Dal Programma di sala CASANOVA IN CASA NAVA 1954:
- Tre chiacchiere: Permettete? ... Le Nava.
Autrici: Lisetta, Diana e Pinuccia Nava
TRE CHIACCHERE: Permettete? … LE NAVA.
Come state? Desideravamo proprio parlarvi un poco di noi, perché ci conosciamo da tanto tempo, e saremmo felici che sapeste qualcosina di più di quanto sapete poiché se ne sono dette di cose inesatte, su noi, e inoltre sentiamo il dovere di far sì che il nostro pubblico sappia qualcosa intorno a queste tre Nava (tre, già! Tonini è stata operata d'appendicite. Siamo figlie d'arte, come suol dirsi; discendiamo infatti da ben quattro generazioni d'artisti: i nostri nonni e bisnonni erano proprietari d'un magnifico circo, avevano nel loro “cast” i più grossi nomi d'allora; la nostra nonna materna faceva “l’alta scuola”, ed era un'autentica bellezza dei suoi tempi romantici'". Nostra madre mieté in tutto il mondo una corona di successi: lei era molto più brava di noi. Nostro padre è stato uno dei nomi del vecchio “varietà”. Scoperto da Trilussa, era amico di Petrolini, di Grook, di Viviani, di Fregoli; fu appunto quest'ultimo a pronosticare per Pinuccia un avvenire artistico molto brillante (Pinuccia molto ricorda il nostro indimenticabile papà!). Abbiamo goduto di una infanzia meravigliosa e felice, e sempre ci commuove il ricordo di quei tempi lontani e felici. Poi, l'avvento del sonoro determinò una spaventevole crisi fra gli artisti d'allora, e anche papà “Brugnolettone” fu coinvolto, con la sua compagnia di quaranta persone. Questa compagnia era dialettale romana, e noi già facevamo qualche particina, con nostro fratello Nino, che ora è dedito ad un'attività letteraria. La crisi indusse così papà a permetterci di iniziare una vera e propria attività teatrale. Ricevemmo una rigida educazione, e fummo allevate in un clima severo e morigerato, per cui abbiamo sempre lavorato secondo intendimenti alieni da ogni forma di compromesso: e ce ne troviamo contente, come potete immaginare! Disciplina, fervore amore per questo nostro lavoro, senza mai diflettere dai nostri sacramentali doveri; anche quando Pinuccia si ruppe una gamba in scena, quando Diana fu operata d'urgenza in Spagna d'appendicite, quando Lisetta subì la stessa operazione, noi siamo rimaste ai nostri posti dl combattimento, poiché, credete, il teatro è meraviglioso, ma è pure una lotta continua, non sempre piacevole! ... Malgrado tutto, c'era il lavoro, questo nostro lavoro, che noi sentiamo come una missione, scusateci il grosso aggettivo. Le tappe della nostra fatica possono così riassumersi:
1939 - Cominciarono Pinuccia e Diana; una sera, a Firenze, Diana non si ricordò una parola della canzone che doveva cantare; allora Pinuccia uscì sul palcoscenico, e ne improvvisò la parodia, con smorfie, sbracciate, parole senza senso. Ci aspettavamo qualcosa come una lapidazione dopo un sommario processo, invece il successo fu tale, che l'impresario del teatro ci raddoppiò la paga e ci confermò. 1940 - Iniziammo il nostro trio nella compagnia di papà, s'era aggiunta Lisetta "la nera" che era certa di fare meglio di Eleanor Powel! (e ho mantenuto l'impegno! n.d. Lisetta). Poi dice che una è fanatica! n.d. Pinuccia e Diana). Poi ci unimmo al quartetto Funaro, che ricordiamo con reverenza e commozione, e a Spadaro. Cominciava a ingranare! ... 1941 - Tentammo l'estero. Al Wintergarten di Berlino ci fu assegnata la “Stella d'oro", una specie di Oscar tedesco. Ci fu imposto di recitare in lingua tedesca, e dovemmo imparare tutto il numero in una sera sotto la guida di mamma. Facemmo la prova generale davanti alla padrona di casa, una berlinese molto simpatica, la quale rise e si divertì molto, e quando alla fine le chiedemmo cosa gliene paresse, ci rispose: "Siete molto graziose! ma che lingua parlate? ... ". Che la possino! … 1942 - Altra tappa: Scandinava! Ad Aalborg andammo a cavalcare al parco, e tutti i giorni v'incontravamo un distinto ed anziano signore, che ci passava vicino a cavallo, salutandoci cordialmente con un gesto del capo. Una sera, a teatro, lo vedemmo in un palco, con alcune belle ed eleganti signore. Pinuccia fece loro un'infinità di smorfie, fra le loro più matte risate, ma quando rientrò in camerino il direttore del teatro le s'avvicinò pallido, concitato: “lo sapete che tutta la sera avete fatto gli sberleffi al Re?”. Ma la cosa finì con un grande cesto di fiori nel nostro camerino, da parte dei Reali di Danimarca. 1943 - Facciamo ritorno in Italia, debuttando al Valle di Roma, con un super spettacolo a cui prendevano parte Fabrizi, Totò, Tito Gobbi e altre “vedettissime”. 1944 - Prima rivista con Rascel di cui siamo molto amiche, e che rispettiamo ed ammiriamo. Quindi “soubrettes” con Nino Taranto nelle riviste “Scampoli” e “Romanzo di un giovane povero”. Anche a Taranto siamo legate da vincoli di profonda e fraterna amicizia. 1945 - Al Nuovo di Milano, “Zabum, Pirulì, Pirulì”: una rivista che ci rivelò al gran pubblico milanese. 1946 - Il primo film: “Mio figlio professore” con Fabrizi il nostro buon Aldo. Dopo di che andiamo in Belgio. 1947-48 - Siamo con Macario, in “Cavalcata di donne” e “Le educande di San Babila”; siamo molto grate a Macario per la sua umanità e cordialità affettuosa. 1948-49 - La Spagna! Che meraviglioso paese! E nun ce volevano mannà più via! (Una faccenda di passaporti...) (indovinate un po' delle tre chi ha detto questa battuta? ... Ma sì! proprio Pinuccia! 1950 - Grecia. Partenone, Euripide, un chilo di pane due milioni e mezzo, e quindi rientriamo in Patria (gira, gira, l'Italia era sempre dentro il nostro cuore!). Giriamo “Arrivano I nostri!” con Chiari... E fu, quello, un anno tragico, culminato nella scomparsa del nostro adorato papà. 1951 - Riprendiamo con una estiva all'Odeon: “Sette giorni a Milano”. 1952 - Diamo alle scene una tra le nostre riviste più fortunate: “Davanti a lui tre... Nava tutta Roma”, con Aldo Bedosti che abbiamo voluto al timone delle Nava anche quest'anno.... - 1953 - “Tre x Tre = Nava”. Mica male, vero? ... Ci avete viste? ... Noi vi ricordiamo benissimo! 1954 - Siamo a “Casanova in Casa Nava”, e che Dio ce la mandi buona, perché, credete, non si sa più cosa fare per voi: uff, come siete diventati esigenti e schizzinosi!
E per il prossimo anno? Beh, fratelli, calma! Abbiamo però un'idea che se... ma non vi diciamo niente; sappiate che è una grossa sorpresa! Possiamo solo dirvi che abbandoniamo questa formula, sempre che non siate voi, poi, ad abbandonare noi... Nel caso non v'andasse a fagiolo l’idea, fatecelo sapere scrivendoci a casa, Siamo qua, sempre qua per il nostro pubblico. Che è poi il principale artefice e realizzatore dei nostri spettacoli. Non in qualità di "Corifeo", ma come una persona vigile e intelligente. Per la quale siamo felici di lavorare e di creare. Tante e di più cose care.
Le Nava