Dal Programma di sala VOTATE per VENERE - 1951:
- Erminio Macario e Elena Giusti protagonisti della nuova rivista
Autore: Ufficio Stampa (Compagnia Macario)
Erminio Macario e Elena Giusti in “VOTATE per VENERE”
Rivista e grande spettacolo in due tempi di Orio Vergani e Dino Falconi
Macario, ovvero l'umorismo in panciolle. Basta che egli entri in scena, con quella sua andatura dondolante, con quelle sue guance rubizze, con quel suo ricciolo, con quei suoi stupori, perché anche chi non l'ha mai visto (ma c'è, poi, chi non l'ha mai visto?) senta come un senso di riposo, di beata tranquillità. Quell'assenza assoluta di dinamicità che sembra trasparire dagli atteggiamenti e dalla voce querula di Macario è come un biglietto di viaggio per un paese dove ci si diverte senza pensare, abbandonandosi fiduciosi all'estro ridanciano di quell'ometto simpaticone. E chi conosce il vero Macario, il Macario serio e quadrato della vita privata, non può non riempirsi di ammirazione davanti al capolavoro della creazione di quel buffo e attonito personaggio, di quella che è la più viva delle maschere moderne.
Si parlava, in passato della sua voce lieve, dove sembrava che tintinnassero calici urtati in un brindisi a due; si parlava della dolcezza dei suoi occhi grigiazzurri, della delicatezza delle sue linee di damina discesa da un quadro di Fragonard. Non si ricercava in lei una sensualità esteriormente prepotente, non i guizzi di una personalità robusta e invadente. Vi conquistava con la squisitezza di un gesto lieve come un volo, con l'eleganza sinuosa della donnina da salotto ottocentesco. Di se stessa faceva parcamente dono agli spettatori. Oggi ha ancora intatti i suoi requisiti: è la “soubrette” delle mattinate al galoppatoio e del tè alle cinque, una signora. Ma scostando i veli della naturale ritrosia, Elena Giusti mette in mostra un nuovo e più caldo temperamento. Oggi, Elena ha trovato la strada più bella: quella dell’umorismo.