CINQUE MINUTI CON LUIGI CIMARA
Cinque minuti, non di più. Una premessa scoraggiante, ma cinque minuti con Cimara non saranno mai spesi in spiccioli. E tanto più ne avemmo la certezza quando giovanile e sorridente ci venne incontro, mentre un plotone di belle figliole, lisciate al tornio e inguainate nelle tute da lavoro, sembrava marciasse alla conquista del mondo con il loro sincronizzato “pun-pun” di tacchetti.
Cimara era, al solito, irreprensibilmente elegante: quell' eleganza che non possiamo dire “Vecchio secolo” sebbene il nostro grande attore civetti un poco sulla sua età come tutti coloro che possono amabilmente ironizzare sul tema. Confessargli di averlo amato e ammirato, al tempo dei suoi personaggi più affascinanti, quei corretti signori pieni di stile e di raffinatezze ormai perdutisi nella scapigliatura del presente, non è stato inizio felice, sebbene la sincerità entusiasta della “dichiarazione” nasceva dalla affascinante e giovanile soddisfazione che animava l'impeccabile signore in grigio che ci stava ascoltando.
- E' un po’ triste sapere oggi… quali donne mi hanno amato e non hanno potuto e voluto dirmelo. Comunque…
- Ci dica della rivista, Cimara…
Volevamo rivedere il suo sorriso arguto e risentire l'allegra consapevolezza con la quale parlava del suo ruolo. E' stata per lui la più bella e simpatica maniera cli ritornare giovane, quella di recitare in questa rivista che senza dubbio si staccherà da ogni altro spettacolo del genere.
Il richiamo più potente, su di lui è stato quello di Anna della quale Cimara parla con un tale colore di amicizia nella voce, da farci supporre che neanche alla vigilia del debutto, quando i componenti delle compagnie hanno l'obbligo, può dirsi, di litigare ferocemente per poi abbracciarsi l'indomani al crepitio degli applausi, ebbene, neanche sull’arroventato clima del battesimo Gigetto e Anna si scambieranno la meno affettuosa delle parole.
Gigi, voi fa la rivista con me? …
Un invito per telefono che non dava tempo di riprendere respiro; e Cimara aspirò e accettò.
- E' grande - ci ha detto - Anna è grande. E' impossibile dire quel che sa dare questa donna, quando vuole... ma anche quando non vuole.
Anna è grande e Gigetto è felice, felice di trovarsi tra tanta gente giovane, felice di “passeggiare” al fianco di Anna, in una romantica rievocazione letteraria della “Passeggiata” dannunziana. Felice di lasciarsi “scoprire come un monumento” e parlare con la saggezza del burattino Pinocchio ai signori che hanno perduto “tanto tempo” per onorarlo... felice di vedersi accanto il profilino ermetico e spiritoso di Andreina Paul e di veder lavorare, con l'impegno delle più diligenti operaie, quel plotoncino di splendide inglesine che formano il corpo di ballo della rivista.
Macché, a sentire Cimara, Anna, si comporta nella più meravigliosa delle maniere, attorniata da una vera corte adorante, ma comunque senza bizzosità da regina. Forse una certa incredulità affiorava nei nostri occhi. Non era cattiveria, la nostra. Quel che ci piace di Anna, è proprio la qualità vulcanica del suo temperamento. Ebbene, immaginarla docile e mielata, non ci riesce.
- A San Remo, forse... litigheremo un poco - afferma con irresistibile candore Cimara – ma guai se non fosse così.
Solo parlandogli di Anna riusciamo a “smuoverlo” e allora, torniamo a gettare quell'amo dorato. Cimara ricorda la Magnani quando giovane generica timida ma soprattutto schiva, recitare nella compagnia di Nicodemi. Quella grande, indimenticabile compagnia che i giovani non possono davvero ricordare e che dava splendore e calore al nostro teatro.
Il teatro langue per malinconia, intristito, costretto a invecchiare quando aveva bisogno, invece di tanta giovinezza, la vera giovinezza intendiamoci, ricca di buona linfa e non di... problemi sessuali.
Il teatro... quando un attore come Cimara dice il “teatro” non è possibile restare indifferenti e freddi cosi come il mestiere vuole.
Intorno a lui, si stringono a cerchio, come nelle dimenticate commedie di Pirandello, i suoi personaggi, quelli inconfondibili… immutabili personaggi ai quali Cimara diede l’eleganza del suo stile, il suo delicato cinismo di dongiovanni troppo amato, la sua sicurezza di attore maturato dalla vita ma più ancora dalla sua stessa arte.
Mara Baldeva