Teatro alla Scala di Milano presenta alla Piccola Scala:
Ariodante (1981)
Opera in tre atti. Libretto di Antonio Salvi dal VI canto dell'Orlando furioso - Musica di Georg Friedrich Haendel
- Interpreti principali: Carolyn Watkinson (Ariodante) Lella Cuberli (Ginevra) Jeffey Gall (Polinesso) Lucia Aliberti (Dalinda) Ballerini solisti: Maddalna Campi - Vera Karpenko - Vittorio Biagi
- Maestro Concertatore: Alan Curtis
- Regia: Pier Luigi Pizzi
- Coreografia: Vittorio Biagi
- Scene e Costumi: Pier Luigi Pizzi
- Direttore allestimento: Giorgio Cristini
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1.Pizzi - foto delle prove
Programma Edizioni Teatro alla Scala (pagine 80)
- G. F. Haendel (Pierluigi Petrobelli)
- Haendel (Silvestro Severgnini)
- Piani di regia di Pier Luigi Pizzi
- Bozzetti costumi
- Discografia (Carlo Martinelli)
- Il soggetto
- Fotografie di Lelli & Masotti
Il soggetto
Atto I - L'amore della principessa Ginevra e del principe Ariodante riceve l'approvazione del re di Scozia, padre di Ginevra. Mentre Ginevra confida i suoi sentimenti a Dalinda, una dama di corte, irrompe nella sua camera il conte d'Albania, Polinesso, aspirante al trono, per offrirle il suo amore, ma viene respinto con forza. Dalinda spiega al conte che il cuore di Ginevra è già impegnato con un altro, e gli fa contemporaneamente capire di essere interessata a lui. Polinesso escogita un piano: si servirà di Dalinda per vendicarsi di Ginevra e per raggiungere il suo scopo. Intanto, nei giardini reali, Ginevra e Ariodante, benedetti dal re che intende nominare Ariodante come suo successore, si scambiano la loro promessa. Polinesso convince Dalinda ad indossare gli abiti di Ginevra e a farlo entrare nella sua camera durante la notte, promettendole di rispettarla e quindi di sposarla. Dalinda è pazza di gioia e quando Lurcanio, fratello di Ariodante, le dichiara il suo amore, lo congeda bruscamente. Ginevra e Ariodante danno sfogo alla loro gioia, invitando le ninfe e i pastori a festeggiare con loro la felicità con canti e danze.
Atto II - E' ormai notte. Ariodante, troppo agitato per poter dormire, passeggia inquieto nei giardini reali, dove incontra Polinesso il quale, venuto a conoscenza del suo prossimo matrimonio con Ginevra, mostra di esserne grandemente sorpreso, affermando di godere egli stesso dei favori della principessa. Queste parole oltraggiose provocano l'ira di Ariodante che sfodera impetuosamente la sua spada, ma Polinesso lo ferma, promettendo di fornirgli le prove dell'infedeltà di Ginevra. Gli consiglia di nascondersi e di osservare con i suoi occhi. Nel frattempo arriva Lurcanio, stupito di vedere suo fratello parlare con Polinesso, suo nemico, e si nasconde per poter seguire il corso degli eventi. Polinesso bussa alla porta segreta degli appartamenti reali; al suo segnale, Dalinda, che indossa gli abiti di Ginevra, lo fa entrare e richiude la porta dietro di sè. Ariodante, al colmo dell'orrore per l'evidente tradimento, sta per uccidersi gettandosi sulla sua spada, quando Lurcanio, pure vittima dell'inganno di Polinesso, interviene per impedirgli di sacrificare la sua vita per una donna indegna quale è Ginevra. Ariodante si allontana, disperato, mentre Polinesso, assaporando il successo del suo perfido piano, rassicura Dalinda della sua devozione. La mattina seguente, il re riunisce il consiglio per proclamare Ariodante suo legittimo successore, quando giunge Odoardo con la notizia che il principe, sconvolto dalla disperazione, si è gettato in mare ed è annegato. Immediatamente, il re reca il tragico messaggio a Ginevra che, sconvolta dal dolore, perde i sensi. Giunge anche Lurcanio, che accusa Ginevra di aver causato la morte di Ariodante con il suo comportamento impudico e sfida a duello chiunque osi schierarsi a difensore della principessa. Il re dichiara con disprezzo che questa svergognata non è più sua figlia. Ginevra, confusa dall'accusa e dallo sdegno di suo padre, perde la ragione.
Atto III - Polinesso ha assoldato due sicari per assassinare Dalinda: essi la assalgono in un bosco, ma Ariodante, che casualmente si trova nelle vicinanze, interviene in aiuto della donna e mette in fuga i malintenzionati. Dalinda, meravigliata vedendolo ancora in vita, lo sorprende a sua volta svelandogli l'inganno di cui è stato vittima e che ora si è rivelato un pericolo mortale anche per lei. Entrambi si avviano al palazzo reale. Il re rifiuta di ricevere sua figlia se essa non si presenta con un cavaliere disposto a difenderla. Si fa avanti allora Polinesso che con la vittoria spera di ottenere anche il regno. Ginevra rifiuta il suo appoggio, ma il re la costringe ad accettarlo. Nel corso di un combattimento pubblico, Polinesso viene mortalmente ferito da Lurcanio. Il giovane arde infatti dal desiderio di vendicare la “presunta” morte del fratello e lancia la sua sfida a chiunque altro si presenti come difensore di Ginevra. Lo stesso re si prepara quindi ad affrontarlo per salvare l'onore della famiglia, quando fa il suo ingresso un cavaliere con la visiera abbassata, che interviene a favore della principessa. Quando Lurcanio gli ingiunge di prepararsi al duello, lo sconosciuto cavaliere alza la visiera, rivelando così, nella sorpresa generale, di essere Ariodante. Promette di spiegare tutto se il re perdonerà Dalinda, involontaria complice del piano di Polinesso. Ma appare in questo momento Odoardo con la notizia che Polinesso, poco prima di morire, ha confessato tutto. Il re si reca immediatamente da Ginevra con la felice notizia, mentre Dalinda, pentendosi del suo amore per Polinesso e dell'inganno in cui era stata da lui coinvolta, accetta ora le rinnovate profferte d'amore di Lurcanio. Ginevra, confinata nelle sue stanze, dà libero sfogo alla sua disperazione quando arriva il re, per annunciarle che è stata vendicata: la libera, la abbraccia e la unisce nuovamente ad Ariodante. Ginevra è sorpresa ed estasiata nel vederlo ancora vivo. L'opera termina con un grande festeggiamento nel salone del palazzo.