Teatro Massimo di Palermo presenta al Politeama Garibaldi:
Odissea Blu (1997)
Creazione di Micha van Hoeke.
- Interpreti: L'Ensemble di Micha van Hoeke - Corpo di Ballo del Teatro Massimo
- Coordimento musicale: Micha van Hoeke - Roberto Solci
- Coreografia: Micha van Hoeke
- Direttore di Ballo: Giuseppe Canale
- Scene: Cristiano Bacchi
- Costumi: Massimo Poli
- Direttore Allestimento: Benedetto Alberti
Programma di sala (pagine 16)
- Il viaggio di Micha van Hoeke (Daniela Cecchini)
- L'Ensemble di Micha van Hoeke
- ll Corpo di Ballo del Teatro Massimo
- Estate Musicale 1997
Il viaggio di Micha van Hoeke
Al giovane cadetto Nikolaj Andreevic Rirnskij Korsakov, per quanto dotato di un notevole talento musicale, le nobili origini precludevano la professione di musicista. Perfino gli studi con Balakirev e l'amicizia con Musorgkij dovettero subire una battuta d'arresto quando, avviato dalla famiglia alla carriera militare in marina, dovette imbarcarsi sul clipper "Almaz" per una crociera che sarebbe durata tre anni. Molti anni dopo, nel 1888, Rimskij Korsakov forse sulla scorta delle emozioni vissute in quelle avventure di mare durante la giovinezza, mise in musica Shéhérazade una suite sinfonica su alcune fiabe da "Le mille e una notte", andata in scena in forma di dramma danzato nel 1910, a Parigi per i Ballets Russes di Diaghilev con la coreografia di Michel Fokine. Shéhérazade, figura evocatrice dei temi del viaggio e della narrazione intesse di mille e una suggestione quest'ultima creazione di Micha van Hoecke dal titolo Oceano Blu. Presentato in una versione precedente allo scorso Festival di Ravenna, il balletto approda oggi in città in una edizione interamente ripensata per il Corpo di Ballo del Teatro Massimo e per l'Ensemble, la Compagnia che il coreografo belga ha creato una decina d'anni fa. Palermo, sede del lavoro di allestimento di quest'ultimo spettacolo della stagione di Opere e Balletti del Teatro Massimo, è divenuta così luogo reale della creazione e punto d'incrocio della fantasia e della memoria, spazio ideale per la rappresentazione di un percorso complesso, in cui il ritrovare elementi antichi e familiari legati alle diverse civiltà del Mediterraneo si integra al sentimento dell'inconoscibile, del mistero che accompagna la storia della civiltà e del suo inesauribile evolversi e tramontare. L'oscillazione tra la stabilità, rappresentata dalla figura femminile di Shéhérazade, che propone il viaggio nello spazio del pensiero e dell'interiorità, e l'inquietudine che conduce alla peregrinazione, si concretizzano nello spettacolo attraverso la danza, linguaggio universale e ideale che ci proietta in uno spazio onirico. Animato da personaggi del mito e del mondo infantile, questo luogo del mistero, della religiosità, della magia, si arricchisce di particolari suggestioni sulla scena, attraverso la presenza di elementi tratti dal patrimonio della cultura popolare, richiamata anche da musiche siciliane, ritrovate e in questo contesto utilizzate, grazie al contributo di studiosi delle tradizioni della nostra isola. Il viaggio, quello di Ulisse, di Sinbad e di Micha van Hoecke, ci viene presentato per un verso come il desiderio di immaginare un territorio di esplorazione, senza frontiere ma ricco di vie, di percorsi e per l'altro come un irresistibile impulso a liberarsi dai legami per riscoprire la propria umanità. L'esperienza di Oceano Blu, dove l'incrocio è tra gli apporti delle diverse culture, da quella greca a quella araba e siciliana, a quella africana, ha creato lo spunto anche per un altro incontro, quello tra l'Ensemble che Micha van Hoecke dirige dal 1986 con sede stabile a Castiglioncello e la Compagnia di Ballo del Teatro Massimo, creando una possibilità di scambio, fertile e integrato, tra due gruppi di differenti appartenenze culturali e artistiche. D'origine belga-russa e italiano d'adozione, Micha van Hoecke ha al suo attivo un lungo percorso artistico, che lo ha condotto a interessarsi delle costanti culturali universali rintracciabili nel teatro. La sua ricerca, da sempre centrata sulla multiculturalità, si è espressa in modo particolare nell'ambito della danza, terreno privilegiato all'interno del quale ha trovato occasioni per i suoi cimenti. Tra questi l'indimenticabile esperienza con Maurice Béjart, uno dei geni della danza del ventesimo secolo, con cui van Hoecke ebbe l'opportunità di condividere la straordinaria esperienza del Mudra, la multietnica scuola di formazione che a Bruxelles, dove ebbe sede, costituì per anni vivaio per la Compagnia del Ballet du XXeme siecle e spazio di avanguardia e di sperimentazione nella danza. Di quei magici anni settanta Micha van Hoecke rievoca la passione nel raccogliere l'eredità della danza russa per trasformarla in un elemento di cultura allargato in senso sociale e umano; il desiderio di costruire ideali attraverso figure mitiche, il mito della rivoluzione e del rinnovamento in tutti i suoi travasi, dal mondo dell'arte a quello della politica e della società. "La danza", ricorda Micha van Hoecke, "sembrò in quel momento uno dei simboli della libertà dell'uomo, senza la paura del futuro. Oggi che la società partecipa meno ai grandi eventi e trova momenti di unità forse più nel dolore che nella gioia, si cominciano a ritrovare nel teatro e nel patrimonio della cultura spazi dove poter parlare del futuro portando con noi il passato". Spesso la danza, come altre arti ha fatto rinascere il sogno del contatto e della comunicazione senza frontiere. E forse oggi anche piccoli incontri, piccoli incroci, purché densi degli elementi vitali che animavano esperienze come quelle del Mudra possono essere avvenimenti importanti. Come il lavoro di queste due compagnie che oggi chiudono quella che speriamo sia l'ultima stagione d'opera e balletto del Teatro Massimo al Politeama. Questa conclusione dunque si pone come preludio a nuovi eventi; nel lavoro degli artisti, nella commissione e negli scambi, nei progetti a lungo termine che creino sviluppo e evoluzione culturale, crediamo possa rinascere la speranza, il desiderio di ritrovare quel sentimento di arricchimento che ha origine nel pensare e nello stare in gruppo.
DANIELA CECCHINI