Dal Programma di sala DAVANTI A LUI TRE ... NAVA TUTTA ROMA - 1952:
- Le sorelle Nava di nuovo insieme
Autore: Orio Vergani (Corriere d'Informazione)
Davanti a lui tre ... Nava tutta Roma - Uno spettacolo di Terzoli - Silva - Ferretti - Faele
MOMENTI ALLEGRISSIMI
Un po' alla maniera dei famosi clowns Fratellini, le tre sorelle Nava sono abituate, sin dalla loro prima apparizione in pubblico, a lavorare assieme. È il tempo delle coppie comiche, tipo Billi e Riva, dei quartetti, come il Quartetto Cetra, dei terzetti, come quello delle Nava. La comicità ha bisogno, come l'organo e la zampogna, di parecchie canne. Lo abbiamo visto al cinema, con Stanlio e Ollio e con i fratelli Max. Che stia tramontando il tempo dei solisti? Anche la comicità sembra debba essere sincopata, e martellata come la musica dai vari strumenti dissonanti della “batteria”. La stessa immagine comica o musicale deve riflettersi in tre specchi variamente deformanti. Abbiamo visto la stessa Wanda Osiris che una volta primeggiava solitaria come una gardenia, mescolare la sua voce alle polifonie del Quartetto Cetra. I “comici” che sostenevano tutto il peso di uno spettacolo sulle proprie spalle, come - sia concesso il paragone mitologico - Atlante reggeva il mondo, oggi si dividono la fatica, arrivano alla ribalta in comitiva, cercano di diventare una pattuglia per dare l'assalto al pubblico e indurlo al sorriso, Le Nava, nella nuova rivista del Mediolanum, sono tre: i comici sono in cinque (Gino Bramieri, Gianni Caiafa, Ettore Conti, Pierluigi Pelitti, Raffaele Pisu): gli autori sono quattro (la coppia milanese Silva e Terzoli, e la coppia romana Faele e Ferretti): le musiche di cinque autori (Buonocore, Lanza, Lucia, Martinelli e Schisa). La rivista sta diventando una attività collettivistica. Stiamo arrivando al “Kolkoz”. E forse non potrebbe essere a meno dato che il pubblico si è abituato agli spettacoli “trepidanti” e “crepitanti” e chiede, al tempo stesso, di essere servito con abbondanza e velocità.
Le Nava ricordano, se pure nella loro misura femminile, i tre Fratellini. La loro comicità è sostanzialmente di tipo clownesco: la parodia, il grottesco mimico e musicale, e persino le acrobazie e i capitomboli del vecchio circo sono alla base delle loro allegre buffonate. Con temperamenti meno ironici, tre sorelle che si fossero avventurate in altri tempi sulla scena avrebbero voluto interpretare le “tre Grazie” senza arrivare all'antigrazioso di cui si era fatto banditore, per rinnovare la pittura, il futurismo di Umberto Boccioni; le Nava hanno la forza di ridere di se stesse anche come donne, di imporre alle loro voci intonazioni gutturali, di atteggiarsi a insolenti maschiacci, di truccarsi da vecchi lottatori di circo. Non cedono nemmeno per mezzo minuto alla tentazione di fataleggiare. Prendono a pedate il liberty, che è decaduto in tutte le arti da quasi mezzo secolo, ma per il quale molti divi e divetti del music-hall sospirano ancora in segreto. La loro presenza in scena è sempre alacre. Ballerine, parodiste, canterine, acrobate e clownesse,
mi fan pensare a tre allegre vivandiere di un invisibile esercito di amazzoni che si moltiplichino, al campo, per tener allegre le loro compagne. II loro segreto è di buttarsi la femminilità dietro le spalle. Al centro di uno spettacolo che i quattro autori hanno congegnato cercando di evitare quasi sempre la comune ironia rivistaiola, muovendo i loro personaggi maschili e femminili, come in uno strambo mondo di pupazzi, le Nava hanno trovato un testo adatto al loro genere singolarmente veemente, piazzaiolo e smargiasso. Lo spettacolo ha potuto così filare verso i suoi traguardi senza il minimo intoppo. Il quintetto dei “comici” ha stabilito, vicino a loro, un'alleanza senza ombre, e quello che nei termini sportivi si chiamerebbe un perfetto gioco di squadra. Come le tre Nava, tutti e cinque sono stati applauditissimi, nei loro sketches dialogati e cantati. Lo spettacolo è allegro, in molti momenti allegrissimo. Belli, in genere, i balli, di un gioco ritmico molto serrato. Un successo caldissimo, con molte chiamate a tutti gli interpreti e ai quattro autori.
Orio Vergani (dal Corriere d’Informazione).