CRT MILANO - Milano Aperta - Comune di Milano presentano al Teatro Lirico:
I mille ciliegi di Yoshitsune (1985)
Di Takeda Izumo, Miyoshi Shoraku, Namiki Senryo
- Interpreti: Compagnia di Teatro Kabuki di Ichikawa Ennosuke III
- Adattamento: Tobe Ginsaku
- Regia: Ichikawa Ennosuke III
Programma di sala (pagine 86)
- Il Teatro Kabuki e le tecniche
- Ennosuke e i mille ciliegi
- L'epopea di Yoshitsune
- l testo originale dell'opera
- Biografia di Ennosuke III
Ennosuke e I mille ciliegi di Yoshitsune
Il dramma storico Yoshitsune Senbonzakura nacque duecentoquarant’anni fa come testo per il teatro di marionette Joruri, forma teatrale popolarissima e destinata a diventare col nome più tardo di Bunraku un genere classico di straordinaria raffinatezza. Rappresentato per la prima volta nel 1747, "I mille ciliegi di Yoshitsune" è un lavoro a tre mani: Takeda Izumo, uno dei maggiori drammaturghi giapponesi, lo compose insieme a Miyoshi Shoraku e a Namiki Senryu, elaborando una delle tematiche più note ed amate dell'epopea medievale nipponica. La collaborazione di più autori alla stesura di un testo drammaturgico, fenomeno del resto non esclusivamente giapponese, era già abituale nel mondo del teatro Kabuki, ma produsse i suoi migliori risultati nel teatro di marionette: qui, la produzione di testi collettivi risultò improntata ad un vero spirito di squadra, che riuscì a mantenere il linguaggio, la tensione drammatica e le situazioni ad un livello di qualità altissimo e costante. Questa sorprendente capacità di lavorare in gruppo ottenendo un prodotto omogeneo nel tono e nel livello deriva forse dall'antica tradizione poetica giapponese del poemetto a catena (renga), in cui vari poeti collaboravano componendo in successione le strofe: non è quindi un caso che, nella drammaturgia giapponese, le migliori opere siano spesso dei lavori collettivi. Il successo ottenuto da Yoshitsune Senbonzakura nel teatro di marionette fece sì che, pochi anni dopo la sua composizione, l'opera fosse adattata per le scene del Kabuki, che in quell'epoca stava raggiungendo il suo massimo fulgore. Nati insieme sul finire del XVI secolo, il teatro di marionette Joruri e il teatro di attori Kabuki si spartivano il grande pubblico cittadino, in una rivalità accesa e vivacissima che utilizzava largamente travasi, scambi ed intrecci di tecniche, di tematiche e di opere da un teatro all'altro: se le marionette affascinavano per la straordinaria naturalezza dei movimenti e per la poeticità dei testi, il Kabuki aveva a proprio favore la perizia tecnica degli attori, la versatilità del repertorio e le enormi potenzialità spettacolari di una scenotecnica fastosa e ricca di soluzioni che ancora oggi appaiono di sorprendente modernità. La derivazione dal Joruri è evidente, in Yoshitsune Senbonzakura, nel mantenimento dell'accompagnamento musicale, in cui predomina lo strumento shamisen, e del particolare stile di canto Gidayu, che commenta poeticamente la vicenda intervenendo ad affiancare gli attori come un narratore. Nella classificazione delle opere Kabuki, Yoshitsune Senbonzakura si colloca per questo nel genere Gidayu-kyogen e nella specie Jidaimono (dramma storico in costume). "I mille ciliegi di Yoshitsune" è ancora oggi una delle opere più amate e popolari del repertorio Kabuki: la ricchezza dei costumi, i movimenti di massa, gli innumerevoli colpi di scena ne fanno una delle messinscene più spettacolari di questa elaboratissima forma di teatro. Ichikawa Ennosuke III la interpretò per la prima volta nel 1964, ottenendo un grande successo nel ruolo della volpe Genkuro: da allora, ha recitato in più di settecento rappresentazioni di questo spettacolo. Nel 1980 ha messo in scena l'opera nella sua interezza, con una rappresentazione durata undici ore, tutte nella stessa giornata: cosa straordinaria ormai anche in Giappone. Nella sua versione originale, Yoshitsune Senbonzakura è composto infatti di ben sette atti, ed è abitudine già secolare rappresentarne solo alcuni atti isolati: il che è possibile perché, nella struttura generale dell'opera, ogni atto costituisce in realtà una storia in sé autonoma ed indipendente, che con gli altri atti ha in comune quello che si definisce il "mondo" dell'opera, cioè il suo clima emotivo, l'ambiente e i personaggi. Il successo di Ennosuke ha due fondamentali motivi: la qualità dell'interpretazione e le innovazioni registiche. Come primo attore della sua compagnia, Ennosuke ne è anche, secondo le tradizioni del Kabuki, zagashira: cioè direttore artistico, regista e coreografo. All'interno delle convenzioni del teatro Kabuki, Ennosuke ha introdotto elementi di regia non ortodossa, con una forte accentuazione della spettacolarità (keren). Un carattere distintivo di questo orientamento registico è, ad esempio, l'uso di tecniche come il volo compiuto dai personaggi di tipo sovrumano (chunori): tutte le possibilità scenotecniche offerte tradizionalmente dal Kabuki vengono sfruttate negli spettacoli di Ennosuke, che uniscono al rispetto delle forme e dei codici classici del Kabuki una moderna consapevolezza delle loro potenzialità espressive.