Teatro dell'Opera di Roma presenta:
Bolero (1955)
Dramma coreografico in un atto di Aurel M. Milloss sulla musica di Maurice Ravel
- Interpreti: Attilia Radice (La Donna) Guido Lauri (Il Demone) - Uomini e donne della taverna
- Maestro Concertatore: Ottavio Ziino
- Coreografia: A.M. Milloss realizzata da Attilia Radice
- Maestro del corpo di ballo: Gennaro Corbo
- Scene: Dario Cecchi
- Costumi: Sartoria del Teatro diretta da Angiola Donini
Programma di sala (pagine 54)
- Maurice Ravel
- L'argomento
- Gli interpreti
- Nel programma anche i balletti "Schiaccianoci" - "Mondo Tondo"
Maurice Ravel - L'argomento
MAURICE RAVEL (Ciboure 1875 - Parigi 1937) A dodici anni ebbe, nella capitale francese, le prime lezioni dal maestro Gys per il pianoforte e dal maestro René per la teoria. A quattordici anni entrò nel Conservatorio di Parigi dove studiò il violino con De Beriot, l'armonia col Pessard, il contrappunto con Gédalge e la composizione con Fauré. Il Bolero, rappresentato per la prima volta a Parigi, venne composto nel 1928. Della partitura esiste una versione per concerto. Questo lavoro si trova esattamente tra la fantasia lirica L'enfant et les sortilèges composta nel 1925 e il balletto L'èventail de Jeanne scritto nel 1929.
L'ARGOMENTO - Henri Prunières scrisse: "Ida Rubinstein ha compreso che la forza della partitura era tale che la danza doveva apparire come una specie di proiezione nel piano visivo di questa musica irradiante. Essa dunque compose, col concorso del pittore russo Alexander Benois. un quadro nella maniera di Goya: interno d'un grang immenso che serve al baile, ove sopra un palco ella eseguiva una specie di bolero molto stilizzato, in mezzo agli incitamenti e alle dispute appassionate degli spettatori... Come sempre il tour de force ha tentato Ravel; e il desiderio di innalzare ad uno stile una forma di musica popolare che fiorisce nel music-hall. Non sarei sorpreso che la prima idea gli sia stata suggerita da qualche ricordo di quei ritornelli di Padilla e dei suoi emuli che ripetono venti volte di seguito un motivo trascinante fino a determinare nel pubblico una specie d'ossessione entusiastica".
In un ambiente strano e frequentato da gente licenziosa, appare un misterioso personaggio. Il ritmo magico dei suoi movimenti investe via via i vari ospiti e soprattutto una giovane donna. La danza si tramuta in orgia dionisiaca, trascinando tutti in un movimento ossessivo ed irresistibile fino a che, la giovane e i suoi compagni, cedendo al demone ammaliatore, cadono esausti uno dopo l'altro. Il ritmo diabolico si conclude con la immobilità di colui che l'aveva inizialmente suscitato.
La vicenda coreografica ebbe il suo primo battesimo al Teatro dell'Opera di Roma nel 1944.