LA PICCIONAIA - I CARRARA presentano:
La buffa beffa del beffardo beffato ovvero: La Commedia dell'Arte (1990)
Da un'idea di Tommaso Carrara e Argia Laurini
- Interpreti: I Carrara
- Testo e Regia: Armando Carrara
Link Wikipedia
La piccionaia - I Carrara
Programma di sala (pagine 12)
- La Commedia dell'Arte dei Carrara
- Appunti e riflessioni (Armando Carrara)
- Note di regia (Armando Carrara)
- Spettacoli prodotti dalla Compagnia dal 1979
- Fotografie
Appunti e riflessioni
Il riferimento di questo allestimento è la Commedia dell'Arte di piazza e non la più erudita commedia di Corte. La piazza chiassosa veniva dominata da una teatralità aggressiva e festaiola. Come ogni teatrante di tradizione sa, in situazioni in cui sia difficile il buongoverno dell'attenzione del pubblico (come avviene in piazza dove mille distrazioni coesistono) si “devono stringere i tempi” e “aumentare la coloritura della recitazione”. Questa pratica, largamente in uso fino a pochi decenni fa, viene oggi aborrita da un teatro confezionato una volta per tutte e da una regia che assai raramente lascia spazi interpretativi autonomi agli attori. La Commedia dell'Arte più che nell'improvvisazione trovava nell'autonomia artistica degli interpreti la sua più autentica natura. La differenza tra improvvisazione e autonomia dell'attore è profonda: mentre oggi l'improvvisazione presuppone un'invenzione completa dell'improvvisato, allora significava la gestione improvvisata di vasti repertori a memoria di battute, anche lunghissime, che venivano inserite al momento opportuno dall'attore. Tali battute a memoria (o intere sequenze di azioni) venivano indicate nei canovacci (normalmente non più lunghi di tre pagine) con una parola che identificava la loro funzione: “prima scena”, “lazzo”, “rodomontata”, “concetto”, “chiesetta”, eccetera. Il “concetto” veniva fatto seguire sul canovaccio da una frase che ne identificava la funzione. Per esempio: “concetto dell'amor non corrisposto” oppure “concetto di morte” oppure “lazzo della mosca”. Naturalmente i commedianti dell'arte usavano l'improvvisazione, di cui erano maestri, per collegare i vari lazzi a memoria. Cosa fossero i lazzi si può oggi solo intuire, poiché essi erano concentrati ritmici e visivi e marginalmente verbali, solo in parte pervenuti scritti fino a noi. Nonostante ciò nella “BUFFA BEFFA DEL BEFFARDO BEFFATO” solo eccezionalmente ho utilizzato materiali storici anche se li ho sostituiti con qualcosa di simile. Sono più di due decenni che la Compagnia La Piccionaia e la Famiglia Carrara operano nel campo della Commedia dell'Arte e da sempre attuano un tipo di drammaturgia che ha radici comuni con quel glorioso teatro. La stratificazione progressiva di nuovi lazzi, concetti, eccetera ha lentamente costituito un vasto bagaglio di vissuti teatrali che hanno spesso una analogia sorprendente con i materiali storici dei commedianti dell'arte. Chi, accostandosi a questa commedia identificasse “un già visto” in altre produzioni della Famiglia Carrara, sappia che tali lazzi sono il bagaglio stratificato di esperienze che costituiscono il “nostro” improvvisato. Quando da bambino mi addormentavo fra le quinte del Teatro Mobile di mio nonno o di mio padre, se c'era una farsa mi svegliavo o mi facevo svegliare per vedere quel “soggetto” che mi piaceva tanto. Sugli antichi copioni della famiglia esiste ancora un simbolo che, fatto a matita, rappresenta il collegamento storico con il passato della commedia dell'arte. “0”: questo segno accumula in sé tutti i lazzi, i concetti, le prime scene, della commedia dell'arte. Come detto veniva chiamato soggetto, ossia indicava che in quel punto della farsa veniva inserito (per esempio) “il soggetto della bottiglia che spande acqua”. L'identità di tale soggetto non veniva neppure specificata sul copione perché erano gli attori che prima dello spettacolo si mettevano d'accordo sulle modalità dell'esecuzione. Il più delle volte non serviva neppure spiegarsi il soggetto poiché esso rappresentava la punta di un iceberg di un conosciutissimo vissuto teatrale. Ed ora un chiarimento necessario. È la nostra Commedia dell’Arte un assoluto riferimento storico? No! Poiché fare commedia dell’Arte per noi non significa scrivere un testo o fare una regia ma soprattutto essere commedianti dell’Arte. Oggi, in un'epoca di rapida diffusione di informazioni, tutto si brucia appena creato perché milioni di spettatori acquisiscono contemporaneamente lo stesso prodotto culturale. Il grande attore che, per una vita intera, faceva il lazzo della mosca, arrivava ad una specializzazione assoluta che oggi non trova alcun valido riscontro nella realtà contemporanea. Quello che però possiamo offrire è la consapevolezza di essere un reale punto di passaggio vivente fra il passato più remoto del teatro all'italiana ed il presente. Dieci generazioni di teatranti sono molte e disegnano sulla scena un percorso artistico particolare. Bravi o no lo deciderete voi. “LA BUFFA BEFFA DEL BEFFARDO BEFFATO” è stato costruito a partire dalle improvvisazioni ispirate ai ricordi di una farsa che Tommaso Carrara era solito ammirare nella compagnia di suo padre Salvatore e che, più che un testo, costituisce il pretesto per inserire quel vissuto teatrale di cui ho scritto poc'anzi.
ARMANDO CARRARA