15 Aprile 1942 - Anno XVIII - Numero doppio 376-377
IL DRAMMA
Quindicinale di commedie di grande successo diretto da Lucio Ridenti - Società Editrice Torinese Torino
- In questo numero:
- OLTRE L'ORIZZONTE il testo completo della commedia in tre atti di Eugenio O'Neill rappresentata al Teatro delle Arti di Roma diretto da Anton Giulio Bragaglia - ROSSO MALPELO commedia in un atto di Jules Renard - "Oltre l'orizzonte" al Teatro della Arti di Roma - Palcoscenico (di Gigi Michelotti) - Scenario per balletto (di Riccardo Aragno) - Tra le quinte e alla ribalta - Biblioteca - Termocauterio...
- In copertina: Eugenio O'Neill (caricatura di Cav)
Eugenio O'Neill
E' il più originale e geniale fra gli autori drammatici contemporanei. Tra coloro che per il valore delle loro opere sono riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, senza distinzione di frontiere, Eugene Gladstone O' Neil è "un genio trionfatore del teatro"; definizione ormai adottata universalmente dai suoi critici e dai biografi. Di famiglia irlandese, ed irlandese per temperamento, Eugenio O'Neil (il secondo nome "Gladsrone" lo ha tolto dalla sua firma) è nato casualmente in America, a Nuova York, il 16 ottobre 1888. Ma Curt Riess, il biografo della sua "vita prodigiosa", dice che prima del premio Nobel, cioè nel 1936, era un autore "odiato e disprezzato" perchè irlandese, e solo dopo il premio di 45.000 dollari (le cifre in America incutono molto rispetto ed anche soggezione) gli americani ammisero che il premio Nobel è il migliore autore drammatico del mondo, "ma - aggiunge Riess - il nostro uomo non è popolare perchè irlandese incorreggibile". O'Neil non può essere classificato: egli non è nè decadente, nè simbolista, nè nietzchiano; non fa capo nè a un verismo repugnante, nè a un idealismo che cammina sui trampoli, nè a un misticismo evanescente, nè a uno psicologismo da vertigine ed asfissia. Non ha nulla in comune con la scuola degli "espressionisti" venuta su dopo la guerra e il cui contrassegno è la violenza e la nevrosi; non ha alcun punto di contatto con la maniera naturalistica, a base di intrighi da salotto, nè col realismo tetro e pessimistico, dal riso acre e dalla satira amara, piena di sinistri presagi, instaurato in Russia. O'Neill è semplicemente un artista, che ha fede nella vita e nella poesia che abbella sotto tutte le forme, in cima alle quali sta il senso d'universale cameratismo umano nel pericolo e nel dolore; e la sua è un'arte sintetica, idealistica e realistica insieme. Ma la sua impronta più personale sta nella scelta dei temi, che rivelano l'antesignano e il ribelle, che sono, cioè, tanto alti e degni quanto estranei alle comuni sorgenti d'ispirazione; sta nella drammatica intensità con cui li tratta e nel tragico "pathos" di cui anima i confitti di carattere, di idee, di forze psicologiche.
E' il più originale e geniale fra gli autori drammatici contemporanei. Tra coloro che per il valore delle loro opere sono riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, senza distinzione di frontiere, Eugene Gladstone O' Neil è "un genio trionfatore del teatro"; definizione ormai adottata universalmente dai suoi critici e dai biografi. Di famiglia irlandese, ed irlandese per temperamento, Eugenio O'Neil (il secondo nome "Gladsrone" lo ha tolto dalla sua firma) è nato casualmente in America, a Nuova York, il 16 ottobre 1888. Ma Curt Riess, il biografo della sua "vita prodigiosa", dice che prima del premio Nobel, cioè nel 1936, era un autore "odiato e disprezzato" perchè irlandese, e solo dopo il premio di 45.000 dollari (le cifre in America incutono molto rispetto ed anche soggezione) gli americani ammisero che il premio Nobel è il migliore autore drammatico del mondo, "ma - aggiunge Riess - il nostro uomo non è popolare perchè irlandese incorreggibile". O'Neil non può essere classificato: egli non è nè decadente, nè simbolista, nè nietzchiano; non fa capo nè a un verismo repugnante, nè a un idealismo che cammina sui trampoli, nè a un misticismo evanescente, nè a uno psicologismo da vertigine ed asfissia. Non ha nulla in comune con la scuola degli "espressionisti" venuta su dopo la guerra e il cui contrassegno è la violenza e la nevrosi; non ha alcun punto di contatto con la maniera naturalistica, a base di intrighi da salotto, nè col realismo tetro e pessimistico, dal riso acre e dalla satira amara, piena di sinistri presagi, instaurato in Russia. O'Neill è semplicemente un artista, che ha fede nella vita e nella poesia che abbella sotto tutte le forme, in cima alle quali sta il senso d'universale cameratismo umano nel pericolo e nel dolore; e la sua è un'arte sintetica, idealistica e realistica insieme. Ma la sua impronta più personale sta nella scelta dei temi, che rivelano l'antesignano e il ribelle, che sono, cioè, tanto alti e degni quanto estranei alle comuni sorgenti d'ispirazione; sta nella drammatica intensità con cui li tratta e nel tragico "pathos" di cui anima i confitti di carattere, di idee, di forze psicologiche.