Piccolo Teatro della Città di Milano presenta al Teatro Lirico:
I Giganti della montagna (1966)
Mito in due tempi di Luigi Pirandello
- Interpreti principali: Luciano Alberici, Mario Carotenuto, Valentina Cortese, Renato De Carmine, Marisa Fabbri, Vigilio Gottardi, Turi Ferro, Franco Mezzera, Ivana Monti, Pietro Buttarelli, Leopoldo Valentini
- Musiche: Fiorenzo Carpi
- Scene: Ezio Frigerio
- Costumi: Ezio Frigerio e Enrico Job
- Regia: Giorgio Strehler
Programma di sala (pagine 52)
- Presentazione
- Note di regia (Giorgio Strehler)
- Pirandello
- L'ultimo Pirandello (Luigi Ferrante)
- La tecnica e la libertà dell'uomo (Enzo Paci)
- Il Piccolo Teatro dal 1947...
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello nacque nella campagna di Girgenti (attuale Agrigento) il 28 giugno 1867, primo figlio maschio di una agiata famiglia della borghesia commerciale. I suoi studi universitari furono condotti a Palermo prima e a Roma poi, ultimati infine a Bonn dove si laureò nel 1891 in filologia. Tornato in Italia dopo l'importante esperienza culturale in Germania, si rivolse agli studi letterari: a Roma, Luigi Capuana, il teorico del verismo, lo introdusse nel mondo militante delle lettere. Il tracollo finanziario della famiglia, giunto all'improvviso, costrinse Pirandello ad una attività di lavoro intensa e faticosa: divideva il suo tempo tra l'insegnamento di stilistica e di letteratura al Magistero di Roma e l'attività creativa, destinata a diventare sempre più cospicua. Ma per molti anni, sino alla soglia dei cinquanta, egli visse lavorando senza molta gloria: la fama e una vita nuova, dinamica, di contatti e di viaggi, gli vennero poi, dal teatro più che dalle novelle (raccolte nei volumi delle "Novelle per un anno"), più che dai romanzi ("Il fu Mattia Pascal", "I vecchi e i giovani", ecc.) e dai saggi (famoso quello su l'Umorismo"). A partire dal primo dopoguerra, le sue commedie giunsero con notevole successo alla ribalta non solo dei teatri italiani, ma anche di quelli francesi e tedeschi; in realtà in quelle commedie, la cui produzione proseguì incessante e fortunata sino alla morte, Pirandello traduceva in pieno il suo anti-naturalismo e l'immagine di una realtà in crisi alla ricerca di se stessa. Dal 1926 al 1934 egli allestì anche una propria compagnia teatrale, di cui particolare animatrice fu Marta Abba; nello stesso anno 1934, Pirandello, a riconoscimento della sua "internazionalità", riceveva il premio Nobel per la letteratura. Quando la morte lo colse, a Roma nel dicembre del 1936, i giornali di tutto il mondo gli tributarono solenni onori. Le 43 commedie edite di Pirandello sono state raccolte nei volumi delle "Maschere nude" (Mondadori, Milano): leggendole secondo la successione cronologica si ha precisamente l'idea di come, partito dal suo"humus" dialettale e regionale, egli approdi a problematiche di sempre più ampio respiro, al di là di ogni provincialismo.
Ricordiamo, tra le altre, "Liolà" (1917), "Pensaci Giacomino!" (1917), "Così è, se vi pare" (1917), "Il piacere dell'onestà" (1917), "Tutto per bene" (1920), "Sei personaggi in cerca d'autore" (1921), "Enrico IV" (1922), "L'uomo dal fiore in bocca" (1926), "La nuova colonia" (1928), "Questa sera si recita a soggetto" (1930), e infine gli incompiuti "Giganti della montagna", di cui il primo atto, con il titolo "I fantasmi", uscì sulla "Nuova Antoloqia" nel 1931, e il secondo apparve nel 1934 su "Quadrante".