emiliaromagnateatro presenta:
In principio Arturo creò il cielo e la terra (1987)
Di Arturo Brachetti da un'idea di Arturo Brachetti e Giorgio Gaber
- Interpreti: Arturo Brachetti - Kevin Michael Moore (coreografo/danzatore)
- Testi: Giampiero Alloisio
- Musiche: Carlo Cialdo Capelli
- Scene: Rinaldo Rinaldi
- Costumi: Patrizia Bongiovanni
- Regia: Tino Schirinzi
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Programma di sala (pagine 8)
- Ho l'occasione di nascere ... (Arturo Brachetti)
- Arturo Brachetti (Giorgio Gaber)
- Note di regia (Tino Schirinzi)
- Diffido dei giovani (G. Alloisio)
- Foto di scena di Lorenzo Capellini
Ho l'occasione di nascere a Torino, il 13 ottobre 1961: lo stesso giorno di Margaret Thatcher (ma non lo stesso anno). A undici anni vengo rinchiuso in un seminario che mi lascia (anche adesso) un gusto goliardico per le barzellette sporche. Per fortuna, però, conosco un prete-mago che mi apre le porte dei più antichi segreti dei prestigiatori. Mi travesto per gli spettacoli del collegio: indimenticabile, la mia interpretazione della “zitella” (anche perché il cagnolino che tenevo al guinzaglio... si emozionò, proprio in mezzo alla scena). Segretamente riproduco un doppione della chiave del magazzino dei costumi e li passo la maggior parte del mio tempo libero. Ci prendo gusto e “monto” un numero a tre personaggi che in seguito diventano sei. Sei personaggi in cerca di produttore: lo trovo subito, a Parigi, nella Pasqua del ‘79. Si tratta del direttore del “Paradis latin” che, in un momento di totale euforia, cioè dopo due litri di whisky, mi ingaggia per due anni: “Brascettì sè le siucsè”. A colpi di pedate nel sedere, imparo i trucchi del musical e mi accorgo di essere l’unico vero trasformista al mondo. Mi chiamano in Germania come “vedette” di uno spettacolo di gusto felliniano (“Flic flac”). Durante la recita, sono l'unico personaggio parlante; fuori scena non conosco nemmeno una parola di tedesco. Mi riesce di “impressionare” molto la pellicola “Clementi ne Tango” diretta da Caroline Roboh. Passo a Londra, dove un produttore demente investe 4 miliardi per crearmi uno spettacolo faraonico: “Y”. La critica mi si mangia con gusto condendomi di “beccamorto”, “penosamente magro”, ecc. Il pubblico, invece, si diverte, e molto. Poi la critica ritorna e mi decreta un Oscar teatrale per il 1983. Bah! La Regina e famiglia mi vedono in uno spettacolo al Covent Garden, ma non mi invitano per il the. Da tre anni sono tornato in Italia prostituendomi alla televisione e ottenendo soddisfazioni a teatro. Prima, “Varietà”; poi “Amami, Arturo!” e ora “In principio Arturo ...”. Ma “Quando la finisce Arturo?” è ancora da scrivere.
ARTURO BRACHETTI