Bellini Teatro Stabile di Napoli presenta:
'O munaciello (1991)
Uno spettacolo di Tato Russo da Antonio Petito
- Interpreti principali: Tato Russo, Mimmo Brescia, Peppe Calvagna Daniela Cataldi, Franco D'Amato, Donatella de Felice, Carmine De Francesco, Rino Di Martino, Anna Esposito, Ernesto Lama
- Musiche: Antonio Sinagra
- Coreografie: Aurelio Gatti
- Costumi: Giusi Giustino
- Scene e Regia: Tato Russo
Link Wikipedia
- Tato Russo - Foto di scena
Programma di sala (pagine 54)
- Vita artistica di Antonio Pepito
- Viaggio nella mente di Pulcinella (Elena Proto)
- Gli scritti di Salvatore Di Giacomo
- O munaciello (M.Serao)
- L'allestimento (Tato Russo)
- Fotografie di Donato - Le Pera
Un viaggio nella mente di Pulcinella...
Un viaggio nella mente di Pulcinella un percorso attraverso la maschera, la tradizione e molto altro ancora. Un Pulcinella reso umano dai suoi dubbi; maschera annullata da mille altre maschere, specchio infinito: maschera nera, monaciello bianco e luminoso che viaggia nell'inferno della propria mente, un inferno di storia, di cultura e di tradizioni. Dietro la maschera non un attore ma due inconsci, due personalità, due storie, fusi in una sintesi completamente nuova e personale. Pulcinella assoluto dell'infanzia, del gioco, Peter Pan, eterno bambino alla ricerca della propria ombra smarrita. L'attore che gli si accosta inevitabilmente rincorre le ombre della propria memoria, percorre la propria storia a ritroso trovandola popolata di oggetti, voci dimenticate, suoni, cantilene, giocattoli, cavallini a dondolo, strumenti indispensabili per "guadagnarsi" quel volo, che è di conoscenza e fantasia insieme. Insieme ripercorrono quell'inconscio collettivo, che appartiene di diritto alla maschera per trovare lì nel profondo ricordi di canti, poesie, numeri, indovinelli: questi irrisolti intorno alla propria comune esistenza. Una scena come la mente: piena di botole, feritoie, tagli, porte che aperte mostrano mondi possibili, percorsi, intromissioni, frammenti di un'altra storia, di un'altro teatro, di un'altra umanità. Il viaggio inizia con l'aprirsi di una porta e rincorrere una vita, fatta di astrazione e di poesia. Una donna entra e, silenziosamente, conduce la maschera e l'attore attraverso la propria memoria e la propria fantasia, scandendo i luoghi della coscienza ritrovata. Priva di qualunque volto, materia sconosciuta; si veste poi di una bellezza raggiunta, infine indossa la maschera non del Pulcinella, ma dell'attore che dietro quella maschera si cela. Estrema e definitiva presa di coscienza poetica, sintesi raggiunta fra attore e maschera, che, fatalmente, coincide con la fine: la morte, o meglio, il sogno recitato della propria morte. Da quella stessa porta, si sentirà venire, la viva voce dell'usuraio, spettro realissimo della vita quotidiana, banale e dura, immagine della 2necessità" di fare i conti con la propria indigenza. Un viaggio sulle "nostre origini" nella "nostra" infanzia a cavallo d'un Pulcinella che si interroga sul suo essere diabolico, sul suo sesso incerto, su tutta la letteratura che del suo corpo e del suo spirito si è nutrita: donna prena, bambino affatato, figlio alla ricerca di una madre ingrata e cattiva. Nel sogno che è presa di coscienza, tutto si amplifica e si moltiplica: gli spiritelli che lo guidano, sintesi possibile tra uomo e donna, le donne che lo amano, i mille diavoli della mente che in mille lingue gli ripetono, novello esorcismo, che: "la Morte è una bella creatura", che alla fine si rivela come sentimento complessivo dello spettacolo sottostante.
ELENA PROTO