Dal Programma di sala AMANTE DIABOLICO 1962:
- Enzo Turco e Marisa Mantovani: quattro chiacchiere ...
Autore: Ufficio Stampa Compagnia Macario
QUATTRO CHIACCHIERE DI ENZO TURCO
E' permesso? Si può? Ma le concedete quattro chiacchiere intorno al mio u curriculum?
Grazie! Molto gentili!
Se durante l'intervallo non avete cose più importanti da leggere, e se proprio può interessare a qualcuno che non l'avesse ancora capito, vi dirò che io sono... napoletano! Ma c’è proprio questo “qualcuno” che non l'aveva ancora capito? Ho i miei dubbi! Vi dirò inoltre che nel corrente anno di grazia '62, io festeggio i miei quarant’anni! Proprio così, non vi stupite: i miei quarant’anni... di teatro. La mia età?
E che importanza può avere?
L'attore ha sempre l’età del personaggio che interpreta. Preciserò quindi che nel lontano 1922 esordii ovviamente a Napoli, giovanissimo, ancora imberbe nella Compagnia Stabile di Prosa del Teatro Nuovo. Fui in seguito con la Compagnia di Armando Gill e Guido Di Napoli poi con Scarpetta e con Viviani e nel 1928 lasciai la prosa per la rivista, nella quale militai per un trentennio, quasi sempre in Compagnie di prim'ordine. E f u nel 1935-36 che lavorai a fianco di Macario nella sua bella Compagnia di riviste che aveva per soubrette Hilda Springher. Quindi, in ordine cronologico, fui con Anna Fougez, con Nino Taranto, con varie Za-bum di Mattoli, Garinei e Giovannini, con la Cantachiaro N.2 con Wanda Osiris, con Walter Chiari ed infine con Totò. Dopo il '58 feci il cinema e molta televisione, ed ora eccomi nuovamente fra i collaboratori di Macario, nella sua Compagnia di prosa, e vi assicuro che lavorare a fianco di questo eccellente e singolarissimo Artista, è per me motivo di orgoglio e crescente soddisfazione.
E poiché il campanello dà il segnale d'inizio, io mi affretto a chiudere nel mio linguaggio partenopeo, con rispettoso: “Scusale d'e chiacchere”
Vostro Enzo Turco
MARISA MANTOVANI ci racconta…
E' proprio così. Entrati in teatro (“in arte si usa dire dai comici, con quelle nobili tradizioni che io non ho”) per una scommessa.
Lo so, sembra inventata dal solito agente pubblicitario senza fantasia, ma molto spesso la verità è squallida come la menzogna. E questa è la verità, nuda e cruda. Tra l'altro non ho nessun agente pubblicitario e se l'avessi, giuro, la fantasia, per amore o per forza, gliela avrei fatta venire.
Dunque, la cosa andò così. Un noto regista, cercava un'attrice per un ruolo mollo importante nel “Malinteso” di Camus. Ne aveva, di attrici come si dice... protestate molte e nessuna gli garbava. Io scommisi con un amico burlone che se mi fossi presentata, sarei stata scritturata a braccia aperte. In realtà, non proprio a braccia aperte, ma ad occhi chiusi e orecchie tappate, certo mi accolsero se ebbi la ventura di essere scritturala, digiuna com'ero dì ogni A B C di recitazione, per la importantissima parte che, come il famoso osso, era conteso da tanti cani.
Me la cavai, non so come. Io, che in arte nacqui, come si suol dire, sotto i cavoli, non ebbi alcun maestro; nessuna Accademia; nessuna scuola che mi abbiano dato il tranquillante benestare; e malgrado ebbi nuove scritture. Tutto questo raccontavo a Macario, una sera al Ristorante della Televisione, dopo che lui mi aveva vista e sentita in un “partone” fortemente drammatico. Non so se fosse colpa mia, ma fu quella la prima volta in cui lo vidi un po' giù di corda.
Ebbi il torto, io che non scommetto mai, di ripetere, e proprio con Macario, la seconda scommessa della mia vita: quella che non avrei mai e poi mai tentato l’esperienza della commedia comica. Risultato: eccomi qua. Ho perso la scommessa, mi esibisco in un repertorio più che brillante. Macario ha tutto il diritto di ridere di me e io... Beh debbo dirlo: sono contenta.
Era necessaria un’esperienza.
Far ridere il pubblico (e magari mi riuscisse bene) è, credo, altrettanto importante che farlo piangere o pensare, è per lo meno, nel grande, indefinibile giuoco del Teatro, altrettanto morale.
Marisa Mantovani