Teatro alla Scala presenta al Teatro Nuovo di Milano:
Corpo di ballo del Teatro alla Scala (1986)
Musiche di Johann Sebastian Bach - Ernst von Dohnanyi - Claude Debussy - Paul Creston
- Interpreti principali: Luciana Savignano, Oriella Dorella, Anita Magyari, Isabel Seabra, Marco Pierin, Biagio Tambone, Tiziano Mietto, Bruno Vescovo
- Direttrice Corpo di Ballo: Patricia Neary
- Regista stabile: Antonello Madau Diaz
- Direttore allestimento: Giorgio Cristini
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Foto delle prove - Nijinsky
Programma di sala (pagine 48)
- Concerto Barocco
- Canzoni d'infanzia
- L'apres-midi d'un faune
- Al di là del tempo
- La genesi del mio balletto (Jerome Robbins)
- Fotografie di Lelli & Masotti
La genesi del mio balletto
L'après-midi d'un faune ha svariate origini. In primo luogo sono rimasto affascinato dal personaggio originario: sono cresciuto insieme alle leggende su Nijinsky in Petrushka, Shéhérazade, L'après-midi d'un faune. Poi ci sono state le mie esperienze come spettatore di questi balletti. Qualche cosa si era insinuata in me. Un giorno durante una lezione, il giovane Eddie Villella, che mi stava particolarmente vicino, improvvisamente si stiracchiò in modo strano, quasi volesse in qualche modo liberarsi da qualcosa. Ho pensato quanto tutto ciò apparisse animalesco... Egli non era cosciente di quanto stava facendo, ed anche questo rimase in qualche modo nella mia memoria. Un'altra volta entrai nella sala del ballo nel momento in cui Louis Johnson stava provando con una studentessa l'adagio del Lago dei cigni. Entrambi si guardavano allo specchio ed io rimasi colpito dal modo con cui essi osservavano quella coppia di innamorati durante la loro danza, senza che fossero minimamente coscienti della vicinanza dei corpi e della sensualità delle loro movenze intrecciate. E trovai molto singolare anche questo. Tutti questi stimoli unita mente ad un'osservazione di Edwin Denby a proposito dei lunghi fraseggi della coreografia originale di Nijinsky, fecero maturare in me l'idea. Poi iniziai. Non avevo chiaro se fosse meglio pensare lo specchio immaginario nella parte anteriore del palcoscenico oppure a destra rispetto all'angolazione del pubblico. Provai il balletto in entrambe le maniere e le trovai entrambe interessanti. Se l'attenzione del ballerino è concentrata su di un lato, il pubblico può seguire gli sviluppi più facilmente, gli spettatori sono per così dire trascinati nello spettacolo. Ma se invece la parte di specchi è situata direttamente nella parte anteriore, parallela agli spettatori, penso che avvenga qualcosa di gran lunga più emozionante. Il ruolo della protagonista è stato inizialmente immaginato per Tanaquil LeClercq, che più si è avvicinata alle mie aspettative, e per di più emanava un alone di fascino e di sensualità affascinante e segreta. Mi sono sempre immaginato che la ragazza si fosse appena lavata i capelli e che indossasse delle scarpette da ballo nuove ed una nuova fragrante tunica, e che fosse entrata nella sala di prova in quello stesso momento, per allenarsi e provare gli esercizi.
JEROME ROBBINS