Teatro Stabile della Città di Roma presenta al Teatro Valle:
Il mercante di Venezia (1966)
Di William Shakespeare
- Interpreti principali: Paolo Stoppa, Tino Carraro, Rina Morelli, Nando Gazzolo, Marina Bonfigli, Renzo Palmer, Gianni Bonagura, Vittorio Congia, Luigi Proietti, Ottavia Piccolo
- Musiche: Raffaele Gervasio
- Scene e Costumi: Lila De Nobili
- Regia: Ettore Giannini
Programma di sala (pagine 44)
- Il cartellone della stagione
- Una libbra di carne (G. Hedegus)
- Il metodo di Shakespeare (J.M. Murry)
- Figli di Israele (N. Bentwich)
- Il Cast
Una libbra di carne
Tra le disposizioni della Terza Tavola delle antiche leggi romane, ve n'è una che stabilisce che in caso di mancato pagamento del debito il creditore può prendere il debitore e metterlo in catene, che non devono eccedere le quindici libbre di peso, e deve esibirlo poi pubblicamente in tre successivi giorni di mercato dichiarando 1'ammontare della cifra per la quale il debitore è condannato. Allo scadere del terzo giorno, se il debito non è stato estinto, il creditore può mettere il debitore a morte e venderlo a qualsiasi straniero aldilà del Tevere. Inoltre, se i creditori sono più di uno "dopo il terzo giorno di mercato, essi potranno dividersi il suo corpo. Se anche qualcuno prenderà di più della esatta parte che gli spetta non sarà ritenuto colpevole”.
Nell'ambito di un sistema economico carente di capitali, l'usuraio non avrebbe potuto condurre le sue transazioni se non gli fosse stato consentito di prestare il suo danaro a tassi esorbitanti e se non gliene fosse stato garantito il recupero. Mentre l'usuraio era apertamente oggetto del pubblico disprezzo per il fatto che egli chiedeva più soldi di quelli che aveva prestato, le rigide leggi del sistema giuridico feudale appoggiavano le sue pretese. Anche la mutilazione fisica poteva essere contemplata tra le clausole a garanzia del prestito.
Anche il teatro (Shakespeare nel “Mercante di Venezia”) ha rappresentato il conflitto di interessi tra i due modi d'essere del capitale: capitale d'origine mercantile e capitale accumulato con l'usura, che lottavano per la supremazia nell'arena economica dell'Inghilterra del XVI secolo. Si trattava di una situazione tipica del Rinascimento. Ma una situazione analoga è sempre evidente nei periodi di transizione, quando le istituzioni di una data società si oppongono ad ogni mutamento formale mentre già le norme esistenti si rivelano incapaci di soddisfare la richiesta della pubblica opinione di un più alto e complesso sistema giuridico.
G. HEDEGUS