OSCAR TEATRO E CINEMA - ARNOLDO MONDADORI EDITORE 1984
- Vestire gli ignudi - L'altro figlio - L'uomo dal fiore in bocca - Sei personaggi in cerca di autore - Enrico IV - Cirano di Bergerac
Autori: Luigi Pirandello - Edmond Rostand
PRIMA EDIZIONE OSCAR TEATRO E CINEMA Gennaio 1984
Luigi Pirandello: VESTIRE GLI IGNUDI - L'ALTRO FIGLIO - L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA
Cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi - Introduzione - Bibliografia - Alcuni giudizi critici - Il testo delle commedie
Copertina di Paolo Guidotti
In Vestire gli ignudi Pirandello riprende un tema a lui caro, l'analisi coerente di un mondo borghese dominato dalla preoccupazione della "rispettabilità" esteriore. Ne è vittima una ragazza, Ersilia Drei, che nel vano tentativo di crearsi un'alternativa morale s'inventa un passato e riveste di un "abitino decente" la sua misera esistenza. Ricondotta alla realtà dall'egoismo di chi non tollera attacchi alla propria rispettabilità, Ersilia muore "nuda" come è sempre vissuta. Fortemente realistico l'atto unico L'altro figlio è un breve bozzetto d'ambiente siciliano: sullo sfondo di un villaggio abbandonato dagli uomini che ne fuggono la miseria, un vivace dialogo fra comari prelude al racconto di un'allucinante storia di briganti. Maragrazia che ne fu la vittima e che in seguito alla violenza subita ebbe un figlio, ora vecchia e mendica rifiuta l'aiuto di quel figlio. Il solo rimastole accanto ma che ella non riesce a considerare suo. L'uomo dal fiore in bocca è il dialogo, in un caffè notturno, tra un uomo condannato a morte per un male inesorabile e un viaggiatore che ha perduto il treno. L'abilità dialettica pirandelliana, oscillante tra virtuosismo e poesia, crea un'attosfera rarefatta il cui protagonista, sentendo ormai prossima la fine, dimentica se stesso e la propria sorte per vivere e analizzare ogni sensazione come se fosse l'ultima.
PRIMA EDIZIONE OSCAR TEATRO E CINEMA Febbraio 1984
Luigi Pirandello: SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE - ENRICO IV
Pirandello e il suo tempo - Introduzione - Bibliografia - Alcuni giudizi critici - Il testo delle commedie
Copertina di Paolo Guidotti.
"Commedia da fare" chiamò Pirandello il suo capolavoro; e in alcune lucidissime pagine ne narrò la genesi artistica. Cinque personaggi si presentano a un Capocomico e raccontano di essere stati inventati da un Autore che li ha abbandonati senza risolvere la loro storia nelle forme dell'arte. Creature vive e autonome quali oramai sono, essi soffrono di dover imprigionare negli schemi generici e convenzionali nel linguaggio scenico le proprie vicende, ossessivamente presenti alla loro memoria; tuttavia, in quanto "personaggi",la finzione teatrale a cui il Capocomico grossolanamente li avvia, rappresenta l'unica fonte di salvezza. Il dramma investe con un pathos morale forse mai toccato da Pirandello, il contrasto tra arte e vita, tra finzione e realtà. Lo stesso problematico motivo anima la tragedia del giovane improvvisamente impazzito, che trovandosi nei panni di Enrico IV crede di essere l'imperatore di Germania ed è costretto a fingersi tale anche dopo aver riacquistato la ragione. Pur raggiungendo l'apice del "pirandellismo" nell'ardita tecnica scenica e nel desolato scavo dell'animo umano, questi due drammi, per la loro alta significazione poetica, appartengono al classico del teatro universale.
PRIMA EDIZIONE OSCAR TEATRO E CINEMA Gennaio 1985
Edmond Rostand: CIRANO DI BERGERAC commedia eroica in cinque atti in versi
Il testo nella traduzione di Mario Giobbe
Copertina di Ferenc Pinter
Introduzione di Guido Davico Bobino
Dal 28 dicenbre 1897, sera della prima assoluta al Thèatre de la Porte-Saint-Martin a Parigi, protagonista Coquelin, il maggiore attore francese dell'epoca, la commedia eroica in cinque atti in versi "Cyrano de Bergerac" di Edmand Rostand ha conosciuto una fortuna strepitosa non solo sui palcoscenici di prosa ma, in varie trasposizioni e riduzioni, su quelli del melodramma o dei musical, sugli schermi del cinema e della televisione. La proponiamo ai lettori di OSCAR TEATRO E CINEMA nella traduzione a sua volta celebre e ancor oggi affascinante di Mario Giobbe che porta la data del 1898. E' senza dubbio, una delle migliori traduzioni teatrali italiane dell'ultimo secolo: fedele alla lettera del testo, precisa nel restituire la rima e le scansioni ritmiche, parca nelle inevitabili libertà cui qualunque traduzione in versi costringe il suo autore: ma, soprattutto assai recitabile, come i lettori adulti ricorderanno, per averla udita scandire, con foga inimitabile, dal compianto Gino Cervi, in un fortunato allestimento diretto dal regista francese Raymond Rouleau nell'anno 1953.