Compagnia Stabile di Genova presenta: L'HURLUBERLU ovvero "il reazionario innamorato" commedia in 4 atti di Jean Anouilh
Titolo originale: L'HURLUBERLU
Debutto Teatro Duse Genova, il 26 Novembre 1959
Traduzione e regia di Luigi Squarzina - Scene di Gianni Polidori - Costumi di Misa D'Andrea - Musiche Fiorenzo Carpi
Personaggi e interpreti: IL GENERALE Ernesto Calindri - BELAZOR Vittorio Sanipoli - LEBELLUC Gianni Mantesi - IL DOTTORE Gino Bardellini - LEDADU Franco Parenti - IL CURATO Leonardo Severini - MENDIGALES Gianni Musy - TOTO' Marco Zoccheddu - IL FIGLIO DEL LATTAIO Andrea Montuschi - IL LATTAIO Nino Milia - AGLAE Milly Vitale - MARIA CRISTINA Cristina Cacciatore - SOFIA Adriana Vianello - LA ZIA BISE Giusi Dandolo.
ATTO PRIMO
Lo studio del generale. Armi, ricordi coloniali al muro, la carta di Francia con bandierine. Paesaggìo tipico della provincia francese. Da una finestra un campanile che domina la cìttadina. Due porte finestre danno su un giardino. In scena il generale e ìl dottore- Il generale è in vestaglìa e il dottore lo ausculta.
GENERALE - ...nominato generale di brigata con decreto del 1° febbraio. Generale a quarant'anni! Era simpatico, dovete convenirne. Finalmente mi tolgo i fiIetti, mi cucio la mia brava stella sulla manica e mi dico: "È fatta!". Con un po' di fortuna l'Europa esplode, una bella campagna, e io salpo. Il 27 dello stesso mese, 180 giorni di arresti in fortezza per avere cospirato contro il regime repubblicano. Mi sbattono a Pontségur nei Pirenei; una costruzione del 14° secolo, notevolmente migliorata dal Vauban dal punto di vista militare ma non dal punto di vista dei conforts. Un freddo, amico mio! Da crepare! E le due coperte regolamentari. Ah, vi giuro che me lo applicavano, il regolamento! La Repubblica è una buona figliuola, ateniese, come si suol dire: tutta sculettamenti, sorrisi, concessioni di tabaccherie alle amiche, e favori agli amici; ma quando le capita fra le mani uno dei suoi nemici, altroché, se diventa spartana! Non importa. Ginnastica quotidiana, doccia gelata; loro non se Io aspettavano, ma io resisto. 14 Iuglio: amnistia. Per solennizzare la presa della Bastiglia, ci pensate? Fare questo a me! Li vedo, a berci sopra, quei massoni del ministero! 13 giorni di condono per darsi I'aria di essere generosi, uno scappellotto e via. Sia pure. Ingoio l'affronto ed esco Io stesso. Che volevate che facessi? Mica potevo restarci con la forza, nella loro gattabuia. In quel genere di posti è difficile entrare quanto uscire. Eccomi per le strade, fra l'odore di frittura e di vino rosso, in mezzo all'allegria popolare, colla valigia in mano. Mi tappo il naso e le orecchie, scanso due o tre fanfare e imbuco la via della stazione; sette chilometri in pieno sole. Neanche parlarne, di trovare un'automobile. L'unico che Ie affittava, in paese, era il vice-sindaco socialista; mi avrebbe detto di no, e anch'io a lui. Faceva un caldo quel giorno!... Per spirito di contraddizione, io, che avevo resistito sei mesi nella loro cantina, mi becco un fior di raffreddore - forse perché risentivo del colpo del 14 luglio: capacità difensiva ridotta. Quattro mesi di convalescenza, nel corso dei quali apprendo che mi hanno messo in congedo. Il più giovane generale di Francia e il più giovane silurato: era completa, avevo tutti i titoli... Mi ritiro qua in campagna, mi sposo, Mi occupo seriamente di agricoltura, faccio dei figli, ma è un'attività transitoria: a poco a poco I'inazione mi pesa. Penso a scrivere le mie memorie, come tutti i generali: scrivo il titolo in cima alla pagina, capitolo primo... Poso Ia penna un attimo per riflettere - imprudenza che i generali d'abitudine non commettono mai - e mi accorgo di non avere niente da dire... A questo punto, amico mio, vi confesso che ho avuto un momento di debolezza. Ah si! Il primo e I'ultimo, d'altronde. Il buco nero della disperazione, e io davanti, dritto, come un grosso imbecille... Ouesta era dunque la vita?
DOTTORE - Adesso vi misuro la pressione.
GENERALE - All'improvviso, un bel mattino, e per puro caso - vi dirò poi come - scopro l'esistenza dei vermi. Ero salvo.
DOTTORE (che ha preso t'apparecchio per misurare la pressione) - Dei vermi?
GENERALE - Si. I vermi, quelle bestioline formicolanti. Mi sono accorto che se in Francia le cose non andavano più per il loro verso, da un pezzo, è perché c'erano i vermi nel frutto. Tutto era chiaro, finalmente: Ia Francia aveva i vermi!
DOTTORE (distratto, prendendogli la pressione) - Ah, ah.
GENERALE - Il mondo intero, del resto. Ma me ne fotto, io, del mondo ! Sono francese, e per prima cosa devo occuparmi della Francia.
DOTTORE (che ha applicato la gomma all'appatecchio) - Sentite, generale, forse la Francia ha i vermi, ma neanche voi state troppo per la quale. Sapete che avete 220?
GENERALE - Di minima?
DOTTORE - Di massima. Può bastare. Non mi piace punto. Il mio predecessore non s'è mai preoccupato di questa cifra?
GENERALE (che sì riveste) - Vi dirò: lui aveva 250. Mi diceva: "Maiale! - chiudendo la sua borsa - avete soltanto 220! Siete un giovanotto!". Mi offriva uno dei suoi sigari, io andavo a prendere una bottiglia di porto e Ie davamo fondo in santa pace parlando dell'apertura della caccia. (È andato a prendere la bottiglia sul mobile, verso destra)
DOTTORE - Poco - pochissimo: anch'io ho 220.
GENERALE (rapito) - Davvero? Mi fa piacere. Mi siete sempre più simpatico...
...
1) GENERALE - Nominato generale di brigata con decreto del 1° febbraio. Generale a quarant'anni! Era simpatico dovete convenire... Il 27 dello stesso mese, 180 giorni di arresti in fortezza per ever cospirato contro il regime repubblicano.
2) GENERALE - Mio figlio mi crede un eroe... Spero di riuscire a mantenere la posizione finché avrà dodici anni circa.
3) ZIA BISE - No, Lodovico, un simile sguardo non può ingannare una donna. E di me che avete sete.
4) BELAZOR - Che buon gusto hai avuto, gioia mia, a condurci in paese un'adorabile donnina tutta nuova!
5) GENERALE - Un uomo e una donna che hanno tentato di vivere insieme e di amarsi, sono quasi sempre in guerra, nel loro segreto.
6) GENERALE - Niente trasporti eccessivi. Prima c'è da mettere appunto un piano di insieme. LEDADU - Per la strategia mi rimetto a voi, signor generale.
7) DAVID - Il teatro moderno ha fatto un gran passo in avanti. Il gioco fine a se stesso, il divertimento, sono finiti.
8) DAVID - ... Bisogna vivere, signore mie, bisogna vivere!... E' un mestiere come un altro, si impara!
9) LEDADU - Ho capito!... Niente bandiere e acqua in bocca. Ben inteso non per questo io smetto di pensarci, ma quando penso io nessuno se ne accorge.
10) AGLAE - Che posso fare senza il signor Achille de Lépaud? GENERALE - E' giusto. Allora a voi Ledadu. Fate più che altro una prova di memoria, mentre si aspetta il signor Mendigalés.
11) AGLAE - Ricomponetevi. Non mi piace che mi costringiate a essere una donna... Lasciatemi il piacere di rispettarvi.