GST presenta:
Un coperto in più (1972)
Due tempi di Maurizio Costanzo
- Interpreti: Carlo Giuffrè, Aldo Giuffrè, Angela Pagano, Maria Teresa Bax
- Musiche: Gianni Ferrio
- Scene: Maurizio Monteverde
- Regia: Carlo Giuffrè
Programma di sala del Teatro Duse di Bologna (pagine 4)
- Solitudine per due
- Il cast
- Il prossimo spettacolo
Solitudine per due
Aspettando quel qualcuno che venga a coprire il coperto in più Maurizio Costanzo ha composto l'ennesima, brillante commedia che non si compendia in un pieno, assoluto boulevard ma gioca a rimpiattino con i grandi sentimenti. Questa volta è di turno la solitudine. Una solitudine mai angosciosa, esistenziale (anche se in fondo è questa la sua matrice), una solitudine, piuttosto, patologica, anch'essa compagna della quotidianità e del vivere moderno, contemporaneo. In questa commedia a quattro personaggi le focalizzazioni dell'essere solo sono comprese in un protagonista unico che agisce a coppie. Da una parte Alfredo, ricco commerciante di napoletanità antica, e Camillo, perdigiorno in cerca di sostentamento, dall'altra Margherita, aggressiva amante del truffaldino Camillo, e Cristina, eterea moglie del nobile Alfredo. Alfredo, no¬nostante che Cristina abbia abbandonato il tetto coniugale, continua a parlare e cenare con lei, la crea per vincere la sua solitudine. E Camillo, capitato per caso, pensa bene di convalidarne il gioco ed il vaniloquio per alleggerire nel frattempo la casa onde fare giornata. Ci prova anche usando Margherita ed il sesso, Cristina e l'ideale. E poi finisce per affezionarsi alla solitudine di Alfredo che non è altro che il riverbero della sua. Un po', insomma, come il guardarsi allo specchio, il rileggersi dentro. Ambedue stanno aspettando qualche cosa che non verrà come gli straccioni di Beckett. Improntata sulla verve irresistibilmente comica dei due Giuffré, per i quali la commedia sembra confezionata su misura, “un coperto in più” riprende i lavori precedenti di Costanzo che fanno ridere ma anche pensare. In questo caso l'autore subisce, inevitabilmente, la corroborante prevaricazione dei due interpreti ma il testo ha sempre una sua autonomia che gli consente, comunque, di raggiungere lo scopo. La interpretazione del tema è lasciato allo spettatore, coinvolgendolo nel gioco delle due coppie del quale si trova prigioniero con ancora il sorriso sulle labbra, a lui spetta la decisione di un giudizio obiettivo delle. situazioni e della natura interna e psicologica di personaggi e vicenda. L'ambiguità dei personaggi stessi è, infatti, l'ambiguità insita nella solitudine nei due termini di rifugio e protesta, condizionamento e stimolo, realtà e menzogna. Ancora una “strana coppia” per dirla alla Simon, si affaccia alla ribalta svolgendo il gomitolo di una storia che è una favoletta di oggi ma, insieme, punta il dito sulla realtà di sempre.