UNA DONNA SENZA IMPORTANZA
Di Oscar Wilde drammaturgo è rimasto ben poco: "Il ventaglio di Lady Windermere", che è la sua commedia di maggior significato, due atti unici celebri sopra tutto per il soggetto, "Salomè" e "Una tragedia fiorentina", e quel beffardo lavoro che ci fece riudire la Compagnia Sterling anni or sono, dal titolo intraducibile "The importance of being Ernest" più curioso per le spunto che per i risultati. "Una donna senza importanza", che pur fu interpretata in Italia dalle attrici della passata generazione, non ebbe mai gran fortuna fra noi, sopra tutto per la difficoltà che provavano le nostre Compagnie ad adattarsi ai personaggi e al particolare clima della commedia. Ma in questa stagione teatrale, ecco che "Una donna senza importanza" - per merito di una magnifica interpretazione, di una versione curata e di una intelligente regia - diventa uno dei nostri maggiori successi. Le considerazioni sono inutili davanti a tanta evidenza. Dice Celso Salvini che "Tullio Covaz, il giovane regista che ha diretto l'interpretazone, ha avuto il merito di comprendere prima di tutto che si doveva dare il massimo rilievo al quadro e il massimo peso alle parole, al dialogo; e nessun sottinteso è andato perduto; e la tessitura stilistica e quel particolare impasto di umorismo e di serietà senza parere, che sono il pregio più tipico della commedia, sono emersi amorevolmente nei difficili mezzi toni trovati e nella recitazione di tutti. Sarah Ferrati, che ha vinto una grande battaglia, riuscendo a trasformarsi in una donna dai capelli grigi dolente e tormentata, madre ed amante, fiera per una nobiltà di carattere espressa con magnifica linea. Nino Besozzi ha dato alla figura di Lord Illingworth una compostezza irridente e tuttavia non frigid, una vitalità semiseria non priva di trepidi riflessi di ottimo risalto".