MARE E WHISKY commedia in tre atti di Guido Rocca.
Regia di Daniele D'Anza. Musiche di Fiorenzo Carpi e Piero Umiliani. Scene di Maurizio Monteverde
Personaggi e interpreti: SILVIA Lauretta Masiero - MARIO Alberto Lionello - ELSA SCIONTI Lina Volonghi - MARINA Marina Malfatti - BENE Mario Pisu - CARLA TIERI Simona Sorlisi - PAOLO TIERI Corrado Olmi - ANGELO RATTONI Ermanno Roveri - ANNA TIERI Giuliana Calandra - FRANCESCO Luciano Meloni - CLAUDIO Mico Cundari - TERESA Maria Teresa Tosti - CELESTINO Leone Ghigi - RAFFAELE Mario manca - BRUNO Edoardo Vianello
ATTO PRIMO - PRIMO QUADRO
Il portico basso, verso strada, di un famoso locale estivo che continua ad essere un ritrovo veramente elegante pur essendo diventato famoso, La sera si affolla di un pubblico che, per l'occasione, si mette in ghingheri, ma, per una certa cerchia, in genere ben provvista di denaro ma non solo di quelto, il locale, e il suo bar in particolare, costituiscano un punto di passaggio o di recapito a ogni ora del giorno e della notte: tornando dalla spiaggia o dal tennis, per lasciare al barista una borsa o gli slip o le racchette, verso mezzogiorno per un'abbondante "prima colazione", casualmente al tramonto per qualche incontro volante; e immancabilmente all'una o all'altra ora della notte. A seconda delle maggiori o minori disponibilità sceniche si scorgerà l'intera facciata, con le sue larghe aperture al piano superiore e, sotto, il portico, i finestroni e la porta, senza battenti, del bar, di cui si scorgerà tutto l'interno, col pubblico che vi si alterna e, in secondo piano, la gran sala centrale coi tavolini e la pista da ballo; oppure la scena risulterà limitata, in altezza, allo spiovente del tetto di tegole del portico, i cui montanti di legno scandiranno a intervalli regolari il davanti della scena, mentre le aperture (finestre e porta) del bar saranno provviste di chiusure adeguate (tende alla veneziana per le fineslre, un doppio portello battente tipo "saloon" del Far-West per la porta), onde le controscene del bar non richìedano soverchio impiego di figuranti. Le didascalie si riferiscono a questa seconda soluzione. Una mattina di fine agosto. Il mare è invsibile ma vicino. Gìornata perfida, di libeccio. Una delle finestre del bar, quella prossima al banco, ha la "veneziana" alzata. AI levar del sipario, Raffaele, sta riordinando il portico. Un ostricaro, quasi al limìte della quinta, monta il suo banchetto. Dal lato opposto, un uomo sta in disparte, appoggiato a un muretto, su cui sta un cestello di fiori: legge un giornale a fumetti; un altro giovane uomo, Bruno, sta suonando alcuni accordi con la chitarra. Poi, sottovoce, attacca a cantare:
BRUNO - Come ogni segno/ che sulla riva / l'onda viene / a cancellar / non c'è mai / una storia estiva / destinata / a continuar. Questo è il regno / di un'attiva / prosperosa / società / elegante e riflessiva / peccatrice... / ma con sobrietà. Senza impegno / troppo acceso / con prudenza / ed attenzione / non c'è mai una conseguenza / perché manca la passione.
RAFFAELE (rientra reggendo un tavolino, insieme ad una folata di vento) - Che razza di libeccio...
CELESTINO - Sembra quello di due anni fa... Ti ricordi due anni fa?
RAFFAELE - (di malumore) - Come no? Ci sono ancora dodici persone che mi devono pagare il conto, da allora !
CELESTINO - Quelle, faresti meglio a scordartele. (Raffaele prepara i tavolini con tovaglia, portacenere e carte)
BRUNO - Già, l'anno della tromba d'aria.
CELESTINO - Di quella famosa giornata che ho venduto tutte le mie gardenie. Un cesto pieno !
RAFFAELE - Assomigliava a questa. Grigia cosi. E non prometteva certo quello che è poi accaduto. Ne sono successe di cose, in poche ore !
CELESTINO - L'amore, grazie a Dio, non tiene conto delle condizioni atmosferiche.
BRUNO - L'amore...
RAFFAELE (dietro al banco, armeggiando con bicchieri e tazzine) - Mi ricordo cosl bene... (A Bruno) Tu proprio li che canticchiavi la canzone di moda quell'anno... (Bruno eseguisce. A Celestino) Tu preparavi i mazzetti con la carta d'argento... (Eseguisce anche Celestino) Beneggi entrò da Ii, preceduto dal suo cappello... (La porta del bar si spalanca, un panama che vola in scena e un uomo sulla cinquantina che lo insegue cercando di afferrarlo. È vestìto di bianco con un golf scuro. Ha a tracolla un grosso binocolo da marina).
BRUNO - Accidenti! (Raffaele gli raccoglie il cappello) Grazie Raffaele...
RAFFAELE - Signor Beneggi, i miei rispetti!
BRUNO (cerca una sedia) - Nessuno ancora?
RAFFAELE - Anche la signora Scionti deve aver preso paura del tempo. Prende qualcosa?
BRUNO - Un caffè. Bollente. (Sfoglia il giornale) Questo tempaccio viene dal Caucaso. C'è scritto qui. "Una corrente d'aria fredda che attraversera tutta la zona mediterranea. Non si escludono nevicate sui monti". Hai capito? Andiamo a sciare. (Si alza, muove verso un finestrone laterale. Punta il cannocchiale verso il mare) Naturalmente sul mare non c'è un pattino. Queste onde mi privano del mio solo divertimento. (A Raffaele) Secondo te, la Perini Savoldi ha un bel petto? Lo so, ci giureresti, E invece io ti dico di no. Né bello né brutto; non ne ha affatto. (Alludendo al cannocchiale) Me lo ha rivelato lui....
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GUIDO ROCCA
Figlio del famoso scrittore e commediografo Gino, seguendo fedelmente Ie orme e gli insegnamenti paterni, a ventotto anni ha rappresentato la sua prima commedia I coccodrilli che messa in scena da Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Vittorio Sanipoli e Bianca Toccafondi, ottenne l'unanime consenso del pubblico e della critica (1956). Avviatosi giovanissimo alla carriera giornalistica dopo essere stato reporter, cronista, redattore e critico teatrale, fu per due anni direttore di un settimanale a rotocalco, abbandonandolo poi per dedicarsi unicamente al teatro. A quell'epoca aveva già scritto due romanzi: Si spensero i fuochi e Una ragazza imprudente, quest'ultimo favorito da un notevole successo, e stava terminando la sua seconda commedia: Una montagna di carta rappresentata poi dal piccolo Teatro della Città di Milano (1958). Autore con Vittorio Gassman, della fortunata rubrica televisiva II Mattatore, Guido Rocca ha scritto e rappresentato, prima di Mare e Whishy altre due commedie: La conquista di Roma (1957) e Un blues per Silvia (1959).