Da IL DRAMMA N.335 - 1° Agosto 1940:
- Ermete Zacconi: tre quarti di secolo in palcoscenico
Autore: Carlo Lari
ERMETE ZACCONI nasce a Montecchio Emilia il 14 settembre del 1857.
Degli ottantatré anni che Ermete Zacconi, a gloria sua e gioia nostra, si porta gagliardamente sulle spalle, quanti il grande attore ne ha passati sulla scena? Togliamo, per amor di precisione l’anno del baliatico, e, più tardi, in varie riprese, qualche decina di mesi per frequentare la “scoletta” di qualche maestro di fortuna incontrato in qualche villaggio e il conto sarà presto fatto. Per il rimanente della sua esistenza visse sul teatro e per il teatro. Avrà avuto, si e no cinque anni, quando gli fecero recitare delle particine da bambino. I suoi genitori si erano conosciuti a recitare in una filodrammatica, entrarono in arte. Fu questa l’origine di una dinastia. A Giuseppe Zacconi, padre del nostro Ermete, non mancava davvero il talento – egli era ad esempio, un eccellente interprete goldoniano ed ottimo direttore e maestro - e la sua vita d’artista sarebbe stata certamente più fortunata e brillante; se una schiera di figlioli non l’avesse in certo modo costretto a limitare le sue ambizioni e a soffocare le sue possibilità. Ermete Zacconi conobbe ben presto l’odissea delle interminabili peregrinazioni e la lotta quotidiana per il pranzo e la cena. Appartenne a misere Compagnie nelle quali faceva di tutto un po’: dal primo attore, allo scenografo, al trovarobe. Nel 1881 entrò nella compagnia Dominici Dondini in qualità di attor giovane e al teatro Fossati di Milano strappò il suo primo grande successo personale nel “Cantico dei cantici” dando così il via alla sua importante e intoccabile storia di “Grande Attore”.
CARLO LARI