Teatro Comunale di Bologna presenta:
Il vascello fantasma (1965)
Opera romantica in tre atti. Parole e musica di Richard Wagner
- Interpreti: Tomislav Neralic (L'Olandese) Jutta Mayfart (Senta) Josef Traxel (Erik) Anton Diakov (Daland) Maria Graf (Mary) Richard Panzner (Il pilota) - Marinai e Damigelle
- Maestro Concertatore: Paul Strauss
- Regia: Frank De Quell
- Maestro del coro: Leone Magiera
1. Neralic 2. Mayfart 3. Traxel 4. Strauss 5. Magiera
Programma di sala (pagine 64)
- La stagione lirica 1964/65
- Gli spettacoli in cartellone
- Il vascello fantasma (Attilio Baldi)
- Gli interpreti - Argomento - Fotografie
- Prima rappresentazione 20 gennaio 1965
L'Argomento
ATTO PRIMO - Una riva circondata da rocce sulla costa norvegese: Mentre infuria la tempesta, la nave del capitano norvegese Daland getta l'ancora. Daland scende a terra, riconosce il luogo, risale a bordo e ordina ai marinai di riposare, affidando la nave al pilota. Questi, nonostante canti per vincere il sonno, finisce con l'addormentarsi e, pur destato dal fracasso dell'ancora calata dal vascello dell'Olandese volante, sopraggiunto per ripararsi dall'uragano, riprende a dormire e non vede la discesa a terra dell'Olandese. Egli canta le sue sventure e, volgendosi al cielo, esprime la speranza di non essere costretto ad errare sul mare di sette anni in sette anni, senza trovar mai la pace. Daland, montando sulla coperta della propria nave, si accorge della presenza dell'Olandese. Fra i due si intreccia un colloquio, nel corso del quale il navigatore maledetto chiede al capitano norvegese ospitalità per una sola notte, facendogli balenare l'idea di una vistosa ricompensa. Daland accetta e, attirato dal miraggio dell'oro, si dichiara disposto a concedere allo straniero la propria figlia, Senta, in sposa. La tempesta nel frattempo è passata e Daland riparte con la sua nave.
ATTO SECONDO - Una camera spaziosa in casa di Daland: Alla parete di fondo è appeso il ritratto di un uomo, pallido in viso, con la barba bruna e vestito di nero, che Senta silenziosamente contempla. Un gruppo di ragazze, sotto la sorveglianza della vecchia nutrice di Senta, filano e cantano. Ad un certo momento, la figlia di Daland riprende vivacemente le ragazze perché disturbata dal loro comportamento. Costoro allora la inducono a cantare la ballata dell'Olandese volante, cui Senta conferisce tutta la passione amorosa suscitatale dal desiderio che ha di redimerlo, dato che nel profondo del suo animo sa di esser lei la donna che lo salverà. Il cacciatore Erik, che da lungo tempo ama Senta e si crede da lei riamato, entra per annunciare il ritorno della nave di Daland e scongiura poi la ragazza, avendo sognato l'arrivo del di lei padre insieme al navigatore maledetto, di non pensare più a lui e di smettere di guardarne il ritratto. Compaiono Daland e l'Olandese. Senta rimane come pietrificata nel vedere in carne ed ossa l'uomo che ha imparato ad amare. Daland sfoga la propria loquacità; infine lascia soli l'Olandese e Senta, che hanno modo di esprimere l'uno all'altra l'intenso, sovrumano sentimento che ormai li unisce. Al termine del loro colloquio, Daland rientra e dice la sua letizia per il prossimo matrimonio.
ATTO TERZO - Una rada circondata da rocce; sul davanti della scena la casa di Daland. Il fondo è occupato dai vascelli del capitano norvegese e dell'Olandese volante: I marinai norvegesi cantano, bevendo, la loro gioia per il ritorno, mentre giungono le ragazze del villaggio per portare cibi e liquori sia a loro, sia all'equipaggio della nave dell'Olandese. Ma i marinai del vascello fantasma non rispondono ai richiami delle ragazze, che recano allora ai norvegesi la roba destinata agli altri. Non appena la ciurma di Daland intona un coro pieno di allegria, dall'altro veliero che è il solo ad essere squassato dalle onde, risponde un coro di dèmoni che azzittisce il primo. Senta esce di casa seguita da Erik, che le ricorda il suo amore. L'Olandese, che ascolta, non visto, il loro dialogo, si sente tradito e perduto per sempre una volta di più.
Rivela dunque chi egli veramente sia e s'allontana, senza che le disperate invocazioni di Senta possano trattenerlo. La partenza dell'Olandese impedisce tuttavia che Senta, tradendolo, si danni per l'eternità. Nel momento stesso in cui il vascello fantasma salpa per l'ennesimo viaggio, Senta si butta in mare dalle rocce e compie, in nome e per virtù dell'amore, la redenzione dell'Olandese, essendogli rimasta fedele fino alla morte. Il vascello fantasma si inabissa, mentre in lontananza si vedono elevarsi dalle onde l'Olandese e Senta, abbracciati e quasi trasfigurati, in mezzo a raggi di vivissima luce.