFREDO SENARICA – (Quarto) TULLIO VALLI – (Nuovo) MAURIZIO GUELI – (Inserviente) GIUSEPPE PISEGNA
Regia ANTONIO CALENDA – Scena FRANCO NONNIS
Cinque letti di ferro bianchi, sfatti - eccetto uno, intatto. Mantengono l'impronta dei corpi che hanno contenuto. Imposto candore tutt'intorno. Due o tre sedie di ferro, anch'esse bianche. Il bianco deve insomma essere non solo il colore predominante ma l'unico, tanto da risultare stomachevole e opprimente. Può essere una di quelle ore irragionevoli in cui si dà la sveglia nelle comunità. Tre ospiti della stanza, appena alzati, ciabattano avvolti in candidi ancorché vetusti camicioni. Un quarto è a letto dorme, pensa o forse è anche morto. Entra un inserviente. I tre ospiti estraggono le loro ciotole - vecchio alluminio, stagno inoffensivo - e ricevono la colazione. L'inserviente si avvicina poi al quarto, lo scuote, gli inserisce una pillola tra i denti e un “pappagallo” tra le coperte. Esce. I tre mangiano. Non si ode che il battere dello stagno quasi ritmato e poi gorgoglii, deglutizioni, catarrosità, risucchi. Occhiate come di complicità. Torna dopo qualche minuto l'inserviente a ritirare le ciotole e il “pappagallo”. Il Primo ospite apre una nicchia nel muro si china geloso sulle piante, il Secondo bighellona per la stanza; il Terzo scruta sopra e sotto il suo letto con attenzione; il Quarto continua a dormire o a pensare. Poi il Secondo si avvicina alla parete di fondo vi preme l'orecchio.
SECONDO (rivolto a tutti) - Ssssst!
PRIMO (dopo un po' voltandosi) - Ci sono? (Secondo scuote negativamente la testa senza lasciare il muro)
TERZO - Non si sentono più.
PRIMO - Sono cinque giorni.
TERZO - È il topo che fa troppo rumore.
PRIMO - No, sono andati via.
SECONDO - Ssssst! (Si protende disperato contro la parete fissato dagli altri due. Silenzio generale. Pausa. Poi staccandosi) Il topo fa troppo rumore.
PRIMO (fa spallucce) - Sono andati via. (Va verso il suo letto e comincia a ricomporlo. Esegue questa operazione abbastanza svogliatamente poi torna alle sue piantine. Intanto)
TERZO (piano a Secondo indicando Primo) - È proprio sordo... (Ridacchiano insieme, poi Secondo riprende il suo vagabondaggio per la stanza mentre Terzo si accosta al suo letto e visto che Primo sta rifacendo il proprio si decide a fare altrettanto. Compie l’operazione con accanimento quasi acrobatico saltando di qua e di là a controllare l'allineamento delle lenzuola, delle coperte e del cuscino)
PRIMO (si volta solo per dire a Terzo) - Non è un bel principio.
TERZO (pronto) - E il suo? (Primo fa spallucce e torna a zappettare i basilichi. Terzo estrae da sotto il suo letto blocchi di carte, due o tre, pesantissimi e li solleva con pena fino sul letto) Oplà! Oplà!
PRIMO (a Secondo) - Sediamoci un po'. (Va verso il suo letto e si siede, le mani in grembo, poi fa cenno a Secondo di avvicinarsi) Che hai da dirmi? (Secondo lo guarda a lungo interrogativamente)
PRIMO - Come ti senti?
SECONDO - Benissimo.
PRIMO - Ieri hai detto...
SECONDO - Oggi è oggi. (Va fino al letto di Terzo) Vuoi che ti aiuti a mettere in ordine le carte?
TERZO - No grazie, non vuoi parlargli? (Indica Primo)
SECONDO - No. (Primo e Terzo si guardano muti)
PRIMO - Di la verità, li hai sentiti?
SECONDO - Sei diventato troppo lento.
PRIMO - Che vuoi dire? (Secondo si avvicina al suo letto fruga nel materasso ne estrae un campanellino d’argento)
TERZO - Mettilo via. (Secondo sembra indeciso ma Terzo di nuovo con decisione) Mettilo via!!! (Secondo si decide ad eseguire. Primo sorride con gratitudine a Terzo. Silenzio generale. Lunga pausa nel corso della quale i tre si scambiano di frequente occhiate pronti a cogliere il minimo reciproco movimento. Invece non accade nulla poi Terzo a Primo) Oggi è festa.
PRIMO - Si, è una grande festa.
TERZO - Ci sarà molta gente.
PRIMO - Una folla enorme.
SECONDO - Piove. Non è venuto nessuno.
PRIMO (a Terzo) - È una grande festa.
SECONDO - Piove da ieri. Le strade sono interrotte. (Terzo resta silenzioso. Si siede sul letto accanto ai suoi blocchi di carte)
SECONDO - Vuoi che ti aiuti a metterle in ordine?
TERZO - No.
SECONDO - Vuoi farlo da solo?
TERZO - Non lo so. (Il Quarto, fino a quel momento immobile, geme sotto le coperte. I tre gli sono subito intorno fissandolo a quel che pare con speranza. Ma non accade più niente) Bisognerà svegliarlo.
PRIMO - È la pasticca. (Secondo si avvicina a Quarto e lo scuote con delicatezza. Quarto protesta gemendo come chi voglia continuare a dormire)
SECONDO - È inutile.
PRIMO - Ancora non può. (Silenzio generale. Lunga pausa durante la quale riprendono le occhiate e il reciproco sorvegliarsi. Poi)
TERZO (a Primo) - È passato il fastidio?
PRIMO - Quasi del tutto.
TERZO - Anche ai piedi? Può camminare? Molto? (Primo osserva i piedi senza rispondere. Silenzio. Pausa. Poi)
TERZO (a Secondo) - Stanotte ho cercato una candela' Non ce ne sono più.
SECONDO (pronto) - Non ce ne sono mai d'estate. Le tolgono.
PRIMO (sorpreso) - D'estate?
TERZO - Fa molto caldo oggi.
SECONDO - Lo ammetto.
PRIMO - Non più di ieri.
TERZO - Si, invece.
SECONDO - È naturale siamo in piena estate.
TERZO - Fa sempre più caldo, ogni giorno. (I tre restano un attimo silenziosi, immobili, guardandosi. Poi)
SECONDO (guardando Primo) - Il risultato è che si è sempre sudati.
PRIMO (lentamente) - Alle sei di mattina il sole già brucia. (I tre si sorridono poi Terzo si stende sul proprio letto inforca un paio di occhiali e comincia a consultare le sue carte prendendo di tanto in tanto degli appunti. Sarà la sua occupazione predominante fino alla "tragica" fine. Anche Secondo si avvicina al proprio letto. Estrae dal materasso dei capi di biancheria che prende a esaminare. Primo dopo essere rimasto alquanto tempo silenzioso) Direzione memorie. Domenica 5, neve; lunedì 6, nuova neve di dio; martedì 7, pioggia; mercoledì 8, rimproveri, giovedì 9 vita incerta, malessere …
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