Teatro La Fenice - Teatro Malibran presentano:
Bilitis et le faune (1982)
Soirèe con musiche di Claude Debussy. Testi di Pierre Louys e Stèfhane Mallarmè. Traduzione "Chansons de Bilitis" di Luigi Lunari
Interpreti: Carla Fracci, Valentina Cortese, Gheorghe Inancu, Lisa Markuson, Antonella Stroppa, Aurora Benelli, Isabela Sollazzi, Iride Sauri
- Coreografia: Jean Pierre Bonnefoux
- Regia: Beppe Menegatti
- Maitre du ballet: Gianni Notari
- Scene e Costumi: Luisa Spinatelli
Programma di sala (pagine 48)
- Bilitis e il fauno (Mario Pasi)
- Debussy "Bilitis ... (Stefano Agosti)
- Debussy e Louys (Ornella Volta)
- Note dello spettacolo (Beppe Memegatti)
- Il pomeriggio di un fauno (Stèfhane Mallarmè)
Note dello spettacolo
Nel 1894 Pierre Louys pubblicò le Chansons de Bilitis fingendo si trattasse della traduzione delle iscrizioni sulle pareti della tomba di una cortigiana greca del VI secolo a.C. ritrovate da un pedante archeologo tedesco: un vezzo di sapiente ironia e un gioco di raffinati. In effetti, al di là della eco del magico lirismo di Saffo, rinnovato attraverso il gusto la sensibilità e la cultura poetica da Mallarmé a Maeterlinck a Gide, degli anni fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, si avverte nelle composizioni di Louys il senso preciso del ludus provocante e liberatorio, di un abbandono rigorosamente controllato nelle forme ad un malessere ancora lucente che poi si risolve in una sensualità radiosa eppure venata di dolorosa malinconia. Utilizzando le musiche di Debussy ispirate a Bilitis per realizzare uno spettacolo, non si può dunque prescindere dal dualismo gioco - malessere. Appunto come in un gioco squisitamente intimo e sottilmente eccitante fra giovani donne che forse solo fingono di essere le adolescenti del mondo di Bilitis, le poesie e le musiche si intrecciano, evocando immagini, ritrovando sensazioni, risolvendosi in passi di danza, rinserrando intenzioni soffuse, intuizioni lancinanti. Non a caso nello spettacolo è inserito anche il. “Prélude a L’après-midi d’un faune” di Stéphane Mallarmé: la violenta apparizione di una sensualità mediterranea e pura, come “i desideri e i sogni di un fauno in un caldo pomeriggio”. Quella raghezza che alcuni critici rimproverarono alla prima esecuzione nel 1894 alla musica di Debussy come alla poesia di Mallarmé, e che oggi invece apprezziamo nella sua densità, non è che un altro aspetto, colto attraverso momenti diversi della stessa tensione spirituale e culturale di Bilitis.
BEPPE MENEGATTI