Da IL DRAMMA - N. 220 - Gennaio 1955:
- "Lorenzaccio" in scena al Teatro Valle di Roma
Autore: Redazione
Al Teatro Valle di Roma è andato in scena “Lorenzaccio” di Alfred De Musset.
Traduzione dl Raoul Radice.
Compagnia di Tino Buazzelli (Alessandro De Medici) Giorgio De Lullo (Lorenzaccio) Rossella Falk (La marchesa Cibo) con Annamaria Guarnieri (La zia di Lorenzaccio) Romolo Valli (Il marchese Cibo) e la partecipazione di Elsa Albani (La madre di Lorenzaccio) Filippo Strozzi (Carnabuci) Raul Grassilli (Figlio di Carnabuci).
Scene e costumi di Piero Zuffi - Musiche di Goffredo Petrassi - Regia di Luigi Squarzina.
Lo spettacolo ricco di attori, avvenimenti e movimenti c’è; animato, vivo, recitato con molto decoro e con simpatico impeto romantico. I suoi interpreti sono stati in complesso eccellenti: sia De Lullo che la Falk (che sono riusciti a volte a scavare sotto la grossa scorza romantica del testo una certa sincerità d'accenti) sia Buazzelli che Valli, hanno cercato come hanno potuto di dare un certo stile al gonfio e sciatto melodramma (aiutati in questo dalla limpida e agile traduzione di Raul Radice), così Strozzi e Grassilli: impresa pressoché disperata e non sempre felice, perché si è portati naturalmente all'enfasi quando il discorso drammatico non ha né il teatralissimo vigore di un Dumas padre, né il verso maestoso e fiero di Victor Hugo.
La regia di Luigi Squarzina ha conferito un ritmo e un certo piglio di affresco storico ma una soverchia ripugnanza al taglio (che qui invece appare l’unica salvezza) e soprattutto la grezza materia, gli hanno impedito di raggiungere risultati concreti. La musica di Goffredo Petrassi ha molto giovato al clima e alla suggestione. Piero Zuffi invece, dinanzi forse agli ambienti da riprodurre e dei personaggi ci è apparso assai disorientato, goffo nelle costruzioni e nei costumi. Troppi colori e troppi contrasti.