E.A. Teatro alla Scala di Milano presenta alla Piccola Scala:
Il campanello (1957)
Farsa in un atto. Musica di Gaetano Donizetti
- Interpreti: Fernando Corena (Don Annibale) Rolando Panerai (Enrico) Giuliana Tavolaccini (Serafina) Fiorenza Cossotto (Madame Rosa) Angelo Mercuriali (Spiridione)
- Maestro Concertatore: Nino Sanzogno
- Regia: Margherita Wallmann
- Maestro del coro: Norberto Mola
- Bozzetti e Figurini: Gregorio Sciltian
- Direttore Allestimento: Nicola Benois
Link Wikipedia
- 1. Corena 2. Panerai 3. Tavolaccini 4. Cossotto 5. Mercuriali 6. Sanzogno 7. Wallmann
Programma di sala (pagine 24)
- Il programma è condiviso con l'opera "Rita"
- Il comico e la farsa di Donizetti (Guglielmo Barblan)
- Argomento
- Interpreti
- Fotografie
L'argomento
Festa in casa di don Annibale Pistacchio, nativo di Foria e farmacista in Napoli, inventore di infallibili pillole contro la tosse, la raucedine "ed altri incomodi dei signori musici". Il padrone si è ammogliato con la graziosa Serafina, figlia di madama Rosa. Musica e danze, parenti e amici che è superfluo incoraggiare a far onore al rinfresco. Solo una nube: purtroppo l'indomani buon'ora don Annibale deve già separarsi dalla cara sposina: c'è di mezzo l'eredità della povera zia Onorea testè defunta, e il notaio lo aspetta senza indugi a Roma per le formalità di rito. Non è geloso, no, don Annibale, e nondimeno prega madama Rosa di aver molta cura di Serafina. Ce ne sarebbe invece di che, in apparenza, se Serafina non fosse quella ragazza virtuosa e assennata che è. Difatti, il cugino Enrico, che in passato l'ha corteggiata, piomba d'improvviso e la rimprovera acerbamente del suo matrimonio, e ostenta disperazione, e le giura di amarla, e farfuglia oscure vendette. Ma lo fa con tanta goffaggine e sì esagerato impeto che, non che lasciare indifferente Serafina, ne stuzzica gli umori ironici. D'altronde, della sincerità di Enrico non è più lecito non dubitare quando, avvicinandosi don Annibale, per eccitarne il sospetto d'essere tradito, si getta ai piedi di Serafina, e poi ridicolizza il pover'uomo dandogli a intendere che stavano provando la scena d'una "tragedia classico-romantica in 25 atti, con monologo, prologo, epilogo, riepilogo e a piccole giornate, dal titolo "Zasse, Zanze e Zonzo". Congedatisi gli ospiti, ritiratasi Serafina nella camera nuziale, don Annibale si appresta a raggiungere la diletta consorte. Ma Spiridione ha appena incominciato a spogliarlo che si aprono le burlesche rappresaglie architettate dal gioviale nipote di madama Rosa, deciso a impedirgli una felice notte. Suona il campanello. È un gentiluomo francese, ossia Enrico travestito: sollecita l'aiuto del farmacista, obbligato per decreto governativo ad attendere personalmente al servizio notturno, poiché 24 gelati gli hanno imbarazzato un po' lo stomaco e adesso gli ci vorrebbe qualche bottiglia di Malaga o di Cipro o di Porto. Don Annibale va per accontentarlo, e il finto francese ne approfitta per mettere a soqquadro la stanza e infilare un biglietto nella serratura della camera nuziale. Risuona il campanello. Di nuovo Enrico: si presenta stavolta nei panni di un cantante che invoca un pronto rimedio all'abbassamento di voce che l'ha colpito e che minaccia di pregiudicarne il debutto, l'indomani, nell'opera Il campanello. Don Annibale pensa che finalmente non arrivino altri seccatori. Ma ecco che scopre il biglietto nel quale un anonimo amico lo esorta a vegliare stanotte se vuol sventare la vendetta di persona che si ritiene da lui offesa. Deve trattarsi di Enrico, ipotizza Spiridione. Il quale espone una brillante idea: si seminino certe "pallette fulminanti" dinanzi alla porta della stanza matrimoniale; il malintenzionato, se davvero tentasse di entrarvi provocherebbe calpestandole tanto rumore da restare intrappolato. Detto fatto. E un momento dopo, terza scampanellata. Enrico, naturalmente: si finge mandato dalla moglie, di cui in una sconclusionata tiritera elenca i molteplici mali onde è afflitta e la complicata medicina che le abbisogna. Don Annibale non ne può più e giura che non aprirà più a nessuno. Ma nell'avviarsi in camera di Serafina schiaccia le famose "pallette" di cui non si ricordava più. Al fracasso accorrono Spiridione, la signora Rosa e Serafina. Non si fa a tempo a spiegar loro l'equivoco, che il maledetto campanello annuncia Enrico e i parenti tutti... La movimentata prima notte è al termine: è ora che don Annibale si spicci se non vuol perdere la diligenza per Roma. Enrico non sembra tuttavia pago, se gli augura che "bella al par di questa notte - sia la vita ognor per te". Don Annibale non raccoglie. Una raccomandazione a Serafina, "se qualcuno a batter viene - tu la porta non aprir", quindi, accompagnato dal fedele Spiridione, parte.