Compagnia Teatrale "I Guitti" diretta da Adolfo Micheletti presenta:
I vinti (1986)
Le novelle in teatro di Giovanni Verga
- Interpreti principali: Adolfo Micheletti, Lina Zamperi, Gofferdo Papa, Nadia Buizza
- Adattamento teatrale: Nadia Buizza
- Scene: Giacomo Adrico
- Costumi: Marialuisa Micheletti
- Regia: Gian Giacomo Colli
Link Wikipedia
1. Micheletti 2. Zamperi 3. Papa 4. Buizza
Programma di sala (pagine 20)
- Giovanni Verga
- Le novelle n teatro (A. Di Viarigi)
- I Guitti (Ivana Bonvento)
- il regista Gian Giacomo Colli
- Fotografie di Ivana Aquilini
I Guitti
Nessun intento di anacronistica celebrazione nel nome che la Compagnia s'è data ma un pizzico di sfida e di orgoglio di appartenere all'antico 'ceppo' senza dubbio. Ed era del resto impossibile saltare a piè pari le origini, annullare la propria storia come non fosse che un vecchio feuilleton. Il nucleo della Compagnia è formato infatti da una di quelle cosiddette “famiglie d'arte” (Micheletti-Zampieri) del Teatro girovago italiano - morto nel secondo dopoguerra - una delle pochissime superstiti, in arte dal secolo scorso, quando nel 1888, inizia la dinastia comica Giuseppe Zampieri (nonno dell'attuale capocomico Adolfo Micheletti). Di teatro dunque questi «Guitti» ne hanno “vissuto” tanto, e di quello più sofferto, quello delle troupes girovaghe che, nei loro teatri viaggianti - i famosi Carri di Tespi - hanno toccato le più sperdute sponde della nostra Penisola; quelle che Renato Simoni ricorda lavorare “in quel tramestìo, tra quella polvere, nell'incerta sorte, tra la penuria e l'iperbole, tra gente nutrita di aspro cibo e dolci applausi”. Sopravvivono alle miserie e alla fame, alle sventure dei due conflitti mondiali, all'abbandono della provincia, e finiscono questo antico vagabondaggio solo intorno agli anni sessanta. Recitano “I figli di nessuno” e “Le due orfanelle” accanto a D'Annunzio e a Victor Hugo; hanno cinquanta, sessanta lavori in repertorio che danno, sera per sera, in ogni piazza. Sono indubbiamente i comici che hanno rappresentato una delle più chiare forme di vita della nostra cultura popolare, capaci di incantare il pubblico non solo coi mezzucci del mestiere, ma anche con autentica capacità, sbalorditiva ecletticità ed esperienza scenica che, nonostante le difficoltà pratiche e intellettuali quotidiane, sanno mettere a frutto da veri professionisti. E proprio le centinaia di spettacoli alle spalle, l'aver recitato per le platee più diverse danno un fiuto e una destrezza scenica non comuni, a questi “Guitti”; non manca loro insomma quella 'souplesse de jeu' di cui Copeau aveva fatto un programma. Proprio per questo oggi hanno da proporci una rarità: il teatro 'di repertorio'; sanno passare, di serata in serata, da Pirandello a O'Neill, da Cechov a Goldoni, da De Benedetti a Molière. L'ultimo ventennio li ha visti lavorare soprattutto per il pubblico delle Scuole medie inferiori e superiori di tutta Italia, proponendo, appunto, i classici e iniziando al teatro -come amano sottolineare con giusto orgoglio- migliaia di ragazzi. Oggi, moltissimi Istituti scolastici della Lombardia, dell'Emilia Romagna, del Veneto, della Liguria hanno un appuntamento fisso con questi comici, non solo a conferma del loro professionismo, ma anche per il rispetto che riservano ai testi e agli autori affrontati; e questa, in epoca di rifacimenti e stravolgimenti talora arbitrari, per la Scuola è certamente una garanzia. I loro sono per altro allestimenti intelligenti, gustosi, la cui regìa è firmata da Adolfo Micheletti che ne è anche interprete accanto alla madre Lina Zampieri, a Goffredo Papa (appartenente ad un'altra illustre famiglia d'arte), alla moglie Nadia Buizza, ai figli Marco e Stefano (questo il nucleo fisso della Compagnia). Pronto per il debutto è il testo che proporranno alle Scuole nella prossima stagione 86-87: un'opera tratta dalle più note novelle di Giovanni Verga, dal titolo quanto mai evocativo de “I vinti”. Il viaggio, insomma, continua, un viaggio itinerante e affascinante che porta il teatro, come un tempo, sulla soglia di casa o sui banchi di scuola e, con “I Guitti”, ci arriva anche quell'antico, dimenticato sapore di giulleria.
IVANA BONVENTO