Dal Programma di sala LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR 1939:
- La Compagnia del Teatro Eliseo
- Autori: Pietro Scharoff - Gino Cervi
La Compagnia del Teatro Eliseo
Un anno fa la Compagnia del Teatro Eliseo iniziava la sua vita artistica presentando al pubblico il primo dei suoi grandi spettacoli. Il successo pieno e vibrante ottenuto nella “Dodicesima notte” di Shakespeare, la quale in quella memoranda edizione ha battuto ogni primato di repliche di lavori classici, diffondeva rapidamente la fama di questo bellissimo gruppo di attori. Infatti offrire uno spettacolo di tale mole e complessità il cui allestimento - come osservava E. Contini sul “Messaggero” “richiede attori di primo piano in almeno sette personaggi” era possibile solo “a prezzo di grandi sforzi e grandi sacrifici”. Ed è forse ancora più straordinario che una Commedia di Shakespeare “più difficile a recitarsi davanti a un pubblico restio di quanto non sia la tragedia” (come scriveva Silvio D'Amico nella “Tribuna”) abbia avuto a Roma ventidue repliche con letterali esauriti e con una media di incassi eccezionali. Le ragioni del clamoroso successo di quello che Renato Simoni nel “Corriere della Sera” dichiarava “spettacolo veramente squisito”, che Enrico Rocca nel “Lavoro Fascista” definiva “spettacolo di primo ordine” e il “Piccolo” proclamava “di squisita eleganza e di un buon gusto ed un divertimento non comuni”, Luigi Antonelli nel “Giornale d'Italia” le trovava nel fatto che “era tutto interessante e divertente e tornava ad onore di chi l’ha organizzato, di chi l’ha diretto e di chi l'ha realizzato”. Con questo fulgido viatico critico la Compagnia del Teatro Eliseo balzava altissima nella stima del pubblico che ha continuato a seguirne le manifestazioni con palese predilezione, davvero meritata per l’intrinseco valore della direzione, della regìa e degli attori: un complesso di forze varie e giovani che aduna alcune fra le personalità più significative del teatro italiano.
E la versatilità di questo complesso di attori, provata in esecuzioni perfette di lavori vari di genere come “I diritti dell'anima”, “Come le foglie” di Giacosa. “L'Infedele” di R. Bracco, “Il Caffè dei naviganti” di Corrado Alvaro, “Margherita fra i tre” di F. Schwiefort è rifulsa nella viva, chiara e squisita interpretazione che diede dei “Giorni felici” di Puget delicato e divertente studio della gioventù d'oggi.
Nel suo secondo anno di vita questa bella compagnia si Presenta sostanzialmente immutata, se pur arricchita di nuovi elementi giovani, e con un programma più vasto e complesso di quello svolto nel primo anno. Il pubblico ritroverà con accresciuto piacere Andreina Pagnani, magnifica attrice di forte temperamento. Rina Morelli, che vede crescere gli ammiratori ad ogni nuova interpretazione, modelli tutte di intelligenza e di gusto, Amelia Chellini come poche altre cara al pubblico per la sua originale c schietta comicità che è ineguagliata sulla scena italiana: Gino Cervi, grande attore dalle mille corde, di cara forza intuitiva e comunicativa che quest'anno si cimenta non solo in parti di grande vigore e rilievo ma anche nell’opera di direzione della compagnia accanto a Pietro Scharoff, le cui regie sono ormai riconosciute come modelli di penetrazione artistica, ricche di estrosa genialità.
Accanto a questi ed a Paolo Stoppa, attore di irresistibile comicità e insieme di ironica eleganza (veterani tutti del primo anno di successi con Mario Pisu, con Renato Navarrini, Milla Papa e Arnoldo Tieri, quest'ultimo venuto alla felice prova della ribalta appena licenziato dall'Accademia di Arte Drammatica) si schierano ora nuove e degne reclute: Guglielmo Barnabò la cui signorilità di recitazione è ben conosciuta; Carlo Minello che sarà una gradita sorpresa; Franca Bertramo, che ha una così estesa gamma di espressione e le signorine Vera Furlan e Barhara Landi che sono ben degne di militare in questo ormai famoso gruppo di attori. Del primo spettacolo del nuovo anno, “Le allegre Comari di Vindsor”, che la Compagnia del Teatro Eliseo ha inscenato con tanta cura, amore e sforzo, fedele alla sua tradizione di presentare ogni anno al pubblico un grande lavoro classico, dirà più estesamente un maestro della letteratura inglese e italiana come Emilio Cecchi.
A noi piace solo rilevare come questo spettacolo sia frutto della felice collaborazione di quattro uomini noti nel campo dell'arte per la penetrazione e la finezza del loro ingegno, come Emilio Cecchi, che ha fatto del lavoro una traduzione veramente nuova per la rara fedeltà al testo e la vivacità di espressione italiana: come Pietro Scharoff che ne ha fatto una realizzazione scenica francamente intonata allo spirito di robusta giocondità della commedia; Nicola Benois che a questo spirito ha dato nei colori e nei costumi una coraggiosa veste scenica fuori di ogni convenzionalismo verista ed il Maestro Tocchi, che ha arricchito lo spettacolo con musiche composte o scelte da lui.
PIETRO SCHAROFF - GINO CERVI