Dalla collana "ANTEDITORE - 1974:
- Franco Parenti mette in scena due farse dal teatro di Johann Nestroy
Autore: Franco Parenti
A mo' di prefazione...
Durante la mia ultima permanenza al Piccolo di Milano discussi più e più volte sull'opportunità di un avvicinamento a questo attore-autore viennese, Paolo Grassi, allora direttore, riuscì a rintracciare dimenticate edizioni di due testi nestroyani, purtroppo approssimative. Decidemmo di addentrarci nel mondo di Nestroy partendo da zero. Gli avvenimenti successivi ci lasciarono lì: a quello zero.
Questa primavera, noi del Pier Lombardo abbiamo ritentato, e procurateci alcune edizioni tedesche cominciato a tradurre e a far tradurre. Contemporaneamente la casa editrice Adelphi preparava una sua edizione di alcuni testi fondamentali di Nestroy, che con una premura e una comprensione assolutamente eccezionali mise a nostra disposizione ancora in bozze.
Ed ecco quindi il primo approccio italiano a Nestroy, un autore che s’inscrive perfettamente in uno dei filoni di ricerca della Cooperativa, quello attento alle tradizioni nobili del teatro comico, della satira, della buffoneria come esercizio dell'intelligenza.
E in più un'altra sfera d'interessi della Cooperativa, il dialogo con il pubblico, nella tradizione dei 'raisonneurs' che affidano al paradosso, alla battuta arguta che si muove tra fantasia e ragione, alla visione del mondo disincantata e originale, all'umorismo surreale, la forza di una comunicazione. Una tradizione che va da Karl Kraus a Petrolini, da Carlo Porta a Wedekind.
APPUNTI ...
La farsa e la parodia sono fra i generi teatrali quelli in cui può esplodere più clamorosamente il senso del teatro, la fantasia, l'invenzione continua dell'attore che quasi sempre di queste farse e parodie è anche l'autore. Ma anche nel caso che l'autore interpreti questi momenti teatrali di un altro autore-attore, dovrà sempre ritagliarsi un abito a propria misura sulla stoffa che gli viene offerta. Questo è stato per me il caso di ogni anno punto e da capo in cui alcuni momenti tra i più squillanti del primo Eduardo sono stati rivissuti con una partecipazione non soltanto di riproposta ma di personale rinnovamento.
Giusto è oggi il caso di questo spettacolo che partendo due celebri modelli Nestroyani, cerca una sua autonomia, un suo modo di essere teatro portando avanti una esperienza di far teatro che è peculiare nella nostra compagnia, che di questa compagnia vuole essere momento di studio, di approfondimento, di ricerca, di verifica.
Si torna così alla farsa e parodia come proposte esaltanti di fatti teatrali che sono corpo e sangue del teatro, insostituibile esercitazione per gli attori.
Analizzare: Karl Kraus, il primo e più grande lettore e propositore di Nestroy nell'epoca contemporanea. Perché non chiedere a lui, profondissimo conoscitore dei meccanismi linguistici nestroyani al suo ragionare per intelligenza e pessimismo, un contributo? Recitare aforismi, una recitazione che si definisce tramite aforismi. Personaggi che non si costruiscono nel dettaglio del gesto o dell'intonazione, ma attraverso un continuo accumulo di dilazioni verbali di rovesciamenti del senso comune per ritrovare nell'umorismo critico il loro definitivo senso comune. L'assurdo. Il calcolo della costruzione della frase come esercizio dell’intelligenza. Finalizzazione satirica della frase. La quotidianità del parlare selezionata per assurdo in una forma logica senza più quotidianità, non più finzione di naturalezza ma forma di naturalezza.
Pessimismo
Ragionamenti e pessimismo
Stacchi musicali: couplets. Riflettere su una situazione cantando direttamente al pubblico l'oggettivazione di tutta la realtà del momento.
Esaurire un primo approccio in un testo compiuto? Cercare nella produzione nestroyana la possibilità di altre strade più aperte, più sollecitatrici di interventi e di collaborazione?
Giuditta e Oloferne: parodia di una tragedia (Hebbel), rilettura di un testo biblico proiettata tutta nel contemporaneo; emergere della dissennatezza di un dittatore, della violenza del mondo degli affari, creazione di un ambiente per colpire il bersaglio effettivo: il filisteismo, Gioco di massacro di personaggi spinti continuamente dentro e fuori la loro storia, slittamenti nella quotidianità, allusioni ...
Ragazzacci a scuola: Scuola, luogo tipico di teatralità. L'autorità, l'educazione, l'educatore, gli educandi. Conflitti inesauribili.
FRANCO PARENTI
I MONELLACCI A SCUOLA - Nestroy scrisse questo suo atto unico alla vigilia della rivoluzione del 1848 e come per molti dei suoi testi, si serve di un modello: il vaudeville francese "Le Maitre d'école" (1841) di Lockroy e Anicet-Bourgeois, fonte che volutamente citava nella locandina. Ma con grande libertà si comporta rispetto al modello: pur conservandone il canovaccio e le figure principali, ne cancella il carattere di divertimento puro perché, trasferendo l'azione nell’Austria dei suoi giorni, compie un gesto più specificatamente politico. Di questo atto unico possediamo 2 versioni che manifestano non solo la fatica creativa dell'artista-attore il quale doveva fare i conti con una Censura sempre ottusa, ma anche la sua volontà di rendere 1o spettacolo rappresentabile e recepibile dal pubblico viennese. L'atto unico è stato rimesso in cartellone un centinaio di volte tra il 1847 e il 1860.
GIUDITTA E OLOFERNE - Il 1 febbraio 1849 viene messa in scena al Burgtheater di Vienna la Judith, tragedia in quattro atti del poeta Friedrich Hebbel, scritta nel 1840 e già celebre in Germania. Il 13 marzo dello stesso anno - poco più di un mese dopo - il Carl-Theater presenta "Giuditta e Oloferne" di autore ignoto, in cui Nestroy interpreta Giuditta, e la sua abituale spalla Wenzel Scholz, Oloferne. Un famoso banchiere viennese viene ritenuto l'autore della parodia, che riscuote un immediato successo, benché proprio in quei giorni Vienna cedesse alle truppe controrivoluzionarie del principe Windischgràz. Solo a partire dal 1856, quando l'atto unico ritornò in repertorio (e con Nestroy nel ruolo di Oloferne - Joab era un altro degli abituali attori del Carl-Theater - Carl Treumann) si diffuse la notizia che lo stesso protagonista ne era l'autore. La tempestività con cui Nestroy fa seguire la sua parodia alla prima viennese di un'opera di un autore tedesco celebrato, ci conferma la duplice attenzione di questo drammaturgo per gli avvenimenti culturali della sua età e per la ideologia rivoluzionaria. Nestroy, profondo conoscitore degli uomini, rifiuta il falso pathos della rivoluzione per conservarne invece il vero insegnamento: smitizzazione dell'eroe e sua riduzione alla torva, volgare brutalità del filisteo piccolo borghese e del superuomo - che sul modello napoleonico - aveva esaltato parte della letteratura romantica. Ciò che permetterà a Karl Kraus di dire: "La parodia è di Hebbel, non di Nestroy".