Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Trieste presenta:
Guglielmo Tell (1954)
Melodramma tragico in quattro atti di Etienne De Jouy e Bis - Musica di Gioacchino Rossini
- Interpreti principali: Paolo Silveri (Tell) Disma De Cecco (Matilde) Laura Cavalieri (Jemmy) Mario Filippeschi (Arnoldo) Silvio Maionica (Gualtiero) Bruna Ronchini (Edwige) - Primi danzatori: Nives Poli - Grant Mouradoff
- Maestro Concertatore: Francesco Molinari Pradelli
- Regia: Carlo Piccinato
- Maestro del coro: Adolfo Fanfani
- Coreografie: Nives Poli
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- 1.Silveri 2.De Cecco 3.Filippeschi 4.Maionica 5.Molinari Pradelli 6.Piccinato 7.Poli 8.Fanfani
Programma di sala (pagine 24)
- Prima rappresentazione 9 gennaio
- Rossini e il Guglielmo Tell
- Il Gugliemo Tell al Teatro Verdi di Trieste
- Guida schematica dell'opera
- I prossimi spettacoli della stagione
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
Rossini e il Guglielmo Tell
Un contratto impegnava Rossini a dare alla Francia un' opera completamente nuova e quest’opera, composta sulla traccia del dramma schilleriano e rappresentata a Parigi nel 1829 è il «Guglielmo Tell». Il libretto francese scritto da De Jouy, era riuscito tanto difettoso, che dovette essere rimaneggiato da un altro poeta francese, il Bis. Però, anche nella forma definitiva, il libretto risultò freddo e retorico nel linguaggio, ben lontano dalla tragedia originale, della quale alcune scene furono conservate, altre modificate o addirittura soppresse. Ma fu sopratutto alterata la figura di Guglielmo Tell; mentre infatti questo personaggio sia nel dramma di Schiller che nella leggenda è semplice e schietto, nel libretto, assumendo un fare altero e teatrale, è reso austero e tetro. Per cui, si deve unicamente al genio di Rossini, che nelle scene salienti, come quella della congiura e del pomo, si è ispirato direttamente all' originale, se l'opera è pervasa dal soffio ispiratore del dramma schilleriano. Il compositore cioè ha saputo trasfigurare con la musica un libretto così manchevole e creare un capolavoro, non solamente della sua creazione musicale, ma fra i più alti dell' opera seria ottocentesca. E questo capolavoro parve un prodigio inaspettato anche agli stessi contemporanei che non riconoscevano più in lui il Rossini popolare delle opere comiche, ma uno nuovo, tutto originale, fuori dai modi tradizionali, anche se l'impressione di assoluta diversità e distacco dalla precedente produzione del musicista si attenui osservando come molti elementi del nuovo stile si presentino già in precedenti opere serie (i recitativi nel «Maometto» hanno già efficacia drammatica; notevoli effetti sinfonici e armonici erano stati raggiunti già nel «Mosè»), E trovò concordi nell' ammirazione tutti i più grandi musicisti, anche i più ostili. Schubert, fervente suo ammiratore, lo chiamava «un raro genio», Schumann definì la sua musica «intelligente e piena di grazia». Perfino il negato re Berlioz, colui che diceva di odiare ogni giorno di più Rossini, ne scrisse sulla «Revue Musicale» un elogio pieno di ammirazione e caldo di entusiasmo. E di recente Ildebrando Pizzetti scrisse: «Il Guglielmo Tell non è solamente la più grande, la più bella delle opere serie di Rossini: è la sola veramente grande, ma di una grandezza da inginocchiarsi davanti». Nel Guglielmo Tell, poema dell' amor di patria e della libertà, echeggiano i fremiti rivoluzionari dell' ambiente parigino da cui nacque. Il sentimento eroico e patriottico è alla base dell' opera: lo esprimono il canto solenne e i recitativi pieni di passione di Guglielmo, personaggio che domina su tutti gli altri per una maggiore vitalità e realizzazione drammatica; lo esprime Arnoldo nei sopracuti del suo canto ardente; lo esprime il Coro, che, quantunque condannato alla immobilità del libretto, è con Guglielmo il protagonista dell' opera. Lo sfondo della vicenda è costituito dalla Svizzera montuosa e silvestre. L'orchestra in quest'opera ha ritmi sempre dinamicamente vivi; è ricca di colori, varia e sempre pervasa dai due fondamentali caratteri: il pastorale e l'eroico. La sinfonia - di nuovo genere rispetto alle altre rossiniane - che, pur senza contenere i motivi dell'opera, la riassume, si divide in quattro parti: la Alba, la Tempesta, la Calma e il Finale, e costituiscono uno dei primi tentativi di suggestione paesistica. Trasposte nel regno dei suoni, vi campeggiano le bellezze alternativamente idilliache e tremende della montagna svizzera, che fanno da sfondo alle tempestose vicende dell' uomo. I colori dell' orchestra rossiniana si incupiscono nel temporale furioso dell'ultimo atto, per rischiararsi in una luminosità iridata di arcobaleno prewagneriano nel finale dell' opera, in cui uno stesso motivo passando da uno strumento all' altro, sempre più in crescendo, trascina con un possente soffio di vita in una sfera lirica che uscendo dal puramente umano si aderge a un' altezza contemplativa universale.
LE RAPPRESENTAZIONI DI «GUGLIELMO TELL» A TRIESTE
A Trieste dal 1836, prima rappresentazione nella Stagione di Quaresima, ad oggi si ebbero sei edizioni di quest' opera: nel 1844, 1858, 1874, 1891 e 1927. Gli interpreti delle due ultime edizioni furono rispettivamente: nel 1891 Luigi Pignatosa (Tell), Francesco Tamagno (Arnoldo), Maria Peri (Matilde) e nel 1927, direttore il Maestro Gennaro Papi, Enrico Molinari (Tell), John Sullivan (Arnoldo), Ines Alfani Tellini (Matilde).