Teatro alla Scala di Milano presenta:
Gli Ugonotti (1962)
Opera in quattro atti di Eugène Scribe e Emile Deschamps. Musica di Giacomo Meyebeer
- Interpreti principali: Joan Sutherland (Margherita) Franco Corelli (Raul) Giulietta Simionato (Valentina) Nicolai Ghiaurov (Marcello) Fiorenza Cossotto (Urbano) Wladimiro Ganzarolli (Conte di Nevers)
- Maestro Concertatore: Gianadrea Gavazzeni
- Regia: Franco Enriquez
- Maestro del coro: Norberto Mola
- Coreografie: Mario Pistoni
- Bozzetti e Figurini: Nicola Benois
- Direttore Allestimento: Nicola Benois
Link Wikipedia
1. Sutherland 2. Corelli 3. Simionato 4. Ghiaurov 5. Cossotto 6. Ganzarolli 7. Gavazzeni 8. Enriquez
Programma di sala (pagine 32)
- La fortuna di Meyerbeer e la sua attuale riproposta (Massimo Mila)
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'argomento
ATTO PRIMO. Primo quadro. Una sala nel castello dei Nevers. Il conte ospita a cena alcuni amici. Manca ancora un commensale, l'ugonotto Raul de Nangis. Il sorprendente invito si inquadra nella politica del re di Francia che sollecita la conciliazione tra cattolici e protestanti. Raul è accolto con cortesia: ma per metterlo un po' a disagio, Nevers lo stuzzica a rivelare qualche sua avventura amorosa. Raul confessa di essere innamorato di una giovane della quale ha preso le difese, giorni prima, contro le intemperanze d'un gruppo di studenti, e però ignora perfino il nome. Il racconto è interrotto dall'ingresso di Marcello, il vecchio servo di Raul, insofferente che il padrone frequenti la compagnia di cavalieri cattolici. In lui viene riconosciuto uno dei più fieri combattenti dello schieramento ugonotto al forte della Rochelle: esortato almeno a cantare, poi che ha rifiutato di bere, Marcello intona un'empia canzone "contro i papisti e il sesso infernal". Un servo annuncia poi che una donna chiede di parlare con Nevers. È Valentina di Saint-Bris. Affacciatosi sul giardino, Raul identifica in lei l'ignota fanciulla che gli ha colpito il cuore e prova una cocente delusione pensando che sia legata sentimentalmente al conte. L'equivoco avrà, come vedremo, funeste conseguenze. Mentre in realtà si tratta dell'opposto, e lo sappiamo dallo stesso Nevers quando rientra, contrariato, dal colloquio: egli avrebbe voluto sposare Valentina, ma ora la regina si oppone a questo matrimonio, avendo in mente per lei un altro marito, e ha mandato la figlia di Saint-Bris in persona a pregarlo di liberarla dalla promessa. Urbano, il paggio di Margherita di Valois, reca a Raul un messaggio da parte di una donna che intende mantenere l'incognito e desidera vederlo. Raul si lascia bendare, come è indicato nello scritto, e si congeda dai convitati, le cui eccessive effusioni lo imbarazzano.
Secondo quadro. Il castello e i giardini di Chenonceaux. Margherita apprende con soddisfazione il felice esito della missione di Valentina. Il suo progetto può dunque realizzarsi: infatti, con la rinuncia di Nevers è rimosso l'ostacolo alle nozze di Valentina col cavaliere che già segretamente ama, Raul. La felicità di Valentina è solo turbata dal timore che suo padre neghi il consenso all'unione con un odiato ugonotto. Giunge Raul che non tarda a sapere chi sia, e perché l'abbia convocato, la bella e misteriosa signora ch'egli ha conquistato con i suoi modi cortesi. Alla presenza di cavalieri e dame della corte e di signori protestanti, introdotti da Urbano a renderle omaggio, la regina comunica ai conti di Nevers e di Saint-Bris che il fratello Carlo IX li richiama a Parigi. Prima però esorta tutti a suggellare col giuramento la rinnovata concordia degli animi e a salutarne il simbolo nelle prossime nozze tra una cattolica e un ugonotto. Saint¬Bris, piegandosi alla regale volontà, conduce la figlia verso Raul, ma Raul, nella persuasione che sia stata l'amante di Nevers, non le risparmia l'affronto di respingerla. Il suo gesto sconsiderato, cagione di sgomento per tutti, infiamma d'ira e di propositi di vendetta Saint¬Bris e Nevers.
ATTO SECONDO. A Parigi, sulle rive della Senna, al crepuscolo. Studenti carlisti e soldati ugonotti con le loro donne, mescolati ad altri cittadini, cantano a festa. Passa il corteo nuziale di Valentina e Nevers. Una compagnia di zingari danza. Marcello avvicina Saint-Bris e gli consegna un cartello di sfida di Raul. Saint-Bris accetta, ma medita di trasformare un leale duello in un vile agguato. Annotta, echeggia il coprifuoco, il Préaux-Clercs si spopola. Valentina, al corrente delle intenzioni di suo padre, ne informa Marcello. Appena Valentina si è allontanata, arrivano Raul, Saint-Bris e i testimoni. Invano Marcello cerca di mettere in guardia il padrone, perché Raul crede nelle leggi della cavalleria. Ad un tratto, sembrandogli d'udire rumori sospetti, Marcello dà l'allarme. Accorrono soldati ugonotti e studenti cattolici che ingaggiano una furibondo zuffa. L'improvviso apparire di Margherita fa abbassare le armi. La regina ha sdegnate parole di rimprovero per i contendenti, i quali si accusano reciprocamente di tradimento. Marcello rivela allora di aver saputo da Valentina dell'imboscata tesa a Raul. Se non bastasse a Raul questa prova d'amore, Margherita gli dimostra come fu ingiusto a dubitare di Valentina quando essa andò da Nevers. Purtroppo l'irreparabile è accaduto, e Saint-Bris può annunciare "con gioia feroce" che il matrimonio di sua figlia con Nevers è ormai stato celebrato.
ATTO TERZO. È la notte di San Bartolomeo, 24 agosto del 1572. Nell'appartamento del palazzo del conte di Nevers, Valentina è sola col suo dolore, quando riceve la visita inattesa di Raul che, convinto della sua purezza e del suo amore, vuol darle un ultimo, disperato addio e, se mai, morire accanto a lei. L'arrivo di Nevers, Saint-Bris e altri signori cattolici costringe Raul a nascondersi precipitosamente. Saint-Bris spiega il motivo della riunione: Caterina de' Medici esige, e il re si è deciso a dare il suo assenso, che il paese sia definitivamente liberato dal flagello delle continue lotte tra cattolici e ugonotti; l'unica soluzione integrale è lo sterminio immediato degli eretici. Nevers concorda sull'opportunità di annientare i nemici della religione ma è del parere di affrontarli in campo aperto, poiché gli ripugna aggredirli a tradimento. Valentina lo approva, non così Saint-Bris che, giudicandolo un troppo tiepido e perciò infido sostenitore della causa, lo fa arrestare. Neutralizzata l'opposizione di Nevers, Saint-Bris impartisce le disposizioni per la strage, il cui inizio sarà segnato dal suono della campana di St. Germain. Per riconoscersi tra loro i cattolici porteranno una sciarpa bianca. Tre frati, inneggiando "al Dio vendicatore", benedicono le spade e i pugnali che dovranno far trionfare "la causa santa". Usciti i congiurati, Raul, che ha tutto ascoltato, può lasciare il nascondiglio: il suo nobile impulso è di correre ad avvertire gli amici del mortale pericolo che li sovrasta, ma Valentina lo supplica, per l'amore che gli porta e che in quel momento supremo non sa più dominare, di rimanere per non andare incontro a sicura morte. La dichiarazione di Valentina esalta Raul, che appassionatamente la ricambia: il lugubre suono della campana lo richiama però al suo dovere. A forza si stacca dallo struggente abbraccio di Valentina e fugge.
ATTO QUARTO. Raul trova Marcello ferito. Circondati come sono, si rassegnano ad aspettare la fine. Ma li raggiunge Valentina, che si è procurata una sciarpa bianca per Raul e cerca di persuaderlo a indossarla: dalla regina ha potuto infatti ottenere un salvacondotto per lui, purché egli s'impegni a ritornare al cattolicesimo. Raul rifiuta sdegnosamente di tradire la fede, gettando nella disperazione Valentina. Nemmeno la notizia che Nevers è stato assassinato dai suoi nel generoso tentativo di strappare alla strage Marcello, e che perciò Valentina può essere sua per sempre, senza peccato né rimorsi, distoglie Raul dalla sua ferma determinazione. Tanta grandezza d'animo colpisce Valentina che decide di convertirsi alla religione di Raul e di essere con lui almeno nella morte e in Cielo. In mancanza di un pastore, è Marcello che consacra l'unione dei due giovani. Si odono scariche di fucileria, urla terrorizzate, gemiti di moribondi. Irrompono schiere di soldati cattolici scatenati dal fanatismo, un gruppo si avventa contro Valentina, Raul e Marcello mostrando la sciarpa bianca e la croce di Lorena che essi, proclamandosi ugonotti, ricusano con fermezza. Archibugieri al comando di Saint-Bris aprono il fuoco su di loro. Troppo tardi il conte si accorge di aver ucciso sua figlia. Margherita di Valois, che sta rientrando al Louvre da un ballo, alla vista del cadavere di Valentina inorridisce e ordina di deporre le armi.