Il Salone Pier Lombardo di Milano presenta:
I monellacci a scuola (1974)
Da teatro di Johann Nestroy. Traduzione di Gianni Valle. Adattamento di Franco Parenti
- Interpreti: Franco Parenti, Gianni Valle, Elio Veller, Raffaella Azim, Alessandro Quasimodo, Riccardo Peroni, Chicca Minini, Giorgio Melazzi, Giovanni Battezzato, Flavio Bonacci, Franco Trevisi, Enrico Maggi, Isa Petrich
- Musiche e canzoni: Gino Negri
- Scene e costumi: Gianmaurizio Fercioni
- Regia: Franco Parenti
Collana ANTEDITORE (pagine 36)
- A mo' di prefazione (Franco Parenti)
- Vita di Nestroy (Karl Kraus)
- Appunti di regia (Franco Parenti)
- Il cast
- I monellacci a scuola
- Nella stessa serata: "Giuditta e Oloferne"
A mo' di prefazione...
Durante la mia ultima permanenza al Piccolo di Milano discussi più e più volte sull'opportunità di un avvicinamento a questo attore-autore viennese, Paolo Grassi, allora direttore, riuscì a rintracciare dimenticate edizioni di due testi nestroyani, purtroppo approssimative. Decidemmo di addentrarci nel mondo di Nestroy partendo da zero. Gli avvenimenti successivi ci lasciarono lì: a quello zero.
Questa primavera, noi del Pier Lombardo abbiamo ritentato, e procurateci alcune edizioni tedesche cominciato a tradurre e a far tradurre. Contemporaneamente la casa editrice Adelphi preparava una sua edizione di alcuni testi fondamentali di Nestroy, che con una premura e una comprensione assolutamente eccezionali mise a nostra disposizione ancora in bozze.
Ed ecco quindi il primo approccio italiano a Nestroy, un autore che s’inscrive perfettamente in uno dei filoni di ricerca della Cooperativa, quello attento alle tradizioni nobili del teatro comico, della satira, della buffoneria come esercizio dell'intelligenza.
E in più un'altra sfera d'interessi della Cooperativa, il dialogo con il pubblico, nella tradizione dei 'raisonneurs' che affidano al paradosso, alla battuta arguta che si muove tra fantasia e ragione, alla visione del mondo disincantata e originale, all'umorismo surreale, la forza di una comunicazione. Una tradizione che va da Karl Kraus a Petrolini, da Carlo Porta a Wedekind.
FRANCO PARENTI
I MONELLACCI A SCUOLA
Nestroy scrisse questo suo atto unico alla vigilia della rivoluzione del 1848 e come per molti dei suoi testi, si serve di un modello: il vaudeville francese "Le Maitre d'école" (1841) di Lockroy e Anicet-Bourgeois, fonte che volutamente citava nella locandina. Ma con grande libertà si comporta rispetto al modello: pur conservandone il canovaccio e le figure principali, ne cancella il carattere di divertimento puro perché, trasferendo l'azione nell’Austria dei suoi giorni, compie un gesto più specificatamente politico. Di questo atto unico possediamo 2 versioni che manifestano non solo la fatica creativa dell'artista-attore il quale doveva fare i conti con una Censura sempre ottusa, ma anche la sua volontà di rendere lo spettacolo rappresentabile e recepibile dal pubblico viennese. L'atto unico è stato rimesso in cartellone un centinaio di volte tra il 1847 e il 1860.
Questo atto unico si muove in un'atmosfera di allegra aggressività, assai divertita e francamente burlesca. Si tratta di una scena dì scuola, in cui emerge il personaggio di Willibald, uno scolaro che rappresenta un vero "ragionatore" in pantaloni corti. Di fronte a lui stanno maestri e autorità ottusi e ignoranti su cui la paradossare logica dell'indisciplinato giovanotto ha facilmente il sopravvento. Ciò che ne risulta non è, tuttavia, solo, divertimento spensierato che pure è presente qui in misura maggiore che altrove - giacché al fondo delle imprevedibili argomentazioni di Willibald traluce sempre la fredda fiamma della “disincantata filosofia”, nestroyana. Nelle concezioni e nei nuclei di interesse che traspaiono dietro la spassosa girandola di battute (in particolar modo la maniera problematica di considerare il progresso tecnico - scientifico, e il pessimismo antropologico). "I monellacci a scuola" mostra di appartenere a quel momento storico-culturale ormai al limite di rottura anche dello stagnante equilibrio in cui s'era mantenuta finora l’Austria del principe di Metternich.
ALBERTO DESTRO