Teatro Massimo di Palermo presenta al Politeama Garibaldi:
Angélique (1996)
Farsa in un atto. Parole di Nino. Musica di Jacques Ibert. Traduzione italiana di Olimpio Cescatti
Interprete principale: Gaelle Mechaly/Cinzia Forte (Angélique) - Orchestra del Teatro Massimo
- Maestro Concertatore: Yoram David
- Regia: Franco Ripa di Meana
- Maestro del coro: Fulvio Fogliazza
- Scene e costumi: Francesco Zito
- Direttore allestimento: Antonio Carollo
- Jacques Ibert - Bozzetto della scena e figurini dei costumi di Francesco Zito
Programma si sala (pagine 128)
- Angélique ma non troppo (Giorgio Gualerzi)
- Note di Regia (F. R. di Meana)
- Il libretto
- Prima rappresentazione 5 marzo 1996
- Nella stessa serata "Il castello di Barbablù"
Angelica ma non troppo
La posizione di Jacques Ibert nel quadro dei rapporti tra l'opera francese del '900 e i nostri teatri lirici non è sicuramente privilegiata rispetto, per esempio, ai cari Ravel, Debussy e Poulenc, per tacere della Louise di Charpentier. L'Aiglon - composta in collaborazione con Arthur Honegger e rappresentata per la prima volta a Montecarlo nel narzo 1937 - suscitò addirittura un caso diplomatico a causa dei pessimi rapporti italo-francesi. La "prima" italiana, prevista al San Carlo il 23 febbraio 1939, fu infatti annullata per intervento governativo dopo la prova generale svoltasi regolarmente la sera precedente; spostata di tempo e di luogo, andrà in scena, per la verità senza particolare risalto, ben 17 anni dopo, il 16 novembre 1958, al Comunale di Bologna. Tuttavia l'esordio di Ibert operistico era già avvenuto otto anni innanzi (ma ventuno dopo il battesimo parigino) con la prima di una mezza dozzina di opere, Angélique, in una versione radiofonica (protagonista Tatiana Menotti), cui seguirà, quattro anni più tardi, la prima rappresentazione al Verdi di Trieste. Protagonista in questa occasione, è nelle due successive di Genova e Torino, l'intelligente e spiritosa Marisa Morel (al secolo Merlo, torinese, tuttora vivente), uno dei rari casi di attrice-cantante (nonché organizzatrice teatrale, impresaria di se stessa e fine regista) nella quale la voce era nettamente subordinata alle risorse dell'interprete, di rilevante spicco sulla scena. Altri punti di forza, accanto alla Morel, di questa compagnia di giro altamente specializzata erano il direttore svizzero Otto Ackemann e il tenore francese Michel Sénéchal. Ancora superiore, quasi certamente migliore in senso assoluto, il cast dell'edizione del Maggio Fiorentino 1955, imperniato sulla raffinata bacchetta di Jean Fournet, e sulla presenza di una protagonista prestigiosa come Géori Boué (pochi mesi più tardi L'Aiglon bolognese), del tenore Pierre Giannotti e del famoso baritono Roger Bourdin. Altre due edizioni, di cui la prima affìdata ai giovani della Chigiana e Ia seconda esclusivamente radiofonica (sciupato quindi l'indubbio sex-appeal di Gianpa Galli), chiudono, nel volgere di quattro anni, la breve parabola di Angélique, che ora Palernro riprende abbinandola, in un connubio originale, alle allucinanti asprezze bartokiane di Barbablù.