Julio Alvarez Productions presenta:
The big parade (1984)
Uno spettacolo di Lindsay Kemp
- Interpreti: Lindsay Kemp Company
- Musiche: Carlos Miranda
- Scene: Lindsay Kemp
- Costumi: Sandy Powell
- Disegno luci: John Spradbary
- Regia: Lindsay Kemp
Link Wikipedia
- Lindsay Kemp - Foto di scena
Programma di sala (pagine 24)
- Lindsay Kemp Company
- The big parade (David Haughton)
- Biografia di Lindsay Kemp
- Gli interpreti - i collaboratori
- Foto di scena
Lindsay Kemp Company
Poche compagnie al mondo si identificano col proprio nome, quanto la Lindsay Kemp Company. Lindsay Kemp, e da lui e intorno a lui coagula il teatro. Non importa dove (la compagnia non ha mai avuto sede stabile), non importa quando (gli spettacoli vengono creati nelle situazioni più imprevedibili) e con attori che restano nella compagnia per periodi più o meno lunghi, apportandovi un personale contributo creativo alla realizzazione di un teatro in perenne evoluzione. Il debutto di ogni produzione è, in un certo senso, solo il suo inizio. Poiché nulla è astrattamente codificato, ogni spettacolo nasce e muore ogni sera, secondo un'evoluzione dettata dal continuo interscambio tra i vari tipi di pubblico e la composizione della compagnia. La combinazione di rigore formale e improvvisazione disciplinata è una delle chiavi della tecnica di interpretazione che distingue la compagnia ed è possibile soltanto lavorando a lungo insieme sulla base della tecnica fisica ed emotiva di ognuno, che si acquista alle lezioni di Kemp, dove si formano le basi creative di tutto il lavoro d'équipe. Da queste lezioni derivano simultaneamente il controllo fisico e la libertà emotiva, la capacità di improvvisare armoniosamente, la celebrazione dell' energia, la creazione e proiezione di immagini, del gesto e del trance. In queste lezioni, come anche negli spettacoli, si riflettono in sintesi le distinte influenze ed esperienze di Kemp: la danza classica e moderna, il music-hall e il kabuki, Marcel Marceau e Isadora Duncan, gli happenings e il rock'n'roll, il circo e lo strip-tease, il cinema e la pittura, la religione e il cabaret, lo yoga e la terapia di gruppo, tutti combinati "contro le norme", nel caotico entusiasmo di questa tessitura del vivere in pienezza che Kemp riassume in una parola: "danza". Questa sintesi è possibile per l'indifferenza di Kemp, magica ed esuberante, di fronte alle barriere concettuali che separano gli stili diversi e le categorie dell' arte. Di fondo, quello che dà forza a questo teatro sono le sue radici nella vita della compagnia: l'interpretazione si converte in un modo di vivere, una celebrazione, un prendere contatto; possibili da una parte con disciplina, lavoro instancabile, applicazione e dall' altra con l'esplorazione delle sensazioni ed emozioni, della fantasia e del trance. Questo tipo di teatro è aperto a una gran varietà di interpretazioni e opinioni, proprio in quanto è teatro di poesia e non di prosa, teatro dell'immagine, dei sentimenti, teatro che dall' esagerazione si avvia alla semplicità, di contrasto e sorpresa, di rito e parodia, di sensualità e mistero. In altre parole, un teatro che non pretende tanto di essere "compreso" quanto di essere "sentito". Che un teatro simile risponda alla fame inesauribile di una parte del pubblico è anche dimostrato dalla straordinaria accoglienza che la Lindsay Kemp Company ha ricevuto in tutto il mondo. Da almeno sei anni a questa parte, infatti, la compagnia si è creata e consolidata una situazione di primo piano nel teatro internazionale, accolta ripetutamente col più grande entusiasmo, nelle sedi più prestigio se, e con tutte le sue produzioni che, magicamente, hanno vita perenne: da "Flowers", nata nel 1968 ed ancora oggi attuale, a "Salomè" (1976), a "Mr. Punch's Pantomime", a "Sogno di una notte di mezza estate" (1979), a "Duende" (1981), a "Façade" (1983), fino all'ultima nata "Nijinsky (1983).