Compagnia Stabile di Piero Mazzarella presenta al Teatro di via S.Calimero a Milano:
Amor vecc el ven mai frecc (1981)
Tre atti di Aldo De Benedetti
- Interpreti: Piero Mazzarella, Rino Silveri, Gianna Coletto, Barbara Marciano, Riccardo Folco, Marco Ceso Bona, Ada Minari, Miro Landoni
- Musiche: Paolo Zavallone
- Scene: Laboratorio T.S.C.
- Costumi: Art Nova
- Regia: Rino Silveri
Programma di sala (pagine 8)
- Nel repertorio di Piero Mazzarella... (Rino Silveri)
- La stagione
- Locandina - Gli spettacoli della Compagnia
Fotografie di Roberto Bertelli
NeI repertorio di PIERO MAZZARELLA, il nome di ALDO DE BENEDETTI, ricorre spesso, da "Dò donzenn de spin..." a "Quand gh'è nò la gelosla" (ìn prima nazionale al Teatro S. Babila) a "Mia moglie ha sbagliato marito", "L'Armadietto cinese".
Queste traduzioni-adattamenti tutte eseguite dal sottoscritto celano titoli di grande successo, nell'ordine: a "Due dozzine di rose scarlatte" (famosissimo anche il film con Elsa Merlini) "Appuntamento d'amore" "Non ti conosco più" (di cui il cinema con Proietti, Vitti e Dorelli si è occupato recentemente) "L'Armadietto cinese" (che non ha cambiato titolo nella traduzione) fino a questo "Amor vecc el ven mai frecc..." da "Lohengrin...".
L'atmosfera borghese o piccolo borghese di queste commedie bene si prestava ad un opera di rilettura-critica a distanza di anni e ad un tentativo di linguaggio milanese-italiano di cui nessun critico stranamente si è accorto, sè, si fa eccezione per il dott. Carlo Terron, fortunatamente fra i più validi, che volle, bontà sua, darmene atto personalmente apprezzando la mia modesta fatica, in occasione appunto della prima nazionale di "Quand gh'è nò la gelosia", durante una delle ultime prove dello spettacolo.
Autore italiano fra i più rappresentàti nel mondo con Goldoni - Pirandello - Eduardo - Betti - Fo e pochissimi altri; un finissimo dialogo, profondo conoscitore dei difetti dell'uomo, capace di tessere delle autentiche macchine di precisione teatrali, servendosi del fiIo sottilissimo dell'ironia a servizio di uno spirito di osservazione eccezionale, inventando teatro vero a piene mani, servendosi di spunti magari semplici, ma straricchi di originalità.
Tutto ciò è molto di più, è ALDO BENEDETTI ed ogni accostamento al Suo teatro da parte nostra è un atto d'amore, di cui l'unico rammarico e per noi quello di non riuscire mai, nel bene e nel male, a manifetarlo pienamente, cioè secondo i suoi meriti.
RINO SILVERI
Queste traduzioni-adattamenti tutte eseguite dal sottoscritto celano titoli di grande successo, nell'ordine: a "Due dozzine di rose scarlatte" (famosissimo anche il film con Elsa Merlini) "Appuntamento d'amore" "Non ti conosco più" (di cui il cinema con Proietti, Vitti e Dorelli si è occupato recentemente) "L'Armadietto cinese" (che non ha cambiato titolo nella traduzione) fino a questo "Amor vecc el ven mai frecc..." da "Lohengrin...".
L'atmosfera borghese o piccolo borghese di queste commedie bene si prestava ad un opera di rilettura-critica a distanza di anni e ad un tentativo di linguaggio milanese-italiano di cui nessun critico stranamente si è accorto, sè, si fa eccezione per il dott. Carlo Terron, fortunatamente fra i più validi, che volle, bontà sua, darmene atto personalmente apprezzando la mia modesta fatica, in occasione appunto della prima nazionale di "Quand gh'è nò la gelosia", durante una delle ultime prove dello spettacolo.
Autore italiano fra i più rappresentàti nel mondo con Goldoni - Pirandello - Eduardo - Betti - Fo e pochissimi altri; un finissimo dialogo, profondo conoscitore dei difetti dell'uomo, capace di tessere delle autentiche macchine di precisione teatrali, servendosi del fiIo sottilissimo dell'ironia a servizio di uno spirito di osservazione eccezionale, inventando teatro vero a piene mani, servendosi di spunti magari semplici, ma straricchi di originalità.
Tutto ciò è molto di più, è ALDO BENEDETTI ed ogni accostamento al Suo teatro da parte nostra è un atto d'amore, di cui l'unico rammarico e per noi quello di non riuscire mai, nel bene e nel male, a manifetarlo pienamente, cioè secondo i suoi meriti.
RINO SILVERI
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