SCIO' SCIO'
sciò sciò con l'aggiunta di cicciuvè (via, via civetta) è l'espressione colorita ed energica, con la quale i napoletani, a mo' di scongiuro, usano allontanare dalle persone e dalle case il malocchio, e, in genere la cattiva sorte. Ma noi con il grido di sciò sciò, ciucciuvé, più che la malasorte, intendiamo allontanare dal nostro cuore l'indifferenza, lo scoraggiamento, la diffidenza, l'ostilità, lo sconforto, tipici veleni di questa seconda metà del secolo. Se lo scongiuro partenopeo di sciò sciò, cicciuvè riuscisse a tanto, un interesse più acceso alla vita, un attaccamento più profondo alle tradizioni, una tolleranza più generosa per le idee degli altri, un gusto più pronto alle cose belle e alle cose buone, ne sarebbero i piacevoli frutti. Che il nostro spettacolo, all'insegna del sciò sciò, possa essere per voi, cari spettatori, un amuleto per le vostre fortune.
Nelli - Mangini
PARTE PRIMA: Una cucina d'eccezione - Un cliente difficile - Sciò Sciò Ciuciuvè - Passerotto e passeretta; oggi sposi - Una vecchia canaglia che si rivede - O Dottor Hauser, o dottorone - Frullato di frutta - Tempi difficili per i minorenni - Danzano Gehrig et Weissmuller - La quindicesima ora di Umberto Acca - 1) Le elezioni a Napoli - 2) I grandi napoletani nel mondo - 3) I napoletani a New York.
SECONDA PARTE: Monumenti in agitazione - A Pinocchio i bambibi di tutto il mondo - Tre, i Festival che piacciono a me - Rasciomon 1952 - Narcotico per Gehrig et Weissmuller - Carmen in rosso e nero - Compagne cameriere - A ritmo di mambo anche le domeniche delle servette - Presentiamo faccie nuove per queste scene - I padroni del vapore - Azzurro a lieto fine.
